Gli amici si vedono nel momento del bisogno, anche tra gli scriccioli

Kaspar Delhey scriccioli azzurri superbi

Lo scricciolo azzurro superbo forma società complesse, simili a quelle umane. Nella stessa popolazione un individuo può addirittura rischiare la vita per aiutarne un altro, ma solo se lo conosce bene

Le società multilivello sono tra le società più complesse conosciute in natura. Sono organizzate come matriosche – gli individui fanno parte di gruppi familiari, che formano clan, che insieme costituiscono bande, villaggi o tribù. A ogni livello, le relazioni tra queste unità sociali (individui, famiglie, clan, bande e tribù) sono stabili e misurabili.

Tale struttura sociale è stata descritta in alcuni primati, cetacei, elefanti e più recentemente negli uccelli e ha probabilmente caratterizzato gran parte dell’evoluzione umana. In effetti, una struttura sociale multilivello è ancora comune tra molte società di cacciatori-raccoglitori in tutto il mondo. Nonostante questo, non è ancora del tutto chiaro quali siano i benefici evolutivi che offrono queste società .

Un’ipotesi basata sulle osservazioni di due popolazioni di cacciatori-raccoglitori contemporanei, è che vivere in una società multilivello consenta ai suoi membri di sviluppare diversi tipi (livelli) di relazioni cooperative contemporaneamente.

Nella nostra ricerca, pubblicata recentemente su Current Biology, abbiamo testato questa ipotesi in una popolazione selvatica di scricciolo azzurro superbo (Malurus cyaneus), un piccolo uccello canoro comune nei parchi e nei giardini dell’Australia sud-orientale.

Vivere insieme significa aiutarsi a vicenda

Gli scriccioli azzurri superbi vivono in società multilivello in cui i gruppi familiari– tra due e sei uccelli –che formano tra loro stretti legami sociali, rappresentano il livello sociale basale. Durante la stagione non riproduttiva, i gruppi familiari che occupano territori vicini formano reciprochi legami sociali. Spesso questi “supergruppi” si associano reciprocamente a loro volta per formare delle comunità (il più alto livello sociale). Di conseguenza, gli scriccioli azzurri superbi formano un network di relazioni sociali a diversi livelli di intensità.

Per mappare e comprendere queste complesse relazioni sociali, abbiamo marcato individualmente gli scriccioli della nostra popolazione con degli anellini di colore diverso sulle zampe, in modo da poter riconoscere ciascuno scricciolo individualmente con il binocolo. Mentre applicavamo gli anelli, abbiamo anche registrato i richiami di aiuto che alcuni di loro emettevano. Questi richiami sono usati dagli scriccioli come un SOS per chiedere aiuto immediato quando si percepiscono in uno stato di pericolo imminente, per esempio se catturati da un predatore.

In risposta, altri scriccioli corrono a dare manforte per aiutare l’individuo in pericolo, per esempio avvicinandosi al predatore e dando richiami di allarme. A volte però gli scriccioli utilizzano una strategia chiamata “rodent run” per distrarre il predatore,  aiutando lo scricciolo catturato a scappare: si avvicinano al predatore, assumono una postura curva al suolo e corrono avanti e indietro, simulando l’andatura di un topo. Questo comportamento altruistico espone lo scricciolo che lo esegue al rischio di essere a sua volta catturato dal predatore.

Abbiamo allora testato se le risposte altruistiche alle richieste di aiuto variassero in relazione ai diversi livelli sociali della società, come succede con la condivisione del cibo tra cacciatori-raccoglitori, anche se in questo caso, rispetto allo studio sui cacciatori-raccoglitori, gli scriccioli, cooperando, erano risposti a un rischio maggiore.

Per simulare un predatore che minaccia uno scricciolo, abbiamo usato un kookaburra impagliato – una specie di uccello predatrice – mentre riproducevamo una chiamata d’aiuto registrata da uno degli scriccioli. Abbiamo poi osservato e annotato le reazioni di tutti gli scriccioli testimoni dell’ “aggressione”.

Per ogni gruppo familiare, abbiamo verificato se la relazione sociale tra lo scricciolo autore del richiamo e gli altri scriccioli influenzasse la probabilità di questi ultimi di intervenire. Nel corso di diverse prove, abbiamo riprodotto una chiamata d’aiuto da parte di uno scricciolo all’interno dello stesso gruppo familiare, uno della stessa comunità e uno da un individuo sconosciuto, al di fuori della comunità.

Abbiamo scoperto che gli scriccioli erano più propensi a prestare attenzione alle richieste di aiuto degli altri scriccioli dello stesso gruppo familiare. Hanno invece risposto con meno intensità, espondendosi a meno rischi, quando era uno scricciolo della stessa comunità a chiedere aiuto.

E per quanto riguarda gli estranei? Li hanno ignorati completamente. Sembra quindi che essere parte di una società complessa permetta agli scriccioli di amministrare attentamente le proprie relazioni cooperative.

Come gli uccelli, come le persone

Il nostro risultato rispecchia quanto precedentemente osservato in popolazioni umane di  cacciatori-raccoglitori: le risorse alimentari erano condivise principalmente tra persone della stessa famiglia, poi con membri dello stessa comunità di gruppi famigliari, mentre la condivisione era ridotta al minimo tra i membri dello stesso campo, il più alto livello sociale della società, dove le relazioni sociali tra le persone erano mediamente più deboli.

Anche per gli scriccioli, vivere in una società multilivello permette loro di scegliere con chi cooperare e quanto investire in relazione cooperative. Inoltre, relazioni cooperative a diversi livelli sociali hanno probabilmente funzioni sociali diverse.

Per esempio, le relazioni di cooperazione all’interno del gruppo familiare sembrano aumentare la coesione, la sopravvivenza e la riproduzione del gruppo. A livello comunitario, è probabile, invece, che le alleanze tra gruppi familiari aiutino gli scriccioli a difendersi meglio dai predatori e a ridurre l’aggressività tra vicini.

All’interno dell’albero della vita, gli esseri umani e gli scriccioli fatati superbi costituiscono rami molto distanti tra loro (il nostro antenato comune è vissuto almeno 200 milioni di anni fa). Tuttavia, il modello di comportamento cooperativo mostrato da questi uccelli è sorprendentemente simile al nostro.

Ciò suggerisce che i complessi modelli cooperativi che vediamo rappresentati all’interno delle società umane potrebbero essere emersi indipendentemente molte volte in specie diversissime tra loro, e potrebbero essere apparsi per la prima volta milioni di anni prima che Homo sapiens mettesse piede su questo pianeta.

Ringraziamenti: gli autori ringraziano Holsworth Wildlife Research Endowment e la Ecological Society of Australia, l’Australian Research Council, l’Australian National University (ANU), l’Università di Zurigo, il Max Planck Institute of Animal Behavior e la Monash University per il supporto. Siamo grati ai nostri colleghi Robert Magrath, Sergio Nolazco e Damien Farine che sono co-autori di questo studio e ringraziamo Robert Magrath per essere co-autore di questo articolo.

Questo articolo è stato tradotto e adattato dall’autore partendo dalla versione originale in inglese, scritta con la professoressa Anne Peters (Monash University), pubblicata il 9 marzo 2023 su The Conversation sotto una licenza Creative Commons. 

Immagine: un maschio di scricciolo azzurro superbo. Foto di Kaspar Delhey.