La complessità dell’evoluzione umana

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E’ di circa un mese fa l’articolo pubblicato da Nature l’8/8/12 (“New fossils from Koobi Fora in northern Kenya confirm taxonomic diversity in early Homo“) che annuncia la scoperta di alcuni nuovi fossili trovati a Koobi Fora sul lago Turkana. Sono fossili di notevole interesse in quanto con nuovi dati permettono di riaprire la discussione su un momento molto importante, […]


E’ di circa un mese fa l’articolo pubblicato da Nature l’8/8/12 (“New fossils from Koobi Fora in northern Kenya confirm taxonomic diversity in early Homo“) che annuncia la scoperta di alcuni nuovi fossili trovati a Koobi Fora sul lago Turkana. Sono fossili di notevole interesse in quanto con nuovi dati permettono di riaprire la discussione su un momento molto importante, quello del passaggio fra le precedenti forme australopitecine, che sopravviveranno ancora in varie forme anche nel periodo compreso fra 2 e 1 milione di anni, e le prime forme attribuite (con qualche dubbio, preoccupazione o anche solo incertezza) al genere Homo

E’ una discussione che è sempre avvenuta sulla base di pochi e frammentari reperti fossili che non tutti si sentivano certi di attribuire al genere Homo, tanto è vero che per alcuni reperti alcuni preferiscono il riferimento al genee Australopithecus. Il lavoro, del gruppo di Meave Leakey, moglie di Robert, è arricchito da informazioni supplementari, destinati a completare le informazioni sul materiale ritrovato, ossa facciali (KNM-ER 62000) simili a quelle del famoso KNM-ER 1470, una mandibola (KNM-ER 60000) e un frammento di mandibola (KNM-ER 62003). I nuovi reperti confermano la presenza di due forme primitive di Homo contemporaneamente all’Homo eractus in Africa orientale fra 1.95 e 1.78 milioni di anni fa. 

La stessa rivista Nature affianca all’articolo un commento di un famoso paleoantropologo, Bernard Wood: “Palaeoanthropology: Facing up to complexity

Da L’Antievoluzionismo in Italia, blog di Daniele Formenti