Il più antico scoiattolo volante
Un gruppo internazionale di paleontologi ha scoperto in Catalogna il fossile di scoiattolo volante più antico finora noto, risalente a 11,63 milioni di anni fa
La radiazione adattativa dei mammiferi ha portato questo gruppo di animali a camminare, saltare, nuotare e volare; alcuni condividono con i parenti marsupiali, la capacità di planare (Pikaia ne ha parlato qui). Gli scoiattoli volanti (Pteromyni) sono l’unico gruppo di mammiferi euteri planatori a raggiungere una notevole diversità (15 generi suddivisi in 52 specie) e un’ampia distribuzione geografica in Eurasia e Nord America.
Per spostarsi lungo gli alberi, questi roditori impacchettano il loro “paracadute”: una membrana che si estende tra i loro arti inferiori e le lunghe aste di cartilagine che si estendono dai loro polsi che permette loro di planare una volta spiegata e tesa. Minuscole ossa del polso specializzate, uniche per gli scoiattoli volanti, aiutano a sostenere le estensioni cartilaginee (Pikaia ne ha parlato qui).
L’origine degli scoiattoli volanti è controversa: mentre la maggior parte degli studi genetici puntano verso l’ipotesi che il gruppo si divise dagli scoiattoli (famiglia Sciuridae) circa 23 milioni di anni fa, i resti paleontologici più antichi (per lo più denti molari) suggeriscono che gli animali stavano già planando attraverso le foreste già 36 milioni di anni fa. Tuttavia studi recenti mostrano che le caratteristiche dentali utilizzate per distinguere gli Pteromyni e gli altri membri della famiglia degli sciuridi possono essere condivise da entrambi e dunque non sono un buon distinguo per i due gruppi.
Nel 2002, il Dottor Isaac Casanovas-Vilar dell’Universitat Autònoma di Barcellona e colleghi, autori della recente ricerca, scoprirono un particolare scheletro: una coda e due ossa della coscia, abbastanza grandi che inizialmente i paleontologi pensavano che potesse essere il fossile di un piccolo primate. Ulteriori scavi hanno rivelato che si trattava, tuttavia, di uno scheletro di un grosso roditore con minuscole ossa del polso specializzate, che lo identificavano come Miopetaurista neogrivensis.
Combinando i dati molecolari e paleontologici per effettuare analisi evolutive del fossile, i ricercatori hanno scoperto che si trattava di un antico scoiattolo volante, sostenendo che questi si sono evoluti dallo stesso ramo degli scoiattoli arboricoli tra i 31 e i 25 milioni di anni fa, forse anche prima. Inoltre, i loro risultati hanno mostrato che Miopetaurista neogrivensis è strettamente imparentato a un genere esistente di scoiattoli volanti giganti chiamato Petaurista: i loro scheletri sono infatti così simili che le grandi specie che attualmente vivono nelle foreste tropicali e subtropicali dell’Asia hanno mantenuto le caratteristiche ancestrali dei loro antenati quasi inalterate.
In questo recente studio, pubblicato sulla rivista eLife, viene stimato e confermato il precedente: i ricercatori sostengono che la scissione sia avvenuta circa tra i 31 e i 25 milioni di anni fa, suggerendo tuttavia che i fossili più antichi di denti di esemplari ritenuti scoiattoli volanti potrebbero non essere tali.
Secondo gli autori, infatti, Miopetaurista neogrivensis è il più antico scoiattolo volante noto e risale al limite medio-tardo del Miocene (11,6 Ma). La sua anatomia del polso indica che gli scoiattoli volanti si erano già differenziati in quel momento. Inoltre, questo fossile consente di ricalibrare il tempo di origine e la diversificazione dei petauristi, fornendo in genere stime un po’ più vecchie rispetto alle precedenti analisi molecolari. Il metodo filogenetico utilizzato stima un intervallo tra i 36,6 e i 24,9 Ma, mentre la datazione del nodo all’interno dell’albero filogenetico fornisce una stima più recente tra i 30,6 e i 17,4 Ma. Pertanto, non è possibile escludere che almeno alcuni dei più antichi (circa 36 Ma) fossili identificati come scoiattoli volanti possano effettivamente essere tali. Le stime di entrambi gli approcci filogenetici indipendenti si sovrappongono per il tardo Oligocene (31 – 25 Ma), che dovrebbe essere considerato l’intervallo più probabile per la divergenza degli scoiattoli volanti. Si stima che il Miopetaurista neogrivensis si sia discostato dal genere Petaurista., il suo sister group, tra 18,8 – 12,4 Ma. Gli sciuridi sono spesso considerati come un gruppo morfologicamente poco cambiato nel corso del tempo e gli scoiattoli volanti non fanno eccezione avendo sperimentato pochi cambiamenti morfologici per quasi 12 milioni di anni.
Indubbiamente, come sostiene il Dottor Casanovas-Vilar, scoprire fossili più antichi potrebbe aiutare a ripercorrere con più precisione come e quando gli scoiattoli volanti si siano differenziati dal resto del loro albero evolutivo.
Fonti
Isaac Casanovas-Vilar et al. 2018. Oldest skeleton of a fossil flying squirrel casts new light on the phylogeny of the group. eLife 7: e39270; doi: 10.7554/eLife.39270
Immagine: Ken Thomas [Public domain], via Wikimedia Commons