Ignorare il creazionismo

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Il paleontologo Russell Garwood, dell’Università di Manchester, scrive un appello su Nature in cui invita il mondo scientifico ad insorgere contro le affermazioni del creazionismo. Lo spunto per rinfocolare la diatriba è la pubblicazione di un articolo sull’evoluzione dei dinosauri, in cui, una nuova specie di tirannosauride ha dimostrato la presenza di piume anche in questo gruppo di grandi carnivori […]


Il paleontologo Russell Garwood, dell’Università di Manchester, scrive un appello su Nature in cui invita il mondo scientifico ad insorgere contro le affermazioni del creazionismo. Lo spunto per rinfocolare la diatriba è la pubblicazione di un articolo sull’evoluzione dei dinosauri, in cui, una nuova specie di tirannosauride ha dimostrato la presenza di piume anche in questo gruppo di grandi carnivori (Pikaia ne ha parlato qui).

Varie le strategie che usate per strumentalizzare le caute affermazioni degli articoli scientifici, continuamente sotto il mirino di zelanti creazionisti: non ci sono stadi intermedi conosciuti? Semplice, non esistono, così è il “Dio dei vuoti”, ovvero l’intervento divino diretto e immediato nella natura ove vi siano dati mancanti. Un gruppo noto allo stato fossile presenta stasi? Semplice, l’evoluzione non esiste.

Ma se la retorica creazionista risulta vincente, ci sarà un perché. Il problema, spiega il paleontologo, sta non in “cosa” si dice negli articoli, bensì in “come” lo si fa: si sottolinea troppo poco quanto gli scienziati siano d’accordo concentrandosi sempre su ciò sui problemi ancora aperti. La proposta di Garwood è quella di rendere disponibili online più informazioni gratuite sugli articoli scientifici che vengono pubblicate, per esempio riassunti e spiegazioni in gergo meno tecnico ma scritte dagli stessi ricercatori. L’informazione dunque, ma di qualità, invece che di quantità.

Giorgio Tarditi Spagnoli