Concedersi in cambio del cibo

Rousettus aegyptiacus Tel Aviv 250504

Le femmine dei pipistrelli della frutta egiziani preferiscono accoppiarsi con i maschi che condividono con loro le risorse alimentari


Cosa dovrebbe spingere un animale a comportarsi in modo altruistico nei confronti di un conspecifico? Un’azione viene definita altruista quando comporta un vantaggio per il ricevente mentre causa un apparente danno all’individuo che la compie. Tuttavia, dietro questo apparente costo, l’individuo che compie l’atto altruistico solitamente ottiene anch’esso un beneficio, ma per via indiretta. Non è un caso infatti che gli atti di altruismo più comuni nel mondo animale sono quelli tipici degli individui tra loro imparentati, quelli che quindi condividono parte del patrimonio genetico. Infatti, quando un comportamento aumenta il successo riproduttivo (fitness) del ricevente, anche l’altruista ne beneficia, per via indiretta, in quanto l’atto altruista avrà favorito la sopravvivenza e la propagazione (anche) della parte di genoma in comune.

Un esempio comune di altruismo tra gli animali riguarda la condivisione del cibo, comportamento che viene osservato in molti gruppi anche non imparentati. La condivisione del nutrimento, come anche le cure parentali dei genitori nei confronti della prole, è evidentemente una forma di altruismo molto vantaggiosa per chi la riceve. È un comportamento osservabile anche tra individui tra loro non imparentati, sebbene in questo caso il vantaggio, diretto o indiretto, per chi lo mette in atto non sia di immediata comprensione. Secondo l’ipotesi “food-for-sex” (cibo in cambio di sesso), i maschi condividono le risorse alimentari con le femmine in cambio di maggiori opportunità di accoppiamento. Questo fenomeno è già stato osservato in mammiferi sociali come i primati e i canidi; un altro buon modello di studio dei meccanismi sociali di reciprocità e di interazione intersessuale che implica la condivisione del cibo è rappresentato dai pipistrelli.

In uno studio pubblicato su Current Biology, Harten e colleghi, dell’Università di Tel Aviv, hanno analizzato per più di un anno il comportamento di una colonia di pipistrelli della frutta egiziani (Rousettus aegyptiacus) in cattività, formata da 15 maschi e 10 femmine. Questi megachirotteri, diffusi in Egitto e Medio Oriente, sono mammiferi sociali che vivono in colonie molto numerose e manifestano due diverse strategie di foraggiamento: vi sono i producers, che si procurano autonomamente le risorse alimentari, mentre i cosiddetti scroungers (“scrocconi”), riescono a ottenere il nutrimento “rubandolo” agli altri pipistrelli. Quest’ultimo comportamento è tipico delle femmine, che si approcciano ai maschi spesso in modo aggressivo nel tentativo di mangiare direttamente dalla loro bocca; in tutta risposta, i maschi reagiscono con altrettanta aggressività e questo scambio di manifestazioni alla lunga consolida il legame della coppia. Le femmine cederanno infine ai tentativi di accoppiamento concedendosi ai maschi che le avranno aiutate a nutrirsi.

I ricercatori in effetti hanno osservato, registrando le interazioni maschio-femmina e in seguito determinando geneticamente la paternità dei nuovi cuccioli nati nella colonia, che questi ultimi erano proprio i figli dei maschi che avevano ceduto più volentieri il proprio cibo alle femmine. Dunque questo risultato conferma, anche per questa specie, la veridicità dell’ipotesi “food-for-sex” e l’esistenza di una cooperazione intersessuale in grado di orientare la selezione del partner. Un aspetto interessante è che ogni femmina interagisce con un gruppo preferenziale di maschi, senza sovrapporsi ad altre femmine nella scelta del partner; tuttavia, si è visto che il network di interazioni intersessuali all’interno della colonia si modifica gradualmente nel tempo e vi è un’estrema infedeltà. Dunque, sebbene l’accoppiamento tra individui sia guidato da interazioni ripetute tra gli stessi producers e scroungers durante la stagione riproduttiva, le combinazioni tra maschi e femmine variano con la stagione successiva.

Indipendentemente dalla stabilità e durata della relazione che si viene a creare, i ricercatori ipotizzano che il nesso tra risorse alimentari e accoppiamento sia da intendersi come una forma di mutualismo che richiama il concetto di altruismo reciproco ideato dal biologo evoluzionista Robert Trivers nel 1971. Da parte della femmina, “scroccare” il cibo da un maschio diminuisce gli sforzi di foraggiamento e il rischio di predazione; da parte del maschio, permettere alla femmina di rubargli il cibo dalla bocca consente di rafforzare nel tempo il legame di coppia, ponendo le basi per future aumentate possibilità di accoppiamento. Studi più approfonditi saranno necessari per poter chiarire se queste dinamiche sociali sono presenti anche nelle popolazioni naturali o se al contrario sono esclusivamente legate alle condizioni cattività.

 

Riferimento:
Harten, L., Prat, Y., Cohen, S. B., Dor, R., & Yovel, Y. (2019). Food for Sex in Bats Revealed as Producer Males Reproduce with Scrounging Females. Current Biology.

Immagine: Zoharby via Wikimedia Commons