Coccodrilli golosi di molluschi

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Scoperti fossili di diverse specie di coccodrilli e caimani che convivevano in Amazzonia intorno a 13 milioni di anni fa: la loro dieta prevalente era probabilmente a base di molluschi

L’Amazzonia ospita uno dei biota più ricchi del mondo, ma le origini di questa diversità rimangono tuttora oscure. Un passo verso il chiarimento lo ha fatto un team di ricercatori internazionali riportando, su Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences, la scoperta di una nuova comunità endemica di coccodrilli altamente diversificata, presente nelle zone umide amazzoniche del Pebas (Perù) intorno a 13 milioni di anni fa, nel corso del Miocene.

Il sistema di zone umide si è sviluppato circa 23 milioni di anni fa in Amazzonia occidentale, raggiungendo dimensioni di oltre 1 milione di km2 dieci milioni di anni dopo, favorendo un’estrema complessità di ambienti, quali laghi, paludi e fiumi. Questi ambienti hanno restituito un numero eccezionale di record fossili e l’estrema abbondanza e diversificazione di invertebrati acquatici, quali ostracodi e molluschi, evidenzia una radiazione endemica lacustre di questi taxa risalente a circa 13 milioni di anni fa. Inoltre, un’indagine sistematica delle località peruviane nel nord-ovest dell’Amazzonia, condotta a partire dal 2002, ha fornito un’alta quantità di record fossili ben conservati di mammiferi, tartarughe, pesci e coccodrilli, con elevata abbondanza di quest’ultimi e documentazione dell’esistenza di almeno sette specie di coccodrilli che vivevano in simpatria, in contrasto con le tre osservabili (raramente) oggi negli hot spot amazzonici. I fossili evidenziano la più alta diversità tassonomica e la più ampia gamma di morfotipi di muso mai registrati in ogni comunità di coccodrilli, sia essa recente od estinta. La straordinaria eterogeneità delle forme del muso copre la maggior parte della gamma di morfotipi nota per l’intero clade dei coccodrilli, evolutesi in modo tale da poter sfruttare risorse differenti, occupando nicchie diverse e potendo quindi coesistere nel medesimo ecosistema complesso.

Tra questi coccodrilli, sono stati identificati cinque nuovi taxa che costituivano la fauna della zona nel Medio Miocene, tra cui un caimano (Gnatusuchus pebasensis) caratterizzato da una mandibola a forma di pala con denti anteriori bassi e posteriori sferici e diastemi (spazio tra due denti) simili a quelli dei mammiferi. Questa specie insolita è un esempio estremo di una radiazione di piccoli caimani con dentature atte alla frantumazione, a testimonianza di strategie alimentari peculiari, correlate con un picco di diversità ed abbondanza dei molluschi in questo periodo. I denti posteriori, così conformati, assomigliano a quelli dell’odierna lucertola Dracaena, che ha una dieta strettamente a base di molluschi. Anche se le correlazioni tra morfotipi ed ecologia non sono affermabili con certezza quando si parla di taxa estinti, la singolare anatomia di G. pebasensis fa pensare in tutto e per tutto ad una strategia d’alimentazione durofaga. Inoltre, tra i predatori che si nutrono nei fondi di fango (per esempio pesci bentonici o crostacei), i caimani rappresentavano i concorrenti favoriti in ambienti poveri di ossigeno, quali quelli presenti nel Medio Miocene, poiché in grado di respirare aria.

La nuova fauna che si è venuta a delineare dall’analisi dei record fossili, tra cui le due specie denominate Caiman wannlangstoni e Kuttanacaiman iquitosensis, evidenzia co-occorrenza di tutti i lignaggi dei caimani attualmente riconosciuti già circa 13 milioni di anni fa, enfatizzando il ruolo della ricchezza di habitat fornita dalle zone umide nel favorire la persistenza dei diversi lignaggi basali l’inizio della diversificazione dei loro parenti moderni. L’analisi filogenetica di un dataset morfologico indica G. pebasensis quale caimano basale, suggerendo che un rostro smussato e dentature atte alla frantumazione potrebbero rappresentare la condizione ancestrale del clade, mentre la morfologia a corona, più generalizzata, sarebbe derivata.

Riassumendo, la diversificazione morfologica dei coccodrilli presunti durofagi nel sistema Pebas, caratterizzato da zone umide, sembra essere stata guidata in gran parte dall’adattamento all’abbondanza di molluschi quale fonte alimentare in fondali lacustri poveri di ossigeno. Il picco di biodiversità dei coccodrilli è stato raggiunto nel medio Miocene prima della frammentazione delle suddette zone umide a causa del sollevamento delle Ande (12 milioni di anni fa, transizione del medio-tardo Miocene) che ha anche favorito l’origine del flusso transcontinentale del moderno Rio delle Amazzoni. I record fossili di Pebas sottolineano il ruolo chiave, a livello ecologico, della transizione medio-tardiva del Miocene, in Amazzonia, fornendo nuove prospettive sulla creazione degli ecosistemi moderni. La transizione ha determinato l’insorgere di fenomeni di incursione marina e conseguente calo della diversità endemica dei molluschi, favorendo faune fluviali e quindi coccodrilli con una dieta diversa, più generalista, quali i caimani che dominano i moderni ecosistemi amazzonici.


Riferimento bibliografico: 
Salas-Gismondi R, Flynn JJ, Baby P, Tejada-Lara JV, Wesselingh FP, Antoine P-O. 2015 A Miocene hyperdiverse crocodylian community reveals peculiar trophic dynamicsin proto-Amazonian mega-wetlands. Proc. R. Soc. B 282: 20142490. http://dx.doi.org/10.1098/rspb.2014.2490

Image credit: © Javier Herbozo