Carnevale della Bioviersità. Le dimensioni contano

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Aprile è il mese della pazzia (o dell’idiozia) e un po’ di follia c’è nel soggetto della terza edizione del Carnevale della Biodiversità: Le dimensioni contano. A dispetto delle temperature di questi giorni e del tema, i nostri blogger si sono dedicati con notevole impegno all’impresa di rendere divertente ed interessante questo appuntamento e hanno spaziato attraverso ogni regno dei […]


Aprile è il mese della pazzia (o dell’idiozia) e un po’ di follia c’è nel soggetto della terza edizione del Carnevale della Biodiversità: Le dimensioni contano. A dispetto delle temperature di questi giorni e del tema, i nostri blogger si sono dedicati con notevole impegno all’impresa di rendere divertente ed interessante questo appuntamento e hanno spaziato attraverso ogni regno dei viventi. Benvenuti quindi a questa edizione e se le dimensioni contano davvero sappiate che anche questa volta il tempo richiesto per leggere e riflettere su tutto non sarà poco.


La maggior parte dei post ha toccato il nucleo del tema: le dimensioni sono davvero importanti? Cosa cambia nell’essere piccoli o grandi? Mi piace quindi iniziare con Bottiglie di Leida che ci introduce ai misteri matematici delle relazioni che legano superfici e volumi e che rappresentano alcune delle poche leggi che in biologia ha valore quasi universale.


Biosproject: Earth invece esplora alcuni tra i vantaggi di taglia: la dissipazione del calore, la vita di gruppo e la comunicazione tra gli individui che rende il gruppo un’unità efficiente. Essere piccoli tuttavia non vuol dire essere ininfluenti: è il caso dei licheni.


Ad essere grandi non sono solo gli organismi, ma anche le molecole. Ecco quindi Rubisco, l’enzima delle meraviglie, che, oltre ad essere uno dei più grandi enzimi esistenti, è anche il principale strumento per la fissazione del carbonio. Ve ne parla Varie ed Eventuali.


Essere complessi significa essere grandi? Se lo chiede Scimmia da parte paterna che indaga i genomi e le loro dimensioni. Ciò che conta non è il tanto il crudo dato numerico delle basi azotate, ma l’interazione tra i geni e tra i geni e le proteine.


I genomi e le loro caratteristiche sono al centro del post di My Genomix che attraverso un vero tripudio di esempi ci avvicina alla teoria del DNA altruista. A scrivere di DNA egoista sono capaci tutti (soprattutto dopo Richard Dawkins), ma ad elogiare il DNA non codificante ci riescono in pochi. Lasciatevi sorprendere.


Con un titolo così malizioso, questo carnevale poteva trascurare le strategie sessuali di animali e piante? Oryctes Frammenti di natura ci presenta gli aspetti più imbarazzanti della vita sessuale di coleotteri, moscerini, uccelli e primati e soprattutto quella che Fabrizio de André definiva” fra tutte le virtù la più indecente”.


NaturaMat3matica si tuffa in una recentissima ricerca condotta su un ragno nordamericano che dimostra che le dimensioni da sole non bastano. Ad influenzare la scelta del partner da parte delle femmine è anche lo stato alimentare della femmina stessa e le caratteristiche sessuali secondarie dei maschi. Lo sanno tutti, a pancia piena si ragiona di più e ci si permette di essere più esigenti e meno aggressivi.


Io stesso sono stato sedotto dal lato oscuro del tema e ho indugiato sulle strategie riproduttive dei ciclidi e sul loro dimorfismo sessuale coinvolgendo specie poligame e monogame. Alla fine viene da affermare che forse, ma solo forse, piccolo è bello, ma sicuramente è più fedele.


Potere ai piccoli quindi! Ancora una volta buona parte dei blogger ha voluto sconfessare la chiave di lettura più evidente del tema e grida a gran voce che piccolo non è ininfluente. È il caso di Evoluzionista impertinente che ci parla di come i pidocchi siano passati indenni attraverso le grandi catastrofi della storia della vita.


Anche oggi Continuo proceso di cambio ci mostra come i batteri possano influenzare animali e piante al punto di guidarne il percorso evolutivo. È il caso di Wolbachia, che solo per dirne una uccide i maschi di diverse specie di insetti, e di Agrobacterium tumefaciens che provoca tumori nelle cellule vegetali. Il nostro destino è in una manciata di batteri?


Piccolo è bello, ma spesso è anche strano. Il post di Leucophaea porta alla ribalta vermi e virus. Chi come me ha studiato la zoologia nel millennio scorso non può scordare la netta divisione che ci veniva insegnata tra protostomi e deuterostomi. Le conoscenze avanzano e ciò che sembrava distante ora non lo è più come prima. Dove si andrà a finire? E che dire del fatto che si proponga un nuovo regno per organismi che in passato erano catalogati come virus? Urgono nuovi testi di Zoologia.


Così poco tempo, così tanti mammiferi. L’orologiaio miope dimostra come i mammiferi in pochi milioni di anni abbiano conquistato ogni ambiente disponibile in un fiorire di forme non propriamente infinite, ma sicuramente bellissime. Oggi è la volta di veri e propri recordbeast: dal più piccolo al più grande. Chi la vince? Fate il vostro gioco.


Un terzo gruppo di blog passa in rassegna alcuni organismi e le loro particolarità. Si parte dalle scimmie di mare di DropSea e dalla loro tolleranza verso acque ipersaline. Le scimmie di mare occupano un posto privilegiato nei ricordi di chi cercava gli occhiali a raggi X e diavolerie varie sulle pagine dell’Intrepido e vengo percorso da un brivido quando se ne parla, in particolare della loro fisiologia.


Evolve or die collega Charles Darwin a questa edizione del Carnevale descrivendo i fossili di gliptodonte che tanto gli furono cari e che il padre della teoria della discendenza attraverso modificazione scoprì nell’unico grande viaggio della sua vita.


Paper Fish, invece, percorre alcuni livelli del sistema di organizzazione dei viventi chiedendosi se quale sia il rapporto esistente tra biodiversità e dimensioni: ecosistemi, popolazioni, individui. Dove si va a parare? Ancora nel campo della sessualità dei pesci ossei. Scusateci, siamo ittiologi per formazione.


Concludo con il post di Theropoda dove il tema del terzo appuntamento del Carnevale della Biodiversità trova una chiave di lettura totalmente inaspettata: come si muovevano i Theropodi? Come ogni nuova produzione che si rispetti, anche in questo post il 3D non viene ignorato.


Arrivederci alla prossima edizione che avrà per tema … e che verrà ospitata da … (suvvia, un poco di suspense) e un grazie di cuore a tutti i blogger che hanno trovato tempo, energie e voglia di partecipare.
 
Tratto da Mahengechromis, il blog di Livio Leoni