Charles ed Emma: 180esimo anniversario di nozze
Martedì 29 Gennaio 1839 Charles Darwin sposava sua cugina Emma Wedgwood
Al rientro dal viaggio a bordo del brigantino Beagle, la carriera di Charles Darwin era decollata velocemente, ma ci volle qualche anno in più perché si sistemasse anche dal punto di vista sentimentale.
Dopo aver valutato i pro e contro dello sposarsi aveva deciso che voleva trovare moglie e la sua scelta era caduta su una donna che aveva conosciuto tutta la sia vita, una persona che ammirava molto e che sapeva lo avrebbe saputo supportare, sua cugina Emma Wedgwood.
Il giovane naturalista aveva chiesto ad Emma di sposarlo il 11 Novembre del 1838 e il loro fu un fidanzamento lampo visto che nemmeno due mesi e mezzo dopo erano già sposati. Le loro famiglie erano a dir poco contente alla notizia del loro fidanzamento, la migliore unione in cui potessero sperare. Il padre di Emma era tra i più felici per questa unione: la più giovane delle sue figlie e il suo nipote preferito: «Una figlia buona, allegra e affettuosa è la più grande benedizione che un padre possa avere, dopo una buona moglie: se potessi dare una moglie così a Charles senza separarmi da mia figlia non ci sarebbe davvero nessun’ombra nella mia totale soddisfazione di dargli Emma in sposa».
Quello tra Charles ed Emma non era il primo matrimonio tra i Darwin e gli Wedgwood, le due famiglie continuavano ad avere un forte legame. Ma questo, disse Erasmus, il fratello maggiore di Charles, « è un matrimonio che farà felice il resto del mondo almeno quanto voi: il migliore degli auspici che posso immaginare».
Charles aveva subito dato la notizia ai suoi amici e colleghi più cari. Aveva scritto a Charles Lyell «Ti scrivo perché non posso reprimere il desiderio di essere io il primo a comunicare a te e alla signora Lyell che ho da pochissimo la buona sorte e l’inattesa fortuna di stare per sposarmi. La signora è mia cugina, Emma Wedgwood, sorella di Hensleigh Wedgwood e anche del marito mia sorella; quindi siamo uniti da legami multipli oltre che, da parte mia, dall’amore più sincero e da una calda gratitudine perché ha accettato uno come me. Mi sono deciso a tentare la sorte nella mia ultima visita a Maer, tuttavia a fatica speravo che una tale fortuna potesse capitare a me».
Darwin si sentiva davvero fortunato, «non faceva che ripetere le parole di zio Jos “hai vinto alla lotteria”». L’unica preoccupazione che aveva riguardava il diverso atteggiamento che lui ed Emma nei confronti della fede. Suo padre gli aveva consigliato di tenere per sé i propri dubbi religiosi, ma Charles non gli diede retta, e ne parlò con Emma ancora prima del fidanzamento. Le sue riflessioni scientifiche lo portavano a dubitare dell’esistenza di un Creatore e con il passare degli anni sempre più domande che si affacciavano alla sua mente. Nonostante tutto Emma aveva accettato di sposarlo apprezzando la sua sincerità e temeva solo che quei dubbi potessero costituire «un doloroso vuoto» tra loro. Era però grata per la sua onestà, «dovrei temere piuttosto il rischio che tu mi nasconda le tue opinioni per paura di ferirmi» gli scrisse. Per quanto potesse infatti essere rimasta un po’ turbata, Emma sapeva accettare che Charles avesse idee diverse dalle sue e sebbene se ne dispiacesse, con il tempo avrebbe compreso le riflessioni di Charles. Pur con queste differenze, Charles sapeva che lui ed Emma sarebbero stati felici insieme e non smetteva di ripetersi: «nessuno è mai stato più fortunato di me, o più buono di te. Posso in realtà assicurarti che, molte volte da quando ho lasciato Maer, ho pensato a quanto poco ti abbia manifestato il molto che ti devo; e ogni volta che ci penso, giuro di provare a diventare abbastanza degno da meritarti».
Dopo la gioia del fidanzamento era però necessario darsi da fare per organizzare il matrimonio e trovare una casa dove andare a vivere insieme. Le nozze erano state fissate per la fine di Gennaio: Emma, con la madre, le sorelle, le zie e le cugine si stava dedicando all’organizzazione del matrimonio, mentre Charles cercava di trovare una casa Londra. Entro la fine dell’anno aveva trovato un alloggio che faceva al caso loro in Gower Street, nel cuore del quartiere di Bloomsbury, a due passi dal British Museum.
La data delle nozze, inizialmente fissata per il 24 gennaio, era stata poi spostata al 29. I due si continuavano a scrivere nelle settimane e giorni precedenti il matrimonio e solo qualche giorno prima Charles scrisse ad Emma: «Credo che tu mi renderai più umano e presto mi insegnerai che c’è una gioia più grande, che costruire teorie e accumulare fatti in silenzio e solitudine».
Tre giorni prima dalle nozze Charles era andato alla sua casa natale per passare qualche giorno con suo padre e il resto della famiglia. La sera prima del matrimonio andò a Maer, mentre il resto della famiglia Darwin sarebbe arrivata il giorno stesso.
E così Martedì 29 gennaio 1839 Charles era pronto a sposare Emma nella piccola chiesa di St Peter a Maer, a pochi passi dalla casa dove Emma era cresciuta e dove Charles aveva passato tanti felici momenti nella sua gioventù. La cerimonia fu officiata dal vicario, John Allen Wedgwood, cugino degli sposi.
I novelli coniugi Darwin avevano deciso di partire subito, nessuna grande festa, nessun pranzo. Dopo aver salutato i parenti erano saliti in carrozza e avevano lasciato Maer diretti alla stazione per prendere il treno per Londra: «abbiamo mangiato i nostri panini con i cuori colmi di gratitudine per tutto l’affetto che ci era stato riservato, e la bottiglia di acqua ci è stata di grande conforto».
Chiara Ceci è autrice del libro “Emma Wedgwood Darwin”, Sironi Editore
Chiara Ceci, naturalista, si occupa di comunicazione della scienza. Autrice di “Emma Wedgwood Darwin. Ritratto di una vita, evoluzione di un’epoca” (Sironi, 2013).