Il genoma dell’uomo di Neanderthal
Svante Pääbo del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology ha comunicato nei giorni scorsi in una conferenza stampa di aver sequenziato il 63% del genoma (3.7 milioni di basi del DNA nucleare) del Neandertal (a partire da materiale osse trovato a Vindija in Croazia) e di confermare i dati già ottenuti con il DNA mitocondriale: è una specie diversa rispetto […]
Svante Pääbo del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology ha comunicato nei giorni scorsi in una conferenza stampa di aver sequenziato il 63% del genoma (3.7 milioni di basi del DNA nucleare) del Neandertal (a partire da materiale osse trovato a Vindija in Croazia) e di confermare i dati già ottenuti con il DNA mitocondriale: è una specie diversa rispetto all’Homo sapiens e se c’è stato uno scambio di materiale genetico fra le due specie è stato minimo, per cui il Neandertal ha contribuito in una parte minima al patrimonio genetico della nostra specie. L’antenato comune di situerebbe circa 800 mila anni a e l’Homo neandertalensis sarebbe comparso circa 300.000 anni fa, mentre l’Homo sapiens 250.000 anni fa.
Se ne parla su ScienceNews e sul sito del Neandertal Genome Project.
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Tratto da L’Antievoluzionismo in Italia, il blog di Daniele Formenti