Dinosauri: sangue freddo o sangue caldo?
A quanto pare nessuno dei due. Dalla comparazione dei tassi di crescita e del metabolismo di oltre 400 specie viventi ed estinte è stato possibile capire che i dinosauri appartenevano ad un gruppo intermedio: i mesotermi
Gli animali si suddividono in endotermi, a sangue caldo, ed ectotermi, a sangue freddo. Gli endotermi, come i mammiferi e gli uccelli, sono in grado di regolare la propria temperatura corporea e di mantenerla costante indipendentemente dalla temperatura ambientale. Sono inoltre contraddistinti da una crescita molto rapida. L’insieme di queste caratteristiche necessita di un’attività metabolica piuttosto elevata. Questi animali hanno cioè bisogno di molta energia e devono perciò alimentarsi di frequente. Gli animali a sangue freddo come i rettili, al contrario, non dovendo spendere energia nella regolazione della propria temperatura corporea, hanno un metabolismo ed una crescita molto più lenti.
Per molto tempo si è pensato che i dinosauri fossero ectotermi, ossia che non fossero in grado di mantenere costante la propria temperatura corporea, esattamente come i rettili odierni. Verso la fine degli anni ‘60 però alcuni ricercatori, considerando i tassi di crescita dei dinosauri, iniziarono ad avanzare l’ipotesi, ritenuta all’epoca a dir poco eretica, che questi animali potessero essere stati endotermi. Analizzando infatti gli anelli di crescita delle ossa dei dinosauri si è visto che la loro crescita era troppo veloce per animali a sangue freddo. Un metabolismo endotermo d’altro canto risultava essere poco plausibile per animali di notevoli dimensioni come i brachiosauri e tirannosauri, che non sarebbero stati in grado di ottenere tutta l’energia di cui avevano bisogno per il proprio sostentamento neanche alimentandosi in continuazione.
La questione è quindi rimasta controversa per anni, ma ora una nuova analisi sembrerebbe suggerire una soluzione di tipo diverso. In un articolo comparso su Science la settimana scorsa, John Grady dell’università di Albuquerque e i suoi colleghi, hanno utilizzato un approccio comparativo per caratterizzare il fabbisogno energetico di gruppi animali odierni e di altri ormai estinti. Dal raffronto delle dimensioni corporee e dei tassi di crescita si possono dedurre le necessità energetiche degli animali. In questo modo i ricercatori hanno sviluppato equazioni in grado di predire le relazioni tra i tassi di crescita, i tassi metabolici a riposo e le dimensioni corporee. Quando i tassi di crescita sono stati messi in relazione con i tassi metabolici, la maggior parte degli animali sono risultati suddivisi in due gruppi ben distinti, con gli endotermi a crescita veloce da un lato, e gli ectotermi a crescita lenta dall’altro. Solo un numero ristretto di animali, come gli squali, i tonni e alcune grandi tartarughe marine, si sono posizionati ad un livello intermedio del grafico, andando così a costituire un nuovo raggruppamento energetico: i mesotermi, animali cioè in grado di aumentare la propria temperatura corporea ma non di mantenerla costante.
Queste equazioni sono poi state applicate ai dati noti sui dinosauri. Nel caso di questo studio, rispetto ai precedenti, è stato usato un database molto più ampio e comprendente le maggiori cladi di vertebrati. Sono state prese in considerazione 381 specie, incluse 21 specie di dinosauri Mesozoici, 6 specie di coccodrilli estinti e uno squalo del cretaceo. I tassi di crescita e metabolici ottenuti dai record fossili dei dinosauri, una volta analizzati tramite le equazioni sul fabbisogno energetico, hanno collocato anche questi animali tra i mesotermi. Un risultato questo decisamente innovativo e che risolve la controversia tra ectotermia ed endotermia dei dinosauri suggerendo una terza via.
La creazione di un nuovo raggruppamento potrebbe sembrare piuttosto azzardata, ma allo stesso tempo offre una soluzione ragionevole per giustificare la velocità di crescita dei dinosauri che in questo modo avrebbero potuto raggiungere dimensioni anche notevoli con costi energetici relativamente bassi. Questo articolo e i modelli matematici proposti permettono uno studio più accurato del metabolismo dei dinosauri, che consentirà in futuro di avere una migliore comprensione delle nicchie ecologiche in cui questi animali hanno vissuto.
Daria Graziussi
Riferimenti:
Grady JM et al., Dinosaur physiology. Evidence for mesothermy in dinosaurs. 2014 Science 13;344(6189):1268-72. doi: 10.1126/science.1253143. Epub 2014 Jun 12.
Grady JM et al., Dinosaur physiology. Evidence for mesothermy in dinosaurs. 2014 Science 13;344(6189):1268-72. doi: 10.1126/science.1253143. Epub 2014 Jun 12.
Immagine da Wikimedia Commons