I Neandertal sapevano accendere il fuoco?

Un recente studio indaga su particolari oggetti multifunzione rinvenuti in siti di Neanderthal con segni di usura compatibili allo sfregamento per la produzione di scintille

Nel Paleolitico medio, è ormai chiaro che i Neanderthal facessero uso del fuoco comunemente; ciò che è ancora fonte di dibattito è se fossero solo in grado di “raccoglierlo” e mantenerlo attivo o se fossero in grado di produrlo con veri e propri strumenti.

Uno studio pubblicato su Scientific Reports mostra delle evidenze sulla regolarità e l’uso sistematico di strumenti per la produzione del fuoco dei Neandertal. In numerosi siti francesi, a livello degli strati geologici risalenti al tardo Musteriano (circa 50.000 anni fa), sono state rinvenute dozzine di strumenti segnati da scanalature di diverse dimensioni. Questi solchi sembrano essere stati prodotti da continui sfregamenti e colpi in un’unica direzione con minerali duri. Le prove condotte dal team di ricercatori mostra come le striature e i depositi siano compatibili con lo sfregamento di diversi materiali, tra cui tracce (seppur scarse) di pirite (FeS2) lungo l’asse longitudinale di quelle che sembrano essere pietre focaie.

L’uso di pietra focaia e pirite è ben noto nell’Età del Bronzo, nel Neolitico e nel Mesolitico; altra questione è il Paleolitico che risulta essere povero di reperti di questi oggetti. La scarsità di utensili per produrre il fuoco può essere dovuta sia a fattori tafonomici che comportamentali. Pare che questi antichi “accendini” fossero per lo più il risultato del riutilizzo di strumenti adibiti ad altri usi (come per esempio schegge di armi o strumenti per il taglio) e dunque la loro usura era decisamente maggiore.

Nei siti neandertaliani francesi di indagine (situati nella regione della Dordogna) sono stati studiati degli strumenti detti bifacciali: erano oggetti che spesso venivano usati in vario modo, dalla macellazione alla lavorazione del legno e di minerali. L’ipotesi che sta alla base della ricerca è che potessero essere anche usati per l’accensione del fuoco.
 
L’analisi di micro scanalature, solchi di varie dimensioni e usura con tecniche ai raggi X e tramite SEM (microscopio elettronico a scansione), tutti lungo la stessa direzione, sembra confermare questa ipotesi.
Il riconoscimento e l’analisi delle tracce lasciate da diversi materiali sui bifacciali è una sfida che può chiarire l’uso di questi oggetti della vita quotidiana dei Neanderthal.

Delle diverse forme di bifacciali la ricerca si è concentrata su quelle levigate a forma di C: questa forma coincide con le pietre focaie di epoche più recenti e i segni lasciati dai vari sfregamenti sono compatibili con i movimenti per la produzione di scintille. Il confronto dei bifacciali con altri oggetti rinvenuti nei siti Neanderthal, mostra come le prime avessero segni di usura differenti e compatibili con l’uso da pietre focaie. L’attenta analisi del team di ricercatori ha inoltre evidenziato come questi particolari oggetti, una sorta di coltellino svizzero per i Neanderthal, fossero ben curati e mantenuti in buone condizioni a differenza di altri strumenti da lavoro.

Comprendere come questi oggetti della vita comune dei Neanderthal fossero lavorati, utilizzati e mantenuti ci permette di ottenere un quadro più chiaro sulle abitudini, il comportamento e dunque l’intelletto di questi nostri recenti cugini estinti.

Rifermenti
A. C. Sorensen, E. Claud & M. Soressi. 2018. Neandertal fre-making technology inferred from microwear analysis. Scientific Reports, 8: 10065

Immagine: By No machine-readable author provided. G.dallorto assumed (based on copyright claims). [Attribution], via Wikimedia Commons