Come gli scimpanzé si curano (anche) con gli insetti
Per la prima volta, un gruppo di scienziati ha documentato l’applicazione di insetti a scopo medico da parte di un gruppo di scimpanzé, nel parco nazionale di Loango in Gabon
Che gli animali siano in grado di curarsi non è una novità. Cani e gatti mangiano erba per intrappolare a livello intestinale eventuali parassiti ed espellerli con le feci oppure per rigettare tramite il vomito un alimento dannoso per la salute. Il crisocione (Chrysocyon brachyurus) introduce nella dieta il velenoso frutto della Lobeira (Solanum lycocarpum) per prevenire l’infestazione di pericolosi parassiti ascaridi renali. Persino le api se aggredite dal fungo ascomicete Ascosphaera apis, cominciano a nutrirsi della resina delle piante. Gli oranghi, addirittura, sono stati osservati mentre masticavano foglie di Dracaena cantleyi per poi applicarle come rimedio topico su parti del corpo infiammate.
Quello che accomuna tutti questi esempi, è che gli animali introducono nella dieta o applicano su di sé, parti di piante o sostanze di natura vegetale per scopi non nutritivi ma piuttosto per rispondere a malessere ed a una condizione patologica. Si stanno quindi curando.
Negli scimpanzé, l’auto medicazione è ben nota. Queste scimmie sfruttano una grande varietà di piante per curarsi, come ad esempio, ingoiare senza masticare le foglie della Manniophyton fulvum, che causano prurito e piaghe se a contatto con la pelle, per liberarsi di parassitosi intestinali.
Ma recentemente, sulla rivista scientifica Current Biology, gli scienziati hanno riportato in uno studio, le prime evidenze di un rimedio medico topico a base di insetti, utilizzato da un gruppo di scimpanzé del parco nazionale di Loango, in Gabon.
Curarsi e curare con gli insetti
Nello studio questo comportamento senza precedenti viene accuratamente descritto e accompagnato da video: per prima cosa, lo scimpanzé cattura un insetto, solitamente prelevandolo da sotto una foglia o un ramo. Fatto ciò, lo pone tra le labbra dove applica una piccola pressione come per immobilizzarlo. Dopo di che, sempre usando le labbra oppure le dita, lo scimpanzé posiziona l’insetto sulla sua ferita aperta o su quella di un altro scimpanzé, muovendolo sulla superficie della zona interessata. Questa operazione viene ripetuta, con l’insetto che viene posizionato, mosso sulla ferita, riposizionato e mosso nuovamente diverse volte. L’insetto, terminato il suo utilizzo, non viene mai ingerito.
Non sappiamo che insetti sono
Nonostante questo comportamento sia stato osservato ben 19 volte in un arco temporale che va da Novembre 2019 a Febbraio 2021, non si è stati in grado di risalire alla specie (o le specie) di insetto utilizzata da questi scimpanzé. Le uniche caratteristiche note di questi insetti con scopo medico sono, la presenza di ali, il colore scuro, una lunghezza sui 5 mm e l’abitudine di posizionarsi sotto le foglie o i rami, dove vengono presi al volo dagli scimpanzé.
È importante sottolineare come le caratteristiche degli insetti catturati siano sempre le stesse e i gli step del loro utilizzo sempre i medesimi. Questo permette agli scienziati, che hanno realizzato queste osservazioni, di affermare con sicurezza che siamo di fronte al primo caso documentato di applicazione topica di un insetto con scopo medico.
Ulteriori studi saranno necessari per individuare la specie di insetto utilizzata e le sue proprietà curative, già ben note agli scimpanzé del parco nazionale di Loango.
Riferimenti:
Alessandra Mascaro, Lara M. Southern, Tobias Deschner, Simone Pika,
Application of insects to wounds of self and others by chimpanzees in the wild,
Current Biology, Volume 32, Issue 3, 2022, Pages R112-R113, ISSN 0960-9822,
https://doi.org/10.1016/j.cub.2021.12.045.
Immagine: Tobias Deschner/Ozouga chimpanzee project via Physorg
Mi sono laureato in Biologia Evoluzionistica all’Università degli Studi di Padova. Ho scritto per OggiScienza e sono attivo nel campo della divulgazione scientifica. Ho creato e dirigo il progetto di divulgazione scientifica multipiattaforma “Just a Story”