Come sarebbe un mondo senza insetti? L’ecologo Dave Goulson ci insegna come e perché non diventare una Terra silenziosa.

Terra silenziosa insetti

Pikaia ha letto per voi “Terra silenziosa. Come possiamo, e perché dobbiamo, evitare che gli insetti scompaiano di Dave Goulson (il Saggiatore 2022)”

Sarà capitato a tutti, soprattutto in questi giorni di torrido caldo estivo, di percorrere un tratto più o meno breve in auto, magari a velocità non troppo sostenuta e costeggiando parchi o boschi. Quanti di voi hanno notato, una volta a destinazione, insetti (per esempio mosche o moscerini) “schiacciati” sul parabrezza? Pochi, è probabile. In effetti, a livello comunicativo, il “test del parabrezza” è uno dei più efficaci per farci capire il grande declino degli insetti. Venti o trent’anni fa ci saremmo ritrovati i vetri ricoperti di minuscoli esserini alati. Oggi, pressoché nulla. Terra silenziosa. Come possiamo, e perché dobbiamo, evitare che gli insetti scompaiano di Dave Goulson (il Saggiatore, 2022) è un libro prezioso che, con ricchezza di informazioni, mette a fuoco un dato sotto gli occhi di tutti ma che non sempre trattato con l’attenzione che meriterebbe: il numero di insetti in giro per il pianeta sta diminuendo a ritmi vertiginosi. Dove sono finiti i bombi, dove sono andate a nascondersi le farfalle e perché, di contro (almeno così ci sembra!), le fastidiose zanzare godono tutto sommato di buona salute? Goulson fornisce dati, prove, illustra cause e chiarisce il ruolo centrale degli insetti (non solo gli impollinatori) per la tenuta dei servizi ecosistemici. Ci invita a immaginare – un po’ come chi cerca di figurarsi un pericolo probabile per prenderne le misure e provare così a scongiurarlo – come sarebbe un mondo senza insetti, cioè senza il frinire delle cicale, il ronzio delle api, lo zillare delle cavallette. Un mondo silenzioso, e molto meno ospitale per la vita umana. Il riferimento è, ovviamente, al lavoro di Rachel Carson Primavera silenziosa, libro rivoluzionario che nel 1962 dimostra per la prima volta gli effetti deleteri sulle popolazioni di uccelli degli Stati Uniti dell’uso massivo di DDT in agricoltura. Nella scelta di questo titolo da parte di Goulson risuona un certo lucido ottimismo – forse, meglio, una speranza che si augura di essere ben fondata. Infatti, così come Rachel Carson era riuscita a fermare grazie alla sua pubblicazione lo sterminio dei volatili americani e far mettere al bando l’uso del DDT in agricoltura, allo stesso modo l’autore di Terra silenziosa caldeggia (si veda soprattutto la parte finale del volume) una presa di posizione attiva, con tanto di suggerimenti per piccole azioni mirate alla portata di tutti, utile a contrastare l’Insectgeddon, l’Apocalisse degli insetti. Il volume è articolato in cinque parti. La prima parte, con dovizia di riferimenti ai principali studi scientifici in materia, cerca di fissare il dato di base della radicale diminuzione del numero di insetti in giro per il pianeta, con un focus specifico sulla situazione europea. La seconda parte individua le ragioni che motivano l’interesse e la call to action di cui si fa portavoce Goulson. La domanda a cui risponde questa parte è “A che cosa servono gli insetti?”. Le cause del declino degli insetti sono illustrate ampiamente nella terza parte, la più estesa delle cinque. Il lettore che si aspetti di essere guidato all’identificazione dell’indiziato principale, o addirittura dell’unico colpevole del declino degli insetti, è destinato a rimanere frustrato. Goulson – che ha dedicato la sua vita allo studio degli insetti, in particolare dei bombi – mette in luce con grande chiarezza e onestà intellettuale che riguardo alle cause il puzzle è ancora mancante di molti pezzi, benché quelli già presenti confermino tutti la gravità della situazione. Si legge a p. 215:
“Quindi, tra tutti i fattori di stress che gli insetti affrontano nel mondo moderno, qual è la vera causa del declino degli insetti? Chi è il vero assassino? La risposta è, ovviamente, tutti […]. Il declino degli insetti è determinato da tutti i fattori che ho descritto: perdita di habitat, specie invasive, malattie estranee, miscele di pesticidi, cambiamenti climatici, inquinamento luminoso e probabilmente altri fattori antropici che dobbiamo ancora scoprire. Non esiste un singolo colpevole”.

A complicare ulteriormente le cose ci sono i fattori che non sappiamo ancora neppure di non conoscere, e che potrebbero avere un ruolo rilevante nel declino globale delle popolazioni di insetti. Insomma, un invito pressante a moltiplicare gli sforzi di ricerca, condizione necessaria (ma non sufficiente) per un’azione efficace di contrasto al declino. La quarta e la quinta parte del volume sono quelle più operative, con indicazioni precise – dal giardinaggio “pro-impollinatori” alle attività di monitoraggio volontario nei transetti passando per gli hotel degli insetti e le donazioni alle associazioni di tutela – circa le piccole azioni che ciascuno di noi può compiere per contrastare lo spettro di una terra infinitamente silenziosa. Ora, un libro sugli insetti e sulla necessità della loro salvaguardia corre il rischio di incrociare, suo malgrado, un nemico assai diffuso e subdolo: il disgusto e la ritrosia che generalmente caratterizzano l’approccio degli esseri umani agli insetti, visti spesso come piccoli esserini nocivi, dei quali è meglio liberarsi anziché augurarsene la proliferazione. Scrive infatti Goulson:

“Nell’autunno del 2017 mi ritrovai a fare un’intervista dal vivo per un programma radiofonico australiano sul declino degli insetti. La prima domanda che il presentatore mi pose, con tono entusiasta, fu: «Allora gli insetti stanno scomparendo. Questa è una buona notizia, giusto?»” (p. 29).

Goulson non si esime dal riconoscere che mosche, moscerini, scarafaggi, zanzare – gli insetti che incontriamo nelle città, soprattutto – appartengono alle specie meno attraenti; peraltro, il problema della tutela non concerne tanto loro quanto le controparti selvatiche e non-urbane, sempre più esposte al rischio di estinzione. Tutti gli insetti però, agli occhi di Goulson,

“sono creature affascinanti e meravigliose ma […] bisogna investire tempo per conoscerle adeguatamente prima che i loro meriti diventino chiari ed evidenti. Per la maggior parte di noi si tratta di ospiti indesiderati che devono essere uccisi o buttati fuori il prima possibile” (p. 29).

Terra silenziosa si propone, appunto, di accompagnarci in questo percorso, alla scoperta del ruolo evolutivo e all’interno dei servizi ecosistemici di questi piccoli ma fondamentali invertebrati. Ognuno di noi, scrive Goulson nelle battute finali del libro, è chiamato a fare la sua parte, procedendo di passo in passo verso un cambiamento radicale d’atteggiamento che, con ragionato ottimismo, l’autore vede a portata di mano:

“Penso che il punto di svolta sia molto vicino. Cerca di persuadere una persona: un membro della tua famiglia, un amico intimo, un collega di lavoro: non importa chi. Potresti usare le api come leva per convincere qualcuno, spiegandogli come le sue scorte di cibo e persino il suo caffè mattutino dipendano da esse. Se ognuno di noi riuscisse a persuadere una persona e ciascuna di esse, a sua volta, ne persuadesse un’altra, in men che non si dica il mondo intero sarà dalla nostra parte. Nessuno di noi può riuscirci da solo, ma insieme potremmo farcela. È tempo di un’ultima spinta” (pp. 262-263).

I lettori di Pikaia sanno già che, all’Università di Firenze, chi scrive – insieme al dott. Leonardo Dapporto del Dipartimento di Biologia – sta svolgendo una ricerca sul ruolo degli insetti nei servizi ecosistemici e in particolare sul ruolo dell’attrattività estetica (o della non-attrattività estetica) nelle strategie di tutela delle specie, con attenzione speciale, tra gli insetti, ai lepidotteri diurni europei. È tempo di un’ultima spinta anche per il nostro progetto di ricerca! Se, accogliendo l’invito di Goulson, volete darci una mano a tutelare gli insetti partecipando alla nostra raccolta dati, andate all’indirizzo www.unveiling.eu e sottoponetevi al breve test online!