Farfalle copione!

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La ricerca, pubblicata su PLoS Biology, è incentrata sullo studio ecologico e filogenetico di diverse specie di farfalle appartenenti alla sottofamiglia Ithomiinae e caratterizzate da mimetismo mülleriano, situazione in cui due o più specie presentano segnali aposematici o di avvertimento molto simili ed entrambe condividono attributi difensivi come la tossicità, grazie ai quali riescono ad evitare probabili attacchi. Queste coloratissime […]

La ricerca, pubblicata su PLoS Biology, è incentrata sullo studio ecologico e filogenetico di diverse specie di farfalle appartenenti alla sottofamiglia Ithomiinae e caratterizzate da mimetismo mülleriano, situazione in cui due o più specie presentano segnali aposematici o di avvertimento molto simili ed entrambe condividono attributi difensivi come la tossicità, grazie ai quali riescono ad evitare probabili attacchi. Queste coloratissime farfalle analizzate nel loro habitat naturale, la foresta amazzonica, si allontanano dal generale assunto secondo il quale specie simili, abitanti nello stesso ambiente, sviluppano differenti comportamenti e preferenze alimentari al fine di minimizzare la competizione tra di esse ed aumentare così la relativa fitness.
 
I ricercatori, in questo caso, hanno mostrato come le caratteristiche alari, utilizzate come avvertimento nei confronti dei predatori per rendere nota la propria tossicità, delle diverse specie di farfalle considerate, non siano risalenti a tempi ancestrali, ma dovute invece ad un’evoluzione convergente in tempi recenti. Le caratteristiche comuni, dunque, recano benefici ad entrambe le specie di farfalle, perchè i predatori, in questo modo, sono in grado di riconoscere i disegni e le colorazioni delle ali che ne esprimono la velenosità delle possibili prede; inoltre le farfalle possono condividere così il costo educativo nei riguardi dei predatori. I risultati dell’indagine indicano che le specie dotate di analoghi caratteri alari ammonitori si sono evolute proprio nello stesso territorio (ciò è stato confermato anche dal fatto che le farfalle in questione volano alla stessa altezza e preferiscono lo stesso tipo di copertura forestale) in maniera tale da poter massimizzare i vantaggi derivanti dalla loro rassomigliante apparenza.
 
Quanto esposto fino ad ora ci permette di comprendere come la difesa dai predatori possa fornire la spinta evolutiva necessaria all’affermazione di tali caratteri, quando nella maggior parte dei casi è la competizione diretta a rappresentare la principale forza selettiva in grado di dar forma e plasmare ad una comunità ecologica.

Barbara Caselli


Riferimenti:
Marianne Elias, Zachariah Gompert, Chris Jiggins, Keith Willmott. Mutualistic interactions drive ecological niche convergence in a diverse butterfly community. PLoS Biology 6(12): e300. doi:10.1371/journal.pbio.0060300

Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons