I clan dello scricciolo azzurro superbo: la riproduzione cooperativa negli uccelli favorisce l’evoluzione di società multilivello simili a quelle umane
In Australia, minuscoli uccelli vivono in una società multilivello, dimostrando ancora una volta che per lo sviluppo di società complesse non serve essere mammiferi con un grande cervello
Uno dei misteri al cuore della biologia riguarda l’evoluzione della complessità. Nello specifico, tra i molti sistemi sociali complessi emersi in natura, spiccano sicuramente le società multilivello. In queste società, che esibiscono una struttura frattale (cioè le stesse relazioni si ripetono a scale diverse), gli individui sono organizzati in famiglie che fanno parte di clan a loro volta strutturati all’interno di bande. A ciascun livello, le associazioni tra i componenti (individui, famiglie e clan) sono stabili. In altre parole, gli individui all’interno delle famiglie stanno solitamente insieme, e le famiglie tendono a interagire specificamente con altre famiglie, formando quindi dei clan. Sembra che sia stata proprio un’organizzazione sociale di questo tipo ad avere caratterizzato buona parte dell’evoluzione umana (forse gli ultimi 300.000 anni). Inoltre, questo tipo di struttura sociale è ancora estremamente comune in molte società umane di cacciatori-raccoglitori attuali. Numerosi indizi suggeriscono infatti che sia stato proprio l’organizzarsi in società multilivello a contribuire all’accelerazione dell’evoluzione culturale nella nostra specie. Secondo recenti modelli, infatti, l’evoluzione di gruppi sociali distinti, rallentando la trasmissione di innovazioni culturali, avrebbe paradossalmente permesso la coesistenza di multiple tradizioni culturali. Nella nostra ricerca, pubblicata sulla rivista Ecology Letters, abbiamo studiato la struttura sociale di una popolazione in natura di scricciolo azzurro superbo (Malurus cyaneus). Abbiamo scoperto che questa specie di uccello vive in una società multilivello con un grado di complessità un tempo ritenuta esclusiva di specie di mammiferi dotate di grande capacità cerebrale, come noi umani.
La riproduzione cooperativa negli uccelli
Nonostante la comunità scientifica abbia ormai un’idea chiara sui possibili vantaggi che le società multilivello possono offrire, sappiamo ancora relativamente poco sulle condizioni (drivers) che favoriscono la loro evoluzione. Tuttavia, tra le poche specie attualmente note per possedere società di questo tipo, emerge una caratteristica condivisa: il fatto che vivano in gruppi stabili, in ambienti dove la disponibilità di cibo e risorse è inconsistente, oscilla nel tempo e risulta difficile da predire. Ciò è vero, però, anche per molte specie di uccelli che si riproducono in modo cooperativo, tra cui gli scriccioli azzurri superbi, che vivono lungo la costa meridionale e orientale del continente australiano. Questa specie si organizza in piccoli gruppi familiari, con aiutanti al nido che non si riproducono ma aiutano la coppia dominante a difendere il territorio riproduttivo e a crescere i piccoli, un sistema sociale comune in molte specie di uccelli in Australia e in Africa. Gli scriccioli azzurri superbi erano già noti per il loro approccio poliamoroso al sesso, nonostante siano socialmente monogami all’interno della coppia. Le coppie, infatti, formano rapporti sociali esclusivi, anche se, durante la stagione riproduttiva, ciascun partner si accoppia generalmente anche con altri individui. Il nostro studio ha rivelato come la complessa organizzazione sociale di questa specie durante la stagione riproduttiva fosse in realtà solamente la punta di un iceberg, in termini di complessità sociale.Associazioni per scelta
Abbiamo studiato circa 200 individui di scricciolo azzurro superbo per due anni, marcando ciascuno scricciolo con una combinazione unica di anellini colorati, in modo da poter riconoscere ciascun individuo in modo univoco. Abbiamo poi registrato le associazioni sociali tra individui e usato i dati raccolti per costruire un grafo sociale, un vero e proprio social network, che ci ha permesso di quantificare ogni relazione sociale tra individui (quanto spesso due scriccioli fatati superbi si trovino insieme). Abbiamo scoperto che nei mesi autunnali e invernali i gruppi riproduttivi (che includono la coppia riproduttiva, gli aiutanti e la prole dell’anno precedente) si associano stabilmente con altri gruppi riproduttivi per formare dei clan. Questo fenomeno avviene prevalentemente tra individui con legami di parentela. A loro volta, questi clan si associano con altri clan per formare delle comunità. Poi, durante la primavera successiva, le comunità si dividono nei gruppi riproduttivi originali, che tornano a occupare i territori primaverili di riproduzione, per poi incontrarsi nuovamente l’autunno e l’inverno successivo. Proprio come per noi, questi minuscoli uccelli (peso medio circa 9 grammi), non interagiscono casualmente con altri individui. Hanno, invece, individui specifici e gruppi con cui scelgono di allearsi per trascorrere collettivamente i mesi più rigidi dell’anno (non sappiamo però ancora in base a quali precisi meccanismi operino la loro scelta). Nonostante non sia ancora del tutto chiaro perché gli scriccioli fatati superbi formino gruppi sociali di livello superiore (clan e comunità), sospettiamo che questa struttura sociale permetta loro di sfruttare aree più vaste durante l’inverno, quando le risorse sono limitate. Inoltre, questa stessa strategia potrebbe fornire protezione contro i predatori, come gli sparvieri e i kookaburra. Questa ipotesi è supportata da una nostra analisi sistematica dalla letteratura specialistica, che suggerisce che le società multilivello potrebbero essere comuni in molte specie di uccelli che si riproducono cooperativamente. La riproduzione cooperativa è infatti un’altra strategia per affrontare e sopravvivere a condizioni estreme e durissime, quali la scarsità di risorse alimentari. Quindi, seguendo questa associazione, le stesse condizioni che favoriscono questo tipo di strategia riproduttiva potrebbero essere le stesse che selezionano l’evoluzione di società multilivello.Le società multilivello in altri animali
Esistono poche altre specie che sembrano avere una simile struttura sociale, tra cui alcune specie di babbuini, e altri grandi mammiferi che mostrano di possedere complesse tradizioni culturali, come le orche, i capodogli e gli elefanti. Per lungo tempo i ricercatori hanno ritenuto che fosse proprio il vivere in strutture sociali e in società complesse a favorire l’evoluzione di un grande cervello (oppure il contrario). Pensavano anche che queste caratteristiche sociali fossero uniche ed esclusive delle specie di mammiferi con grande capacità cerebrale, poiché orientarsi in un mondo sociale costituito da differenti tipi di relazioni sociali, organizzate su più livelli, non è facile e risulta essere un compito cognitivamente dispendioso. Per questo motivo, altre specie, meno simili a noi e con le quali siamo imparentati evolutivamente soltanto alla lontana, erano state preventivamente escluse, forse anche inconsciamente, da questo campo di ricerca. Questo sembra riflettere i bias (pregiudizi) antropocentrici che noi umani abbiamo verso la nostra stessa specie e verso le specie simili alla nostra. Il nostro studio suggerisce, invece, che l’emergenza in natura delle società multilivello non deve essere associata esclusivamente a specie di mammiferi con un grosso cervello. Al contrario, anche minuscoli uccelli possono evolvere società di questo tipo. Sospettiamo quindi che, se saremo in grado di liberarci da pregiudizi antropocentrici e continueremo a osservare e studiare il mondo naturale con curiosità, nei prossimi anni parecchie altre specie potrebbero unirsi agli scriccioli azzurri superbi nell’elenco dei gruppi animali dotati di società complesse, organizzate in un modo non dissimile dalle nostre società tradizionali.Riferimenti: Camerlenghi, E., McQueen, A., Delhey, K., Cook, C. N., Kingma, S. A., Farine, D. R., & Peters, A. (2022). Cooperative breeding and the emergence of multilevel societies in birds. Ecology Letters, 25(4), 766–777. doi: 10.1111/ele.13950
Immagine: maschio (sx) e femmina (dx) di scricciolo azzurro superbo (composizione). Di user:benjamint444, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons
Questo articolo è stato tradotto e adattato dall’autore partendo dalla versione originale in inglese, scritta con la professoressa Anne Peters (Monash University), pubblicata il 10 gennaio 2022 su The Conversation sotto una licenza Creative Commons.
Ettore Camerlenghi (1990) è dottorando in Ecologia del Comportamento Animale e Conservazione della Natura. Studia l’evoluzione delle società animali e la loro organizzazione sociale, con un focus particolare sulla complessità sociale. Alterna periodi di ricerca in Australia a spedizioni in Amazzonia. Collabora con MicroMega, Il Tascabile, Il Manifesto e DinamoPress.