“Gli errori di Darwin” tornano dalle vacanze…
Si ritorna a parlare del libro antievoluzionista di Jerry Fodor e Massimo Piattelli-Palmarini
A due anni dall’incursione filosofica di Piattelli-Palmarini e Fodor nella teoria dell’evoluzione (tutto cominciò ufficialmente con questo libro, ma già c’erano segnali preoccupanti due anni prima), il loro libro “Gli errori di Darwin” è uscito in edizione economica. Così, per fare un po’ di pubblicità, si riaccendono le (stesse) polemiche.
Su Il Foglio della metà di settembre viene riassunta la storia fin qui, storia ripresa esattamente dove s’era interrotta due anni fa, quando tutto ciò che si poteva dire sul quel libro, pro o contro, annoiava ormai tutti. Piattelli Palmarini dunque sostiene che la Sintesi Estesa è un falso sociologico, escogitato per salvare la faccia ad una scienza incapace di cambiare onestamente, arroccata ad un paradigma vetusto (l’evoluzione per selezione naturale). Il piano di salvataggio è dunque maturo: si propina una nuova incarnazione della teoria dell’evoluzione come un’estensione quando invece ne è uno stravolgimento. Le prove di questa differenza fondamentale, latitano, ma le argomentazioni filosofiche avanzate da Piattelli-Palmarini e Fodor abbondano (il cui nocciolo lo potete leggere nel citato articolo di Pikaia). Piattelli-Palmarini si spinge poi fino a fare un parallelo, per cui tra meccanismo della selezione naturale e teoria estesa vige lo stesso rapporto esistente tra marxismo e libero mercato, tradotto in parole franche suonerebbe più o meno così: l’evoluzione per selezione naturale come il marxismo è falso, tutto ciò che non è selezione nell’evoluzione e il libero mercato in economia sono verità. E benvenuta metanarrazione postmoderna. Infine sostiene che, nonostante gli evoluzionisti sostenitori della “fittizia” sintesi estesa (Pigliucci e Pievani, in particolare) vinceranno “sociologicamente”, non vinceranno invece “scientificamente”, avverbio cui viene invece resa giustizia nel libro di Piattelli-Palmarini e Fodor. Questo quindi il vincitore morale, ma Piattelli-Palmarini ammonisce: il riconoscimento avverrà solo post-mortem (se mai avverrà).
La notizia non poteva sfuggire ovviamente al blog di Enzo Pennetta in cui viene reiterato l’argomento di Piattelli-Palmarini, mutuato a sua volta dall’ “intelligent designer” Michael Behe, secondo cui esistono meccanismi/organi/sistemi dotati di una “complessità irriducibile”, ovvero non riducibili a meccanismi/organi/sistemi più semplici dotati di complessità minori. L’esistenza di tali “trappole per i topi” ontologiche, spezzerebbero del tutto le fondamenta epistemologiche dell’evoluzione per selezione naturale. Si sottolineano ovviamente le parole con cui Darwin stesso aveva trattato la possibile scoperta di tale supposto meccanismo di complessità irriducibile (“absolutely break down”).
Un po’ come se tutto ciò che Darwin ha scritto fosse oro colato. Non serve dire che non essendo materia di fede, ciò che Darwin ha scritto non è necessariamente corretto e preso per buono, né nelle sue affermazioni positive né nelle sue affermazioni negative. Esistono così molti meccanismi evolutivi che si sono affiancati alla selezione naturale già poco dopo la definizione della Sintesi Moderna, poi successivamente studiati empiricamente – e certamente l’evoluzione per selezione naturale è tra i meccanismi più rappresentati, se non il più rappresentato.