Ecco Matilda, la nuova vipera

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Alcuni ricercatori, tra cui l’italiano Michel Menegon del Museo di Trento, hanno scoperto una nuova specie di vipera, che hanno chiamato vipera di Matilda (Atheris matildae), in Tanzania, in un ambiente forestale molto degradato. Qui la descrizione, qui un sito dedicato, qui la voce di Wikipedia e qui la notizia della scoperta e alcune splendide foto.Ora, voi direte, che c’è […]


Alcuni ricercatori, tra cui l’italiano Michel Menegon del Museo di Trento, hanno scoperto una nuova specie di vipera, che hanno chiamato vipera di Matilda (Atheris matildae), in Tanzania, in un ambiente forestale molto degradato. Qui la descrizione, qui un sito dedicato, qui la voce di Wikipedia e qui la notizia della scoperta e alcune splendide foto.

Ora, voi direte, che c’è di nuovo? Non è una specie italiana, non è una specie grossa o piccola o particolare quindi perché ce ne parli? Perché gli scopritori hanno deciso, e spero che il trend si diffonda sempre più, che non era il caso di dire dove è stata trovata. Ora, molti sanno che al momento della scoperta di una specie nuova si deve anche indicare il luogo del ritrovamento (in inglese type locality), in modo da permettere ad altri di controllare anche la biologia della specie, o farne altri studi. Gli zoologi nel nostro caso invece si sono astenuti, indicando solo Southern Highlands of Tanzania come la località dove la vipera è stata trovata (e l’hanno fatto d’accordo con il curatore del journal dove hanno pubblicato, Zootaxa).

Perché questa segretezza? Perché il luogo è un frammento forestale di poche decine di chilometri quadrati, e perché i signori conoscono l’avidità umana. Se il luogo dove vive una vipera così bella e così rara cade infatti nella mani di trafficanti di animali, in brevissimo tempo la specie scompare. E le piccole vipere vanno a finire in terrari di ricconi che dopo qualche volta che le hanno viste mangiare un insetto o qualcos’altro se ne dimenticano e le fanno morire di fame. Non è difficile pensare che molte specie di anfibi o rettili siano state spazzate via dai trafficanti solo perché sono belle e/o rare.

Guardate le notizie su questo sito e poi ditemi se gli accordi hanno un qualche valore. Non solo per la piccola vipera di Matilda (è il nome della figlia di uno degli scopritori che l’ha accudita per un po’ appena arrivata) ma anche per tutti gli altri rettili o anfibi o uccelli che stanno facendo una brutta fine per il commercio di animali, queste notizie mi fanno pensare che un accordo come quello che si chiama Cites sia totalmente inutile. Non regolamenta il commercio di animali, ne consente lo sfruttamento bieco.

Qualcuno forse si stupirà che ci si occupi di piccoli rettili e si faccia di tutto per proteggerli (ci sono così tanti uomini che hanno bisogno…). Il tutto nasce dalla concezione tutta da Homo sapiens della cosiddetta eccezionalità umana, per cui la nostra specie è diversa da tutte le altre, qualitativamente diversa, e solo a noi sono consentite cose che non ci sogneremmo mai di permettere alle altre.

Fermiamo del tutto il commercio di animali selvatici e denunciamo quelli che nascondono in casa animali rari o sospetti, così come piante ovviamente…

Da Leucophaea, il blog di Marco Ferrari


Riferimenti:
Michele Menegon, Tim R.B. Davenport & Kim M. Howell (2011). Description of a new and critically endangered species of Atheris (Serpentes: Viperidae) from the Southern Highlands of Tanzania, with an overview of the country’s tree viper fauna. Zootaxa, 3120, 43-54

Immagine: da Wipikedia