Cannibalismo sessuale
In natura, il cannibalismo sessuale si verifica con frequenze pressoché ignote. In alcuni gruppi, però, tale pratica è storicamente segnalata (sino a divenire conoscenza popolare), come nel caso di molti artropodi (si pensi, ad esempio, alla celebrità di cui godono, a tal proposito, i Mantoidei). L’importanza di una valutazione del fenomeno in condizioni naturali è legata all’impossibilità di riprodurre, in […]
In natura, il cannibalismo sessuale si verifica con frequenze pressoché ignote. In alcuni gruppi, però, tale pratica è storicamente segnalata (sino a divenire conoscenza popolare), come nel caso di molti artropodi (si pensi, ad esempio, alla celebrità di cui godono, a tal proposito, i Mantoidei). L’importanza di una valutazione del fenomeno in condizioni naturali è legata all’impossibilità di riprodurre, in laboratorio, l’ampio spettro di casistiche nelle quali (in questo caso specifico) la tarantola, può usufruire (o meno), di alternative alimentari rispetto a quelle offerte dalla predazione dei maschi della propria specie.
I risultati dello studio descrivono un panorama ben delineato. Il cannibalismo sessuale pre-copulatorio si verifica nell’8-9% dei casi (ogni 100 incontri casuali tra maschi e femmine vergini, in 8-9 casi i primi vengono sfruttati quali alimento nutritivo); d’altra parte, si osservano eventi di cannibalismo sessuale con frequenza ben più alta se ad essere presi in considerazione sono gli incontri post-copulatori (nel 25-30% dei casi). Evidenziato che il principale “scopo” dell’essere maschio rimane ancora, anche in Lycosa, primariamente quello riproduttivo, viene spontaneo interrogarsi su quali siano i vantaggi del cibarsi di un conspecifico. Il beneficio, secondo gli autori dello studio, è determinato dal fatto che i maschi sono alcune volte più grandi di una preda alternativa (oltre che essere innocui – ignari della loro sorte – nei confronti delle loro simili); le femmine cannibali risultano avere tassi di riproduzione più elevati, progenie più sana e con corporatura più robusta rispetto alle femmine non cannibali.
Il cannibalismo sessuale in Lycosa tarantula è divenuto, quindi, secondo gli autori dello studio, una strategia adattativa alimentare primaria che fa fronte ad una generale carenza alimentare (più volte sottolineata da numerosi autori) per questa specie.
Massimo Bernardi
Riferimento:
Rabaneda-Bueno R., Rodríguez-Gironés M.A., Aguado-de-la-Paz S., Fernández-Montraveta C., De Mas E., et al. (2008) Sexual Cannibalism: High Incidence in a Natural Population with Benefits to Females. PLoS ONE 3(10): e3484.
Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons