Dimmi che batteri ospiti e ti dirò chi sei

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Le ultime novità, nello studio della fauna microbica che popola il corpo umano, arrivano da un articolo pubblicato su Science Express dal team di ricerca di Elizabeth Costello, che ha studiato il pool di microorganismi presente in diversi siti corporei di alcuni volontari sani, sviluppando così un piccolo atlante della biogeografia delle comunità batteriche.  Lo scopo principale di studi come […]

Le ultime novità, nello studio della fauna microbica che popola il corpo umano, arrivano da un articolo pubblicato su Science Express dal team di ricerca di Elizabeth Costello, che ha studiato il pool di microorganismi presente in diversi siti corporei di alcuni volontari sani, sviluppando così un piccolo atlante della biogeografia delle comunità batteriche. 

Lo scopo principale di studi come questo è capire se esista o meno una uniformità, nella fauna batterica ospitata dal corpo umano in condizioni di normalità, e di conseguenza se questa subisca variazioni significative in presenza di patologie. I risultati ottenuti da questo studio mostrano una elevata variabilità fra i soggetti studiati, sostenendo quindi l’ipotesi che ognuno di noi abbia per così dire una fauna batterica “personalizzata”. Anche la diversità batterica fra i vari siti corporei è abbastanza elevata, mentre l’analisi di quattro prelievi successivi ha dimostrato che, in ciascun sito corporeo di ogni volontario, non vi è una marcata variabilità nel tempo. 

Molte le domande ancora senza una risposta, ad esempio: come mai esiste questa forte variabilità  fra le persone sane? E questa specie di “impronta batterica”  che ognuno di noi porta, cambia nel tempo o si mantiene sempre uguale dalla nascita in poi? Questo studio, in ogni caso, ha dimostrato che la ricerca di fattori microbici, che possano essere correlati alle patologie umane, ci riserverà ancora grandi sorprese in futuro; non ci rimane dunque che attendere di poter realmente leggere su qualche rivista la frase: “dimmi che batteri ospiti e ti dirò chi sei”.

Silvia Demergazzi