La complessità della catena alimentare marina studiata grazie a robot
Alcuni ricercatori del Monterey Bay Aquarium hanno effettuato uno studio sulle interazioni trofiche delle profondità marine: sono state utilizzate per la prima volta delle riprese video effettuate al largo delle coste della California centrale, grazie a veicoli robotizzati comandati a distanza
Da oggi comprendere le complesse reti trofiche tra gli animali marini che vivono a grandi profondità sarà un po’ più facile, grazie al lavoro dell’istituto di ricerca del Monterey Bay Aquarium (MBARI), in California. I ricercatori si sono serviti di centinaia di video-riprese effettuate sul campo, al largo delle coste della California centrale, che hanno permesso di osservare gli animali nell’atto di nutrirsi e di ricostruirne le interazioni preda-predatore. Dallo studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, emerge anche che gli animali gelatinosi sono predatori chiave di questo ambiente.
Nonostante gli animali abitanti nelle profondità marine siano studiati da più di un secolo, molti aspetti legati alla loro ecologia risultano ancora poco chiari; tra questi, le loro abitudini alimentari e le interazioni trofiche sono tra i più misteriosi. In passato, la strategia più comune per lo studio di tali rapporti era la raccolta di organismi e l’analisi del loro contenuto stomacale. Più recentemente, i ricercatori hanno iniziato a misurare la quantità di alcune sostanze presenti nei tessuti degli animali (isotopi, acidi grassi, marker molecolari) e a confrontarle con le quantità delle loro potenziali fonti di cibo, in modo poi da risalire a posteriori alla loro dieta.
Entrambi i metodi però, risultano complicati: le analisi, oltre ad essere complesse dal punto di vista strumentale e non sempre attendibili, richiedono un gran numero di esemplari, che vivendo a grandi profondità sono decisamente difficili da reperire rispetto ad animali che vivono più in prossimità della superficie. In più, trattandosi in larga parte di animali dal corpo molle, essi si deteriorano spesso durante la cattura, e iniziano a decomporsi poco dopo.
Anela Choy del Monterey Bay Aquarium, insieme ai colleghi Steve Addock e Bruce Robison, hanno utilizzato un approccio completamente nuovo ed innovativo per osservare i comportamenti degli animali pelagici viventi nelle profondità marine e studiarne le abitudini alimentari: a partire dal 1991, utilizzando dei sottomarini robotizzati guidati a distanza (ROVs), hanno filmato gli animali riprendendoli nel loro ambiente naturale.
In quasi 30 anni di riprese sono riusciti ad accumulare quasi 23.000 ore di riprese video. Dai ROVs, immersi fino a quasi 4000 m di profondità, è stato possibile raccogliere 743 video di animali che si nutrono. I video comprendono 84 predatori diversi e 82 prede, e nel complesso sono presenti 242 relazioni trofiche differenti, che hanno permesso la creazione di una vera e propria mappa alimentare. I ricercatori hanno analizzato attentamente le riprese, che sono state inserite anche all’interno di un gigantesco database del Monterey Bay Aquarium, il Video Annotation and Reference System (VARS).
Dallo studio emerge l’importanza, in qualità di predatori chiave, dei cosiddetti animali gelatinosi (meduse e ctenofori ad esempio); anche avvicinandosi alla superficie, i predatori più comuni non sono pesci o calamari, bensì sifonofori (parenti della caravella portoghese). Nelle acque della California centrale gli animali gelatinosi rivestono un ruolo ecologico paragonabile a quello di predatori molto più grandi, come i calamari. Essi, non sono, come comunemente si pensa, dei “vicoli ciechi” nella catena alimentare, ma al contrario costituiscono un punto cardine importantissimo all’interno degli ecosistemi marini.
Oltre a competere per il cibo con altri organismi (il sifonoforo Nanomia bijuga ad esempio, nutrendosi esclusivamente di krill, compete a tutti gli effetti con le balene), i predatori gelatinosi sono a loro volta prede di altri animali che vivono vicino alla superficie. Essi costituiscono la principale fonte di cibo di animali importanti anche dal punto di vista commerciale, come mammiferi marini, uccelli, tonni.
L’osservazione diretta degli animali ha permesso ai ricercatori di avere una visione molto più ampia delle loro interazioni, che si sono rivelate decisamente più complesse rispetto alle conoscenze precedenti.
Riferimenti
C. Anela Choy, Steven H. D. Haddock, Bruce H. Robison. Deep pelagic food web structure as revealed by in situ feeding observations.Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences, 2017; 284 (1868): 20172116 DOI:10.1098/rspb.2017.2116
Credit Image: MBARI (2017)