Il telefono senza fili dell’evoluzione
Io dico una parola a te, tu la sussurri a lui, lui la trasmette a lei… Più lunga è la fila dei timpani da attraversare e più il messaggio accumula errori e si deforma. Alla fine il risultato che esce dall’altro capo del “filo” è esilarante soprattutto perché è imprevedibile. Proprio come l’evoluzione. Tyler Rhodes, uno studente di un corso […]
Io dico una parola a te, tu la sussurri a lui, lui la trasmette a lei… Più lunga è la fila dei timpani da attraversare e più il messaggio accumula errori e si deforma. Alla fine il risultato che esce dall’altro capo del “filo” è esilarante soprattutto perché è imprevedibile. Proprio come l’evoluzione.
Tyler Rhodes, uno studente di un corso di animazione della Virginia Commonwealth University, ha inventato una versione del telefono senza fili per immagini. Scopo del gioco? Far evolvere le forme disegnate di animali e altre forme naturali, tramite un processo in qualche modo analogo a quello che è avvenuto nell’evoluzione.
Tyler ha coinvolto nel gioco i bambini di due scuole elementari, la William Fox e la Patrick Henry School of Science & Art di Richmond, in Virginia, presentando loro questo disegno di una sorta di salamandra:
Tyler ha poi suddiviso i bambini in gruppi e ha chiesto loro copiare il disegno della salamandra, sapendo che le copie non sarebbero mai state identiche all’originale. Questo è il primo “albero della vita” che è emerso dalle varianti dei bambini:
Quando Tyler ha cominciato a riflettere su questo progetto, sapeva che non voleva rappresentare l’evoluzione come una progressione lineare: un’immagine tanto potente e diffusa quanto sbagliata, che gli autori dei Simpsons hanno disegnato scherzosamente così:
Per Tyler l’evoluzione doveva avere l’aspetto di un processo emergente, in cui non c’è alcun obiettivo finale e non ci sono forme più evolute di altre. L’idea era di rappresentare l’evoluzione come aveva fatto Darwin quasi due secoli prima, con il suo albero della vita: un albero in cui le specie evolvono continuamente in tutte le direzioni, si separano in rami e ramoscelli più o meno promettenti e spesso si estinguono.
Come è accaduto più volte in natura, anche il 98% dei disegni dei bambini ha dovuto subire un processo di estinzione di massa. Vi lascio immaginare il mucchio di spiegazioni plausibili che Tyler è stato costretto a fornire a tutti i bambini, non troppo contenti di vedere la fine delle loro creature. Ma riavviando ogni volta il gioco sui disegni “sopravvissuti”, i bambini hanno trovato un’occupazione divertente e consolante.
Quali animali sono più adatti a sopravvivere? Fenomeni come la desertificazione o un’esplosione vulcanica, introdotti da Tyler in alcune ripetizioni del gioco, hanno stimolato i bambini a ragionare sulle caratteristiche che avrebbero influenzato la sopravvivenza delle loro bestiole.
Da questo lavoro è uscito un video formidabile. Dopo sei “generazioni”, Tyler ha ritagliato le immagini al computer, le ha animate e le ha montate con la musica e con effetti sonori registrati insieme ai bambini. La storia, raccontata in un modo davvero speciale, è anche scientificamente corretta. Complimenti a Tyler Rhodes, ai bambini e agli insegnanti che hanno contribuito a questo bellissimo progetto.
Lisa Vozza, tratto da Zanichelli – Aula di Scienze