Gli europei discendono dalla mescolanza di tre antiche popolazioni

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Il modello a due vie che individua l’origine delle odierne popolazioni europee nell’unione degli agricoltori del Medio Oriente con i cacciatori occidentali non è sufficiente a spiegare la presenza di caratteristiche genetiche appartenenti ai nativi americani. Un nuovo studio chiarisce la situazione


Come avevamo già visto in un articolo di Pikaia di qualche mese fa, dagli studi di genetica di popolazione degli ultimi anni è emerso che migranti provenienti dal Medio Oriente sono stati responsabili dell’introduzione dell’agricoltura in Europa. L’ analisi del DNA di antichi agricoltori europei ha infatti portato a rilevare come queste popolazioni risultino geneticamente differenti rispetto a quelle dei cacciatori già presenti nell’Europa occidentale e molto più simili invece alle odierne popolazioni del Medio Oriente. 

La semplice commistione degli agricoltori medio-orientali con i cacciatori occidentali nell’Europa di 8000 anni fa non basta però a giustificare la presenza nel DNA degli odierni europei di caratteristiche appartenenti anche ai nativi americani. Come e in quale momento le popolazioni che hanno attraversato lo stretto di Behring hanno contribuito alla attuale variabilità genetica europea se nel DNA degli uomini che abitavano queste aree 8000 anni fa non erano invece presenti caratteristiche di questa terza popolazione? 

Per chiarire maggiormente le origini degli attuali europei  un gruppo molto ampio di studiosi dell’Università di Harvard e di Tubingen in Germania, ha preso in esame il DNA di più di 2000 persone provenienti da tutto il mondo e di 9 antichi europei della Svezia, del Lussemburgo e della Germania. Le ossa da cui è stato estratto il DNA preistorico provengono da 8 cacciatori vissuti circa 8000 anni fa e da un agricoltore vissuto 7000 anni fa. Unendo i dati raccolti in questo modo è stato possibile dimostrare come la stessa antica popolazione del Nord dell’Eurasia abbia geneticamente contribuito alla formazione sia delle popolazioni europee che di quelle dei nativi americani, arrivando in Europa solo dopo che si era già diffusa l’agricoltura.

Quando la ricerca è stata condotta questa popolazione di Nord-eurasiatici era considerata quasi alla stregua di una popolazione fantasma, in quanto se ne ritrovavano le tracce genetiche nel DNA degli europei ma non erano mai state rinvenute evidenze fossili che potessero supportare la loro reale esistenza. A gennaio di quest’anno invece sono stati ritrovati in Siberia due scheletri appartenenti ad una popolazione Nord-eurasiatica. Si spera quindi ora che dall’analisi del DNA di questi individui, sia possibile chiarire l’effettivo contributo genetico di questa popolazione alla variabilità degli odierni europei.

Un altro sorprendete risultato emerso durante le analisi filogenetiche condotte dal gruppo di ricercatori riguarda l’identificazione di una popolazione di “eurasiatici basali”. Si tratta di un’antica popolazione di provenienza non-africana che si è separata da tutte le atre popolazioni non-africane prima che queste si allontanassero tra di loro. Prima quindi che le attuali popolazioni non-africane degli aborigeni australiani, degli indiani e dei nativi americani si separassero, gli eurasiatici basali si erano già staccati in un ramificazione indipendente. 

Il prossimo traguardo sarà la ricerca di DNA di questa popolazione, in modo da poterla studiare con maggiore accuratezza, e la comprensione delle tempistiche e delle modalità con cui i Nord-eurasiatici si sono diffusi in Europa.

Daria Graziussi


Riferimenti:
Lazaridis et al. Ancient human genomes suggest three ancestral populations for present-day Europeans. Nature, 2014; 513 (7518): 409 DOI:10.1038/nature13673