Come ti termostato un nido di bombi
Se lo e’ chiesto anche Sean O’Donnell, biologo e professore associato di psicologia alla University of Washington. Insieme ad alcuni colleghi ha esposto tre colonie di Bombus huntii, un imenottero comune nel Nordovest degli Stati Uniti, a diverse condizioni di temperatura, studiandone le reazioni. Il team ha scoperto che le operaie addette alla cura dei nidi determinano un chiaro effetto […]
Se lo e’ chiesto anche Sean O’Donnell, biologo e professore associato di psicologia alla University of Washington. Insieme ad alcuni colleghi ha esposto tre colonie di Bombus huntii, un imenottero comune nel Nordovest degli Stati Uniti, a diverse condizioni di temperatura, studiandone le reazioni. Il team ha scoperto che le operaie addette alla cura dei nidi determinano un chiaro effetto di termostatazione, mettendo in atto opportuni comportamenti che derivano dalla loro specializzazione. Quando, ad esempio, e’ necessaria l’incubazione delle larve, la temperatura del nido viene innalzata da operaie specializzate, particolarmente minute, attraverso la vibrazione dei muscoli che collegano le ali all’addome, il quale viene mantenuto in contatto con la nidiata: i ricercatori hanno dunque proceduto ad abbassare la temperatura di un nido (fino a circa 10°C), prelevando allo stesso tempo un certo numero di operaie particolarmente attive nell’innalzare la temperatura. Il nido ha risposto in circa 24 ore, dedicando le operaie restanti all’incubazione a ritmi ancora piu’ sostenuti, producendo cosi’ una risposta all’abbassamento di temperatura e riportandola ai valori ottimali, compresi tra 28 e 32°C. La risposta ad un innnalzamento della temperatura e’ consistito invece in un aumento dell’attivita’ di “ventilazione”, realizzata attraverso il battito delle ali: per osservare questo comportamento i ricercatori hanno innalzato la temperatura di un nido fino a 38,6 °C.
Lo studio, pubblicato online sulla rivista Behavioral Ecology and Sociobiology, dimostra dunque che la grande capacita’ di termostatazione e’ affidata ad un gruppo specializzato di operaie, e che non c’e’ intercambiabilita’ nella specializzazione: le operaie piccole si dedicano a questa attivita’, mentre quelle piu’ grandi restano per lo piu’ specializzate nella ricerca e collezione del cibo. L’abilita’ di B. huntii nel mantene la propria temperatura corporea e nel termoregolare il nido, attraverso una elevata plasticita’ comportamentale, permette ai bombi di vivere in climi particolarmente freddi, diventando cosi’ preziosi agenti ecologici, in quanto impollinatori di piante adattate ad habitat caratterizzati da elevate latitudini o altitudini.
Paola Nardi
Immagine di Robin L. Foster, co-autrice dell’articolo