Carnevale della Biodiversità – L’isola che c’è
Ritorna il Carnevale della Biodiversità, che coinvolge i più prestigiosi blogger scientifici italiani, dedicato alla biologia delle isole
Chi ha seguito negli anni il Carnevale della biodiversità sa che è un evento un po’ speciale, Chiediamo infatti ai partecipanti di attenersi nella maniera più stretta possibile al tema proposto (questa volta era quello delle Isole) e di pubblicare tutti insieme attorno alla data concordata, non troppo prima. Per questo il nostro Carnevale non è mai stato un appuntamento con moltissimi post. Diciamo intorno a una decina, forse a volte un po’ di più. Per svariate ragioni, non ultima un’epidemia di influenza, questa edizione è forse un po’ più ristretta. Questo non significa però che dal punto di vista qualitativo ci siamo abbandonati all’andazzo dei tempi, con post raffazzonati e sciatti. Con un tema come quello delle isole, inoltre, il vero esperto di biodiversità dovrebbe andarci a nozze. Quasi contemporaneamente al Carnevale, inoltre, si è svolto in tutta Italia l’Evolution Day (a Milano si è chiamato così, nel resto d’Italia Darwin day), una serie di iniziative che vogliono “festeggiare”, in occasione del compleanno di Darwin (12 febbraio), l’importanza della teoria dell’evoluzione. Proprio a Milano il tema era Isole, laboratorio dell’evoluzione. Insomma, una consonanza di interessi. A cui contribuisce anche il nostro Carnevale.
Con questi post. Dò la precedenza a un paio di post già pubblicati, anche perché uno è di Lisa Signorile, titolare del carnevale assieme a me e Livio Leoni, l’altro è di un contributore storico del Carnevale, e anche di Oggiscienza, uno dei più noti siti web di divulgazione scientifica. Lisa riesce sempre a scovare bestie brutte, strane e interessanti anche nei luoghi più sperduti della Terra, in questo caso l’Isola di Lord Howe. Dove, come in tutte le isole oceaniche (sperdute cioè in mezzo alle distese d’acqua, senza nessun collegamento a terra) ci sono endemismi a bizzeffe. Che l’uomo, una volta arrivato, si incarica di estinguere. In questo caso la storia però è quasi a lieto fine, nel senso che il protagonista del post – un insetto stecco grosso come un topo ma molto più pacifico – si pensava estinto ma è stato ritrovato su un pezzo di roccia ancora più sperduto dell’isola originaria. La sua storia e la sua biologia sono, come tutte le cose che coglie Lisa, assolutamente affascinanti; anche se la bestia in sé non è proprio bellissima. Voglio far notare anche il titolo, Orribile insetto gigante risuscitato cerca casa accogliente (Dryococelus australis), che è Gouldiano quant’altri mai.
Stefano Dalla Casa su Oggiscienza (con un post dal titolo Nessun uomo è un’isola…oppure sì?)prende invece in esame un altro tipo di isola, quella costituita dal nostro corpo. Ogni piccolo angolo della pelle e delle interiora, infatti, è una specie di minuscolo ecosistema abitato da specie diversi di batteri, virus o archea. Che convivono, si combattono, evolvono e coevolvono con noi e tra di loro. Insomma, l’uomo e la donna come bioma; Stefano ne approfitta anche per fare un piccolo riassunto di genetica e di evoluzione.
Eccoci a un nuovo arrivato, Adriano Sofo col suo blog La belle verte. Il suo post svela i segreti di una specie notissima, in particolare sulle spiagge estive e tropicali, di cui però sappiamo poco. È la noce di cocco, che deve affrontare il problema di uscire dall’ambito angusto della sue isoletta e disperdersi in tutto l’oceano. Nel post Coccoooo… cocco bello, cocco fresco, Adriano ci racconta tutti gli adattamenti che i frutti del cocco hanno per riuscire a sopravvivere mesi e mesi in mare. Fa anche un cenno a un cocco meno conosciuto, che in base alla sua struttura non dovrebbe riuscire a galleggiare per conquistare altre isole. E che abita solo alle Seychelles, infatti; e da lì non si muove. Adriano ne approfitta per farci anche una piccola lezione di anatomia vegetale. Che sembrerebbe più complicata di quella animale!!!
Un altro nuovo arrivato è Marco Faimali che, beato lui, lavora (anche) in Antartide. Ma non ci parla delle distese gelate, ma di un’isola a metà strada tra il vero e l’immaginario, quella costituita dai rifiuti che la nostra specie scarica nell’Oceano Pacifico; ‘è “L’isola che non c’’è”, anche se credo che Peter Pan avrebbe grossi problemi ad abitarci. Molti si immaginano l’isola di spazzatura come una distesa di bottiglie di plastica su cui camminare. Ma non è così, come non è vero il fatto che l’isola sia per tutte le specie marine una totale iattura. Alcuni pesci e invertebrati riescono addirittura ad approfittarne per deporre le uova, nascondersi e disperdersi. Anche in questo caso l’isola che non c’è è un ecosistema nuovo e vergine, che modifica la vita degli animali e delle piante che ne approfittano.
L’ultimo post è di una vecchia conoscenza del carnevale, Renato Bruni, del blog Meristemi, che parla questa volta di un’interazione tra specie e territorio. Sono le “isole” create dalle termiti nella vasta savana africana. Su queste si stabiliscono comunità animali e vegetali del tutto diverse da quelle che si trovano nel resto della savana, con dinamiche ecologiche differenti e specie che non abitano che lì. Trovate il tutto su “Terra”.
Come vedete, per le più varie ragioni (impegni e malattie) il Carnevale è questa volta meno ricco di post. Che però tutti noi riteniamo di alto livello. Mancano, soprattutto a causa di malattie, il post del sottoscritto e quello di Livio Leoni. Spero non ne sentiate la mancanza e che tornerete ancora la prossima volta.
Da Leucophaea, il blog di Marco Ferrari