Il “re delle caverne” del Nuovo Mondo
La ricostruzione della storia naturale del leone americano dell’”Epoca Glaciale”
Durante la fredda e ventosa ”Era delle Grandi Glaciazioni” in Nord America, all’apice delle reti trofiche si trovavano carnivori di grossa taglia attualmente estinti, tra cui risultano particolarmente conosciuti la “tigre” dai denti a sciabola Smilodon fatalis, l’imponente orso dal muso corto Arctodus simus e il lupo Canis dirus. Meno famoso, ma non meno ecologicamente importante fu il massiccio leone Panthera leo atrox, comparso circa 340.000 anni fa nel Pleistocene Medio ed estintosi intorno a 10.000 anni fa, all’epilogo del Pleistocene Superiore.
L’epiteto “atrox” ovvero “terribile” fu coniato nel 1853 per opera del naturalista Joseph Leidy (1823-1891) che fornì una prima e incompleta descrizione della specie in seguito al rinvenimento di alcuni resti di una mandibola proveniente dalla città di Natchez nello stato del Mississippi (USA). Ai primi del ‘900 la scoperta dell’abbondante record fossilifero di questo top predator del Nuovo Mondo nei “laghi bituminosi” di Rancho La Brea, nel fulcro di Los Angeles, permise di conoscere in modo molto più approfondito la morfologia di questo carnivoro.
Panthera leo atrox possedeva dimensioni corporee ingenti, superiori a quelle dell’estinto leone delle caverne europeo Panthera leo spelaea. Infatti, la sua lunghezza raggiungeva i 2 metri, l’altezza alla spalla era poco inferiore al metro e mezzo e la massa corporea poteva superare i 400 chilogrammi. A livello morfologico Panthera leo atrox mostrava alcune caratteristiche in comune con il leone attuale, come ad esempio il premascellare largo, le ossa nasali relativamente accorciate, gli zigomi molto pronunciati lateralmente, le clavicole larghe e robuste, le ossa metapodiali allungate. Le differenze riguardano, invece, le orbite e denti incisivi più piccoli in proporzione al resto del cranio, l’apertura nasale più stretta alla base, la parte anteriore della mandibola molto ingrossata e gli arti robusti.
La morfologia dello scheletro post-craniale (in particolare la presenza di metapodi lunghi) ha suggerito che Panthera leo atrox fosse un abile corridore, che era solito uccidere, probabilmente attraverso fatali morsi al collo, erbivori di grossa taglia, in particolare cavalli, renne, bisonti come Bison latifrons e anche cuccioli di Mammut americanum.
La definitiva scomparsa della specie è avvenuta all’inizio dell’Olocene, circa 10.000 anni fa a causa del drastico innalzamento delle temperature e della caccia spietata messa in atto da Homo sapiens, come testimoniato dalle numerose ossa di Panthera leo atrox ritrovate nella Jaguar Cave in Idaho (USA) e datate al tardo Paleolitico Superiore. Bibliografia:
– Anyonge W., 1993. Body mass in large extant and extinct carnivores. Journal of Zoology 231: 339-350.
– Barnett R. et al. 2009. Phylogeography of lions (Panthera leo) reveal three distinct taxa and a late Pleistocene reduction in genetic diversity. Molecular Ecology 18: 1668-1677.
– Burns J. A., 2010. Mammalian faunal dynamics in Late Pleistocene Alberta, Canada. Quaternary International 217 (1-2): 37-42.
– Christiansen P., Harris J. M., 2009. Craniomandibular morphology and phylogenetic affinities of Panthera atrox: implications for the evolution and paleobiology of the lion lineage. Journal of Vertebrate Paleontology 29 (3): 934-945.
– Coltrain J. B. et al. 2004. Rancho La Brea stable isotope biogeochemistry and its implications for the palaeoecology of late Pleistocene, coastal southern California. Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology 205: 199-219.
– Fox Dobbs K. F., et al. 2008. Pleistocene megafauna from eastern Beringia: Paleoecological and paleoenvironmental interpretations of stable carbon and nitrogen isotope and radiocarbon records. Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology 261: 30-46.
– Harington C. R., 1969. Pleistocene remains of the lion-like cat (Panthera atrox) from the Yukon Territory and northern Alaska. Canadian Journal of Earth Sciences 6 (5): 1277-1288.
– Harington C. R., 1971. A Pleistocene lion-like cat (Panthera atrox) from Alberta. Canadian Journal of Earth Sciences 8 (1): 170-174.
à Hartstone-Rose A. et al. 2012. The clavicles of Smilodon fatalis and Panthera atrox (Mammalia: Felidae) from Rancho La Brea, Los Angeles, California. Journal of Morphology 273: 981-991.
– Leidy J., 1853. Description of an extinct species of American lion: Felix atrox. Transactions of the American Philosophical Society 10: 319-321.
– Montellano-Ballesteros M., Carbot-Chanona G., 2009. Panthera leo atrox (Mammalia: Carnivora: Felidae) in Chiapas, Mexico. The Southwestern Naturalist 54 (2): 217-222.
– Therrien F., 2006. Mandibular force profiles of extant carnivorans and implications for the feeding behaviour of extinct predators. Journal of Zoology 267 (3): 249-270.
– Weston W., 2002. La Brea Tar Pits: An Introductory History (1769–1969). Creation Research Society Quarterly Journal 38 (4): 174-180.
– Whitmore Jr F. C., Foster H. L., 1967. Panthera atrox (Mammalia: Felidae) from central Alaska. Journal of Paleontology: 247-251.
L’epiteto “atrox” ovvero “terribile” fu coniato nel 1853 per opera del naturalista Joseph Leidy (1823-1891) che fornì una prima e incompleta descrizione della specie in seguito al rinvenimento di alcuni resti di una mandibola proveniente dalla città di Natchez nello stato del Mississippi (USA). Ai primi del ‘900 la scoperta dell’abbondante record fossilifero di questo top predator del Nuovo Mondo nei “laghi bituminosi” di Rancho La Brea, nel fulcro di Los Angeles, permise di conoscere in modo molto più approfondito la morfologia di questo carnivoro.
Panthera leo atrox possedeva dimensioni corporee ingenti, superiori a quelle dell’estinto leone delle caverne europeo Panthera leo spelaea. Infatti, la sua lunghezza raggiungeva i 2 metri, l’altezza alla spalla era poco inferiore al metro e mezzo e la massa corporea poteva superare i 400 chilogrammi. A livello morfologico Panthera leo atrox mostrava alcune caratteristiche in comune con il leone attuale, come ad esempio il premascellare largo, le ossa nasali relativamente accorciate, gli zigomi molto pronunciati lateralmente, le clavicole larghe e robuste, le ossa metapodiali allungate. Le differenze riguardano, invece, le orbite e denti incisivi più piccoli in proporzione al resto del cranio, l’apertura nasale più stretta alla base, la parte anteriore della mandibola molto ingrossata e gli arti robusti.
La morfologia dello scheletro post-craniale (in particolare la presenza di metapodi lunghi) ha suggerito che Panthera leo atrox fosse un abile corridore, che era solito uccidere, probabilmente attraverso fatali morsi al collo, erbivori di grossa taglia, in particolare cavalli, renne, bisonti come Bison latifrons e anche cuccioli di Mammut americanum.
La definitiva scomparsa della specie è avvenuta all’inizio dell’Olocene, circa 10.000 anni fa a causa del drastico innalzamento delle temperature e della caccia spietata messa in atto da Homo sapiens, come testimoniato dalle numerose ossa di Panthera leo atrox ritrovate nella Jaguar Cave in Idaho (USA) e datate al tardo Paleolitico Superiore. Bibliografia:
– Anyonge W., 1993. Body mass in large extant and extinct carnivores. Journal of Zoology 231: 339-350.
– Barnett R. et al. 2009. Phylogeography of lions (Panthera leo) reveal three distinct taxa and a late Pleistocene reduction in genetic diversity. Molecular Ecology 18: 1668-1677.
– Burns J. A., 2010. Mammalian faunal dynamics in Late Pleistocene Alberta, Canada. Quaternary International 217 (1-2): 37-42.
– Christiansen P., Harris J. M., 2009. Craniomandibular morphology and phylogenetic affinities of Panthera atrox: implications for the evolution and paleobiology of the lion lineage. Journal of Vertebrate Paleontology 29 (3): 934-945.
– Coltrain J. B. et al. 2004. Rancho La Brea stable isotope biogeochemistry and its implications for the palaeoecology of late Pleistocene, coastal southern California. Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology 205: 199-219.
– Fox Dobbs K. F., et al. 2008. Pleistocene megafauna from eastern Beringia: Paleoecological and paleoenvironmental interpretations of stable carbon and nitrogen isotope and radiocarbon records. Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology 261: 30-46.
– Harington C. R., 1969. Pleistocene remains of the lion-like cat (Panthera atrox) from the Yukon Territory and northern Alaska. Canadian Journal of Earth Sciences 6 (5): 1277-1288.
– Harington C. R., 1971. A Pleistocene lion-like cat (Panthera atrox) from Alberta. Canadian Journal of Earth Sciences 8 (1): 170-174.
à Hartstone-Rose A. et al. 2012. The clavicles of Smilodon fatalis and Panthera atrox (Mammalia: Felidae) from Rancho La Brea, Los Angeles, California. Journal of Morphology 273: 981-991.
– Leidy J., 1853. Description of an extinct species of American lion: Felix atrox. Transactions of the American Philosophical Society 10: 319-321.
– Montellano-Ballesteros M., Carbot-Chanona G., 2009. Panthera leo atrox (Mammalia: Carnivora: Felidae) in Chiapas, Mexico. The Southwestern Naturalist 54 (2): 217-222.
– Therrien F., 2006. Mandibular force profiles of extant carnivorans and implications for the feeding behaviour of extinct predators. Journal of Zoology 267 (3): 249-270.
– Weston W., 2002. La Brea Tar Pits: An Introductory History (1769–1969). Creation Research Society Quarterly Journal 38 (4): 174-180.
– Whitmore Jr F. C., Foster H. L., 1967. Panthera atrox (Mammalia: Felidae) from central Alaska. Journal of Paleontology: 247-251.