Camminare in una valle verde

5023

Il progetto di ricerca ha coinvolto un team di scienziati del NIOZ e della University of Bremen. Le loro scoperte saranno pubblicate nell’ultimo numero della rivista PNAS.I ricercatori hanno studiato le tracce di una storia lunga quasi 200.000 anni, incastonate in alcuni sedimenti marini raccolti dai fondali antistanti le coste della Guinea, in Africa occidentale. Qui i forti venti di […]

Il progetto di ricerca ha coinvolto un team di scienziati del NIOZ e della University of Bremen. Le loro scoperte saranno pubblicate nell’ultimo numero della rivista PNAS.

I ricercatori hanno studiato le tracce di una storia lunga quasi 200.000 anni, incastonate in alcuni sedimenti marini raccolti dai fondali antistanti le coste della Guinea, in Africa occidentale. Qui i forti venti di terra trasportano grandi quantità di polvere dal Sahara e dal Sahel. Mescolate con la polvere, ci sono cere delle foglie di alcune piante che vengono trasportate per lunghe distanze attraverso il continente africano sino all’Oceano Africano, dove si depositano sul fondale a circa 3 km di profondità. Qui innumerevoli strati di sedimenti si sono così accumulati nel corso di migliaia di anni, ogni strato trattenendo la testimonianza delle passate condizioni ambientali in Nord Africa.

Le cere delle foglie sono resistenti alla degradazione e, quando intrappolate all’interno dei sedimenti, possono essere ben conservate per milioni di anni. Basandosi sulle loro analisi, gli scienziati hanno potuto determinare la relativa importanza di piante arboree ed erbacee nelle regioni del Sahara e del Sahel. Gli alberi generalmente per sopravvivere richiedono un quantitativo maggiore di acqua rispetto alle piante erbacee tropicali, quindi, analizzando la vegetazione di provenienza delle cere, il team ha potuto ricostruire i cambiamenti nelle precipitazioni nell’Africa tropicale durante gli ultimi 2000 secoli. Si è dunque scoperto che durante tre periodi distinti (tra circa 120.000 e 110.000, 50.000 e 45.000, 10.000 e 8.000 anni fa) crebbero nel Sahara e nel Sahel soprattutto alberi, fatto che indicherebbe condizioni significativamente più umide di quelle odierne.

I due periodi più antichi (120.000 e 50.000 anni fa) coincidono esattamente con i tempi in cui i primi uomini avevano iniziato la loro migrazione dall’Africa dell’Est a quella del Nord, al Medio Oriente, all’Asia ed infine all’Europa. A quei tempi le condizioni più umide in Nord Africa centrale probabilmente consentirono quindi all’uomo di attraversare questa regione normalmente inospitale, permettendo loro di migrare in altri continenti. Quando il clima nel Sahara e nel Sahel tornò nuovamente arido, gli uomini furono costretti a lasciare queste aree distribuendosi in regioni già abitate quali l’Africa settentrionale ed il Medio Oriente e causando così variazioni culturali e genetiche.

Ma quali sarebbero le cause di questi grandi mutamenti climatici? Secondo gli scienziati tali condizioni molto più umide sarebbero indirettamente legate ad un incremento della forza del maggiore sistema di correnti, la AOC (Atlantic Overturning Circulation). Il team di ricerca ha potuto valutare la forza di questa corrente tramite l’analisi dei gusci dei foraminiferi bentonici. Infatti quando l’intensità della AOC cambia porta a mutamenti nella composizione chimica delle masse di acqua profonda, che si riflettono nelle conchiglie di questi minuscoli animali. Confrontando i dati i ricercatori hanno scoperto che, nei periodi di indebolimento della corrente, nel Nord Africa centrale erano presenti più piante erbacee, ad indicare un clima più secco. Probabilmente l’indebolimento della AOC fu causato dall’aumento dell’ingresso di acqua fredda alle alte latitudini, che portò ad un abbassamento del contenuto in sale nelle acque di superficie. Quest’afflusso causò inoltre un raffreddamento in queste regioni, che a sua volta portò ad un movimento di aria fredda dalle alte latitudini ai tropici e a condizioni di maggior siccità nel Nord Africa centrale.

Probabilmente quindi le prime migrazioni umane dal continente africano non furono legate solo a cause locali, bensì anche ad eventi originatisi lontano, nel Nord Atlantico.

Ogni riferimento a battiti d’ali e Teoria del Caos è puramente casuale.

Luca Perri

Riferimenti:
Isla S. Castañeda, Stefan Mulitza, Enno Schefuß, Raquel A. Lopes dos Santos, Jaap S. Sinninghe Damsté and Stefan Schouten. Wet phases in the Sahara/Sahel region and human migration patterns in North Africa. PNAS, doi:10.1073/pnas.0905771106, 2009