Cambriano, 10 milioni di anni prima dell’esplosione….
Un nutrito gruppo internazionale di ricercatori provenienti da dieci diverse istituzioni scientifiche di tutto il mondo pubblica in questi giorni su Science l’importantissima notizia: e’ la prima evidenza diretta di strutture e processi di divisione cellulare particolarmente complessi gia’ dieci milioni di anni prima della cosiddetta Esplosione del Cambriano, uno degli eventi fondamentali dell’evoluzione della vita sulla Terra. Questa volta […]
Un nutrito gruppo internazionale di ricercatori provenienti da dieci diverse istituzioni scientifiche di tutto il mondo pubblica in questi giorni su Science l'importantissima notizia: e' la prima evidenza diretta di strutture e processi di divisione cellulare particolarmente complessi gia' dieci milioni di anni prima della cosiddetta Esplosione del Cambriano, uno degli eventi fondamentali dell'evoluzione della vita sulla Terra. Questa volta la celebre formazione cinese centro-meridionale di Doushantuo, che risale al Neoproterozoico, tra 635 e 551 milioni di anni fa, ha regalato al gruppo guidato dal biologo americano James W. Hagadorn 162 rarissimi embrioni fossili ben conservati nell'atto di subire il processo di divisione cellulare.
I fossili sono stati analizzati attraverso sofisticate tecniche di imaging in 3D, comprendenti la tomografia assiale computerizzata, la microscopia elettronica a scansione e in trasmissione, e la petrografia su sezione sottile. L'evidenza piu' importante consiste nella capacita' di questi embrioni di procedere alla cosiddetta divisione cellulare asincrona, un sofisticato meccanismo che si osserva negli embrioni di organismi moderni, che determina tempi diversi di divisione fra le varie linee cellulari. Tuttavia questi embrioni, anche quelli formati da piu' di 1000 cellule, sembrano mancare di blastocele, una cavita' al centro della struttura embrionale solitamente presente negli embrioni moderni: essi potrebbero non avere questa struttura, oppure la stessa potrebbe essere andata persa durante il processo di fossilizzazione. L'evidenza piu' significativa consiste indubbiamente nella completa mancanza di organizzazione epiteliale in tutti gli embrioni analizzati, mentre gli embrioni dei metazoi moderni mostrano processi di epitelizzazione a partire da un centinaio di cellule.
Nonostante le difficolta' di razionalizzazione di queste evidenze, soprattutto per la mancanza di informazioni sugli stadi successivi di sviluppo di questi organismi (giovanile e adulto), Hagadorn e i suoi collaboratori sembrano propensi a classificare questi importanti fossili ancestrali, che si collocano nella finestra temporale che vide l'emergenza di tutti i phyla piu' importanti, come stem group metazoa, cioe' fossili di organismi che hanno preceduto la comparsa dei metazoi veri e propri: alcune caratteristiche topologiche e di divisione cellulare riscontrate mostrano infatti forti similitudini con quelle di spugne, cnidari e persino artropodi. Forse nel Neoproterozoico i processi di divisione cellulare di questi metazoi ancestrali erano meno organizzati e vincolati di quelli dei metazoi attuali.
Paola Nardi