“Dalle lucertole all’uomo”: come l’essere umano ha conquistato la sua dimensione psicologica
“Dalle lucertole all’uomo” si propone di delineare il percorso evolutivo verso l’agentività psicologica specifica dell’uomo. L’autore individua quattro grandi architetture organizzative riguardanti la presa di decisioni e il controllo comportamentale nel singolo individuo: quella degli antichi vertebrati, degli antichi mammiferi, delle grandi scimmie e infine dei primi uomini. Ogni tappa evolutiva introduce un livello di “controllo” in più sui propri fenomeni psicologici e sulla facoltà di controllarli, fino a rendere l’individuo pienamente consapevole di sé e dei propri scopi.
Secondo Tomasello ciò che differenzia gli animali “intelligenti” da quelli che all’apparenza lo sembrano meno non è la complessità di comportamento, riscontrabile persino nella classe degli insetti, ma il “controllo” sul comportamento. Per esempio, uno scoiattolo è in qualche modo programmato per nascondere le noci, ma le peculiarità di un particolare territorio, in un determinato momento, sono uniche al punto che l’organismo non vi può essere biologicamente preparato nel dettaglio. Il singolo scoiattolo, chiamato “agente”, dovrà valutare volta per volta la situazione corrente e agire di conseguenza, operando una scelta. Per molti organismi i gradi di libertà sono limitati, per altri il comportamento ha più sfumature di flessibilità. L’agentività riguarda quindi non cosa gli organismi fanno, ma il come essi lo fanno. Un “agente psicologico” non si limita a rispondere agli stimoli, come i batteri, ma dirige e pianifica attivamente le proprie azioni verso obiettivi, stabiliti caso per caso. Il modello di controllo a feedback
Dalle lucertole all’uomo ingloba tutte le tappe evolutive dell’agentività umana all’interno di uno schema generale ben preciso chiamato “controllo circolare a feedback”. Secondo questo modello un organismo che ha un obiettivo (essere sazio) agisce (mangia) fino a quando la sua percezione (sentirsi sazio) corrisponde all’obiettivo finale. Se non vi è corrispondenza egli continua a provare; se invece vi è corrispondenza, l’organismo termina la propria azione. Con l’aumentare della complessità dell’organismo ogni singolo processo di azione diventa propedeutico ad uno successivo. Per esempio per un batterio è sufficiente muoversi di continuo sperando di trovare delle sostanze nutritive e l’obiettivo di sopravvivere si esaurisce nel movimento stesso. Per uno scimpanzé la sopravvivenza dipende non solo da fattori del mondo fisico, ma anche da pericoli derivati dal mondo sociale che richiedono più schemi di azione a catena, volti al benessere psicofisico finale dell’organismo. Dai batteri, alle lucertole, ai mammiferi
I primi organismi sulla Terra non erano agenti psicologici perché non avevano bisogno di esserlo. Gli organismi unicellulari sono quelli che l’autore chiama “attori animati non agentivi”: si limitano a filtrare le sostanze nutritive senza mai cessare il loro movimento. Non hanno controllo sulle loro azioni e non sono in grado di prendere vere decisioni. Qualcosa cambia con l’esplosione del Cambriano e la comparsa dei primi organismi complessi, circa 500 milioni di anni fa. Il comportamento dei primi vertebrati (pesci, anfibi, rettili) diventa più flessibile nel tempo e nello spazio. Le attuali specie di lucertola, discendenti degli antichi rettili, mettono in atto strategie “siedi-e-aspetta” (imboscata) o di inseguimento diretto, un tipo di controllo comportamentale sconosciuto agli esseri viventi precedenti l’esplosione cambriana. Le tecniche di foraggiamento delle lucertole sono flessibili e questi animali hanno dimostrato di saper valutare caso per caso la strategia migliore per l’acquisizione del cibo: sono cioè “agenti diretti a uno scopo”. Questi nuovi animali non si limitano a percepire stimoli attrattivi e repulsivi, ma prestano attenzione a situazioni rilevanti per raggiungere un obiettivo. Un ulteriore “salto di qualità” viene compiuto dai mammiferi, apparsi circa 200 milioni di anni fa. I mammiferi prima di agire sono in grado di simulare cognitivamente il proprio comportamento non solo prendendo decisioni del tipo “procedo-non procedo”, ma anche facendo scelte diverse e valutando gli esiti probabili dei piani possibili, cosa che le lucertole non fanno. Compare anche un livello esecutivo nuovo, la memoria di lavoro. Questa nuova organizzazione psicologica delinea gli “agenti intenzionali”, cioè organismi animati che oltre a essere diretti a uno scopo, simulano e pianificano nella mente possibili scenari di insuccesso. L’autore crede che questa ulteriore sfera psicologica sia stata resa possibile da vari fattori quali la nascita dei gruppi sociali, l’apprendimento prolungato nel tempo tipico dei mammiferi, l’espansione della corteccia prefrontale. Dalle grandi scimmie all’uomo
Le grandi scimmie sono i mammiferi che consideriamo più simili a noi. Questo è anche dovuto al fatto che secondo l’autore le grandi scimmie (o scimmie antropomorfe, cioè scimpanzé, bonobo, gorilla e orango) sono “agenti razionali”: non solo perseguono i propri obiettivi con intelligenza come tutti i mammiferi, ma operano in maniera logica e riflessiva. Le grandi scimmie non si limitano a sperimentare gli oggetti in movimento e i conspecifici che agiscono nello spazio, ma comprendono perché quegli oggetti e quei conspecifici si stanno muovendo e stanno agendo proprio in quel modo in base a inferenze logiche. Quanto alla riflessione, le grandi scimmie monitorano cognitivamente e controllano la decisione esecutiva in sé. La capacità di attribuire stati mentali ad altri agenti sulla base dei propri stati mentali e di leggere nella realtà cause fisiche e intenzionali non visibili direttamente è una qualità quasi sicuramente specifica dei primati. L’essere umano fa ancora un passo oltre e diventa “agente socialmente normativo”, oltre che razionale. Homo sapiens secondo Tomasello ingloba nella sua architettura psicologica tutti gli sviluppi evolutivi precedenti (sistema con controllo a feedback, simulazione cognitiva, lettura degli stati mentali) con la presenza ulteriore dell’autoregolazione sociale dei livelli esecutivi. Negli esseri umani sono le norme sociali, collettivamente imposte, che hanno plasmato la mente umana nelle forme della collaborazione, dell’attenzione al compagno, del rispetto dei vincoli sociali e dell’importanza della reputazione. In quanto agenti normativi che devono collaborare per foraggiarsi con successo, gli esseri umani hanno sviluppato abilità e motivazioni necessarie per formare un’agentività congiunta (in due) o collettiva (in gruppo). La sfida crea l’incertezza, che crea l’organismo, che crea l’esperienza
Una descrizione importante del libro riguarda l’influenza che hanno avuto le sfide ecologiche (ambientali e relazionali) sulla creazione delle incertezze patite dall’organismo per la propria sopravvivenza. Una certa sfida produce incertezza, alla quale l’organismo risponde (o tenta di rispondere) con una strategia comportamentale nuova che a sua volta porta il vivente a percepire specifiche esperienze. Un ambiente imprevedibile esige comportamenti adattabili. Per esempio in molti rettili buona parte delle incertezze scaturisce dal comportamento degli insetti come prede, la cui caccia richiede decisioni flessibili. Nei mammiferi, le incertezze scaturiscono dal comportamento dei propri conspecifici che competono per il cibo, creando pressioni a prendere decisioni “migliori”. Nelle grandi scimmie è il comportamento dei compagni la vera fonte di incertezza che ha spinto questi animali a prevedere con più accuratezza gli stati d’animo e le azioni dei rivali. Negli esseri umani la fonte di preoccupazione principale è costituita dai gruppi collaborativi. Ciascuna di queste incertezze ha portato alla luce i quattro diversi tipi di agentività e ogni agentività cambia la percezione esperienziale di una specie creando la sua “nicchia esperienziale”. In conclusione, Dalle lucertole all’uomo è un libro scorrevole e rigoroso, che cerca di tracciare una nuova direzione alla psicologia evoluzionistica innestandola in un nuovo quadro teorico che dà priorità al valore dell’agentività. Riferimenti: M. Tomasello, Dalle lucertole all’uomo. Storia naturale dell’azione, Raffello Cortina Editore, Milano 2023 (ed. orig. The Evolution of Agency. Behavioral Organization from Lizards to Humans, MIT, 2022).
Mi sono laureato in Scienze filosofiche con una tesi sull’importanza della cooperazione nei primi esseri umani. Ho scritto sulla piattaforma o2o di Mondadori, su Vulcano Statale e frequentato un corso di giornalismo scientifico. Ho creato il canale di divulgazione “Francesco Delvallo”.