Disponibilita’ di cibo ed evoluzione del cervello
Il Journal of Human Evolution pubblica online un articolo di Andrea Taylor e Carel van Schaik, rispettivamente della Duke University e dell’Universita’ di Zurigo, nel quale si dimostra per la prima volta tra i primati una significativa connessione tra la quantita’ di cibo disponibile e la microevoluzione della capacita’ cranica. I due antropologi hanno comparato le caratteristiche dimensionali di quattro […]
Perche' tutto cio'? E' noto che dal punto di vista metabolico il cervello e' un organo decisamente costoso da mantenere: quando l'energia disponibile diventa sempre piu' scarsa, un organismo deve "decidere" quale sia la migliore strategia per ottimizzare la spesa energetica, mantenendo intatte le funzioni fondamentali per la propria autoregolazione: secondo gli autori, che parlano di ipotesi del tessuto costoso, questi primati mostrano uno shift microevolutivo verso individui capaci di "rinunciare" ad una parte del proprio tessuto cerebrale, e di adattarsi ad una dieta decisamente piu' povera di calorie e di proteine. Studi precedenti di van Schaik avevano inoltre mostrato che i piu' piccoli Pongo pygmaeus morio si riproducono con maggior frequenza dedicando minori cure parentali ai cuccioli, e hanno una minore aspettativa di vita: con questo nuovo studio viene dunque proposta una correlazione tra capacita' cranica, cure parentali e aspettativa di vita: quando diminuisce la prima, il periodo di accudimento del cucciolo diminuisce (non c'e' piu' bisogno di "addestrare" un cervello complesso) e la anche la vita media decresce.
E' lo stesso meccanismo ecologico che ha guidato il rapido e formidabile sviluppo cerebrale della nostra specie?
Paola Nardi