Cervello da elefante

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Gli elefanti africani sono in grado di comprendere i gesti umani

Gli elefanti africani capiscono le indicazioni umane (col braccio o la mano) sulla posizione del cibo. La scoperta è stata pubblicata su Current Biology e ripresa da diversi importanti giornalisti scientifici, tra cui Carl Zimmer sul New York Times. Il giornalista americano ne parla nel suo articolo (“Elephants Get the Point of Pointing, Study Shows“) in cui riferisce degli esperimenti realizzati e pubblicati da Richard W. Byrne, biologo all’Università di St Andrews, in Scozia. 

Sappiamo già che la capacità di comprendere i gesti è un comportamento che si sviluppa nei bambini di circa un anno, mentre negli scimpanzé e in altri primati è invece un’abilità che non sembra comparire. E’ noto invece come nel cane, che però è una specie da lungo tempo addomesticata, sia presente. Si sa anche che gli elefanti asiatici hanno già dimostrato di sapersi riconoscere nello specchio, una capacità che condividono con le scimmie antropomorfe ma non con gli altri primati, che si spaventano o comunque non si riconoscono. 

L’esperimento ha mostrato risultati non casuali: nel 67% dei casi, gli elefanti infatti utilizzavano correttamente le indicazioni gestuali degli sperimentatori per individuare la posizione del cibo nascosto. Tali risultati sono comparabili con quelli dei bambini (il 72% a 1 anno). Qualche dubbio viene dal fatto che l’esperimento sia stato comunque condotto su 11 elefanti abituati a frequentare l’uomo e che sono stati addestrati per il trasporto di turisti. Per questo motivo potrebbero aver appreso l’utilità di indicare un oggetto; si verificherà in futuro anche l’eventuale uso di indicazioni che vengono da altri elefanti.

Altri esperimenti, invece, indicano che tale capacità non è condivisa con gli elefanti indiani (“Visual Cues Given by Humans Are Not Sufficient for Asian Elephants (Elephas maximus) to Find Hidden Food“).


Da L’Antievoluzionismo in Italia, blog di Daniele Formenti
Crediti immagine: Andrea Romano