La docilità dell’isola

Quando conviene perdere i comportamenti antipredatori?
Un gruppo di ricercatori greci e statunitensi hanno focalizzato la loro attenzione sull’evoluzione di comportamenti antipredatori in popolazioni distinte di Podarciis erhardii, generalmente localizzate nel sudest europeo e nelle isole del Mar Egeo (Grecia). Questa specie è un modello di studio ideale perché ha un habitat limitato, isolato sulle isole Cicladi, sottoposto a variazioni nel tempo della componente predatoria e quindi eccellente per studiare i meccanismi evolutivi responsabili del mantenimento dei comportamenti antipredatori. Le isole di solito ospitano un minor numero di predatori rispetto alla terraferma, con l’instaurarsi del fenomeno di “docilità d’isola”, ovvero le specie di prede possono mostrare minori comportamenti di difesa o minori difese fisiche.
I dati ottenuti durante lo studio, pubblicato su Evolution, sono stati elaborati attraverso un approccio volto a stabilire una relazione tra la durata dell’isolamento dai predatori e il comportamento delle prede, attraverso la determinazione dell’età delle isole ottenuta combinando la geomorfologia del fondale marino con i dati storici del livello del mare. Sulla base della conoscenza ecologica del Mar Egeo e di precedenti studi sul comportamento, gli studiosi hanno poi ipotizzato un nesso tra la distanza di fuga e la diversità predatoria, tra l’abilità di auto amputazione e la presenza di vipere e tra l’isolamento temporale delle comunità di lucertole ed entrambi i comportamenti sopra descritti. Prendendo quindi in considerazione i fattori che hanno causato la modifica dei comportamenti ancestrali antipredatori in popolazioni che vivono in ambienti isolati, i risultati hanno confermato che questi variano in funzione della diversità dei predatori e dell’isolamento. Invece, contrariamente all’ipotesi formulata, la capacità di autoamputazione della coda diminuisce in presenza di vipere, così come di altri serpenti e topi, ma aumenta in presenza di mammiferi e uccelli. Questo potrebbe spiegare il perché di particolari comportamenti di caccia di questi predatori e l’abilità delle lucertole di riconoscerli prima dell’attacco. Inoltre, il suddetto comportamento è maggiormente espresso in condizioni di ridotta pressione predatoria, a suggerire, che in queste condizioni, la capacità di autoamputazione della coda possa essere dovuta ad aggressioni intraspecifiche per la competizione per il cibo, il territorio e l’accoppiamento.
I dati confermano anche che la distanza di fuga diminuisce con l’isolamento, con un trend più evidente in habitat isolati per millenni suggerendo il maggior peso di questo parametro rispetto alla diversità della comunità predatrice.
Nell’insieme, i risultati suggeriscono che la docilità è fortemente selezionata sulle isole senza predatori, dove i costi di mantenimento dei comportamenti antipredatori superano di gran lunga i benefici. Questi comportamenti possono svanire rapidamente in assenza di pressione selettiva; tuttavia, l’estrema docilità si instaura solo dopo lungo tempo di isolamento dai predatori.
Ilaria Pietrini
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