Carnevale della Biodiversità – Infine forme bellissime

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E’ un onore poter ospitare qui questo “numero zero” della rassegna, poiche’ i contrubuti della bio-blogosfera italiana sono stati tutti di livello altissimo. Colgo anche l’occasione per ringraziare tutti coloro che ci hanno chiesto in ritardo di partecipare e che sfortunatamente non hanno trovato spazio; io, gli altri organizzatori e (spero) i lettori del carnevale aspettiamo con ansia di leggere […]


E’ un onore poter ospitare qui questo “numero zero” della rassegna, poiche’ i contrubuti della bio-blogosfera italiana sono stati tutti di livello altissimo. Colgo anche l’occasione per ringraziare tutti coloro che ci hanno chiesto in ritardo di partecipare e che sfortunatamente non hanno trovato spazio; io, gli altri organizzatori e (spero) i lettori del carnevale aspettiamo con ansia di leggere i loro contributi nella prossima edizione, che “andra’ in onda” il 12 febbraio 2011.

La biodiversita’ dei post che sto per presentarvi e’ degna delle Galapagos, spaziando da considerazioni generali a casi di studio particolari su animali e piante, alla genetica, sino alla didattica, tutto questo in soli dieci post. Veramente notevole. D’altro canto, anche in questo piccolo ecosistema virtuale oltre a radiazioni adattative ci sono stati casi di convergenza: se vi siete chiesti cosa significa il titolo della rassegna, non avete che da spulciare tra i post: piu’ di un autore ve lo spiega con dovizia di particolari e analogia (ma non omologia) dialettica. E ora veniamo alla rassegna dei post.

Paperfish fish biology in progress, osservando un insieme di Mandelbrot, si interroga su questioni al limite tra la biologia e la filosofia: quante sono le specie attualmente viventi? E quante sono comparse e si sono estinte nel corso del lungo cammino evolutivo dei viventi? Come dobbiamo raggruppare e classificare tutte queste forme diverse?

Leucophaea va ancora oltre, e ci risponde ad un’altro quesito fondamentale: ma questa biodiversita’, a che serve? Il post ci illustra, riferimenti alla mano, come “alla diminuzione di biodiversita’ corrisponde un aumento della presenza di malattie infettive”, un concetto piuttosto controintuitivo che mi ha sorpresa non poco. Continuando a leggere si scoprono poi altri dettagli sorprendenti su lepri e anticorpi, ma non ve li anticipo per non rovinarvi la lettura.

Sicuramente quello della perdita di biodiversita’ e dell’estinzione di massa e’ forse uno dei piu’ evidenti sintomi di malessere ecologico del nostro pianeta. Inutile nasconderlo, la colpa e’ come sempre, degli alieni, e di una specie alloctona in particolare, le cui immagini abbondano negli specchi di casa vostra. Bottiglie di Leida nel suo post “L’etica della conservazione” fa un mea culpa piuttosto aggressivo nei confronti della nostra specie.

Tiriamoci un po’ su il morale e pensiamo a quello che ancora abbiamo, e non solo a quello che abbiamo perduto e stiamo perdendo. Quando si parla di biodiversita’, uno dei gruppi di animali che ci viene subito in mente sono i ciclidi. Come ci spiega Mahengechromis Divagazioni di un ciclidofilo, “e’ soprattutto nei grandi laghi africani che i ciclidi hanno dato origine ad alcune radiazioni senza precedenti nella storia evolutiva dei vertebrati”. Il particolare che piu’ salta agli occhi (almeno agli occhi degli esperti) e’ come si e’ modificata la forma del cranio e la proporzione del corpo di questi pesci. La forma del cranio in particolare e’ importante perche’ correlata alla dieta, il resto ve lo lascio scoprire da soli.

Quando i pesci emersero dalle acque diventando vertebrati terrestri si portarono dietro le loro pinne pettorali raggiate che hanno formato la base delle nostre mani a cinque dita. Tutti i vertebrati terrestri hanno chi piu’ chi meno patito questo vincolo dell’arto anteriore ma un gruppo in particolare, gli uccelli, lo ha patito due volte per motivi evolutivi.  Theropoda, in un post veramente affascinante, ci illustra come l’evoluzione da dinosauro teropode ad uccello abbia posto dei vincoli nelle ali di questi ultimi ma come gli uccelli siano abilmente riusciti ad adeguarsi e aggirare l’ostacolo, pareggiando i loro antenati dinosauri nella diversificazione delle forme.

A proposito di diversificazione delle forme, Biosproject: Earth ci ricorda che gli insetti sono ineguagliabili in questo: il milione e passa di specie descritte annovera infatti insetti stecco lunghi 30 cm, specie acquatiche, specie volanti etc, ed ogni forma, ovviamente, e’ in piccolo capolavoro di ingegneria a se’. Volete un esempio? Basti pensare alle spiritrombe delle farfalle.

Parlando di spiritrombe, Oryctes Frammenti di natura ci regala un delizioso aneddoto sulla Xanthopan morgani spp. praedicta: l’esistenza di questa farfalla era stata predetta nientepopodimeno che da Charles Darwin. Se volete conoscere come e perche’, non vi resta che andare a leggere questo eccellente articolo ci parla del piu’ misterioso e affascinante gruppo di creature del regno vegetale: le orchidee. E’ stata davvero una scoperta per me leggere ad esempio il modo in cui le orchidee nostrane si riproducono: so poco di piante, non me lo sarei aspettato. Se sono riuscita ad incuriosirvi, vi raccomando la lettura del post.

A proposito di piante, sono molto invidiosa del post di Erba volant: ha scritto il post che avrei voluto scrivere io se il mio blog si fosse occupato del regno vegetale anziche’ di quello animale, e con lo stile leggero ma dettagliato che cerco (spesso senza riuscirci) di tenere nei miei post. Quando diventero’ ricca e famosa quasi quasi lo assumo come ghost writer, se non scrive in latino (sa lui perche’) senza dubbio fara’ meglio di me! Il post e’ un bellissimo, lungo articolo sulle “infinite forme pelosissime” delle piante, e non mi e’ ben chiaro se usa l’arte come scusa per discutere di piante o se usa le piante come scusa per parlare di arte, lascio ai lettori l’ardua sentenza.

Il post che mi ha sorpresa di piu’ pero’ per la novita’ e l’originalita’ dei contenuti e’ quello di Continuo proceso de cambio. Se pensate che per trovare un posto ricco di biodiversita’ bisogna andare ai tropici… beh, vi sbagliate. C’e’ un luogo decisamente inaspettato dove si possono trovare migliaia di specie diverse. Il problema semmai sta nel trovarle, identificarle e decidere se la cosa ci fa piacere o no. Consiglio caldamente la lettura del post, sono certa che sorprendera’ anche voi.

Se dopo avere letto il post di Continuo proceso de cambio vi sentite un po’ confusi sul concetto di specie, e soprattutto su quello di individuo, Gravita’ zero ci aiuta a rimettere un po’ di ordine spiegandoci invece in modo semplice e chiaro cosa fa variare le diverse popolazioni all’interno di una specie. La variabilita’ di popolazione e’ alla base della speciazione, e quindi e’ il primo motore immobile della biodiversita’.

Quando pensiamo alla varieta’ di forme degli animali ci sorprendiamo sempre ad ammirarne, come Darwin, l’infinita varieta’. L’orologiaiomiope, bastian contrario come sempre, discute invece nel suo post il fatto che di forme ce ne siano solo tre, tutto il resto sono esercizi di stile. Come funziona in termini pratici l’evoluzione delle forme degli animali? Come si e’ passati dai centopiedi agli esapodi? Che fine hanno fatto le altre 94 zampe? Scopritelo su questo blog!

Infine, se questi post vi hanno stimolato la curiosita’, fate l’insegnante di scienze e pensate (al contrario di chi scrive) che ci siano sistemi alternativi all’ascia bipenne per spiegare i concetti di biodiversita’ e genetica ai ragazzini, vi consiglio di passare da Scientificando, dove troverete un percorso didattico che sviluppa l’argomento. Se invece non fate gli insegnanti di scienze, provate a rispondere alle domande poste nell’articolo.

Last but not least, come dicono gli anglofoni, ricordo a tutti i lettori che il Carnevale della Biodiversita’ e’ patrocinato da Pikaia, il portale dell’evoluzione, che cortesemente ne riprendera’ le rassegne.

E questo e’ quanto. spero che troviate i post presentati  in questa prima edizione del carnevale interessanti quanto li ho trovati io. Livio Leoni, Marco Ferrari, la sottoscritta e tutti i blog partecipanti vi danno appuntamento al 12 febbraio 2011 su Leucophaea, per celebrare con la seconda edizione del Carnevale della Biodiversita’ il 202° compleanno di Darwin. L’argomento trattato sara’ “Biodiversità e adattamenti: la lotta costante per il cibo e lo spazio”.

Tratto da L’Orologiao Miope, il blog di Lisa Signorile