La mamma ha sempre ragione

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Il ciclo di vita della maggior parte degli insetti erbivori è associato a una o più piante ospiti; ci si aspetterebbe, quindi, che la selezione naturale favorisca quelle femmine che, al momento di deporre le uova, siano in grado di selezionare, fra gli ospiti disponibili, la pianta che garantirà alla loro prole la migliore sopravvivenza (ipotesi detta “mother knows best”). […]


Il ciclo di vita della maggior parte degli insetti erbivori è associato a una o più piante ospiti; ci si aspetterebbe, quindi, che la selezione naturale favorisca quelle femmine che, al momento di deporre le uova, siano in grado di selezionare, fra gli ospiti disponibili, la pianta che garantirà alla loro prole la migliore sopravvivenza (ipotesi detta “mother knows best”). E’ possibile però, che la pianta ospite in grado di massimizzare la sopravvivenza della prole, non sia la stessa che massimizza, invece, la sopravvivenza dell’individuo adulto. In questo caso si crea un conflitto fra il genitore e la prole, che potrebbe condurre la femmina a deporre le uova su una pianta che migliori la sua sopravvivenza, piuttosto che quella delle larve; questa ipotesi viene chiamata “optimal bad motherhood”.

 

Carlos Garcìa-Robledo e Carol Horvitz, del Dipartimento di Biologia dell’Università di Miami, hanno provato a verificare se, anche nel mondo degli insetti erbivori, valga il detto umano secondo cui “la mamma ha sempre ragione”, in particolare quando nell’ambiente compaiono nuove potenziali piante ospiti da colonizzare. Come laboratorio è stata scelta la Stazione Biologica La Selva, in Costa Rica e come cavie sono state scelte quattro specie di Cephaloleia, che, pur nutrendosi di piante dell’ordine delle Zingiberales da ormai 40-60 milioni di anni, mantengono abitudini alimentari diverse per quanto riguarda la selezione della specie di pianta di cui cibarsi. Le condizioni a La Selva si presentavano ottimali per l’esperimento, per via della recente comparsa di di cinque specie esotiche di Zingiberales che stavano colonizzando l’ambiente, dando così agli insetti nuove possibilità di scelta.

L’esperimento ha valutato l’accettabilità della pianta ospite da parte delle larve, la sopravvivenza delle larve sulle piante ospiti native o nuove, la preferenza degli adulti e la loro sopravvivenza su piante ospiti native o nuove, e la preferenza delle femmine per quanto riguarda il luogo di deposizione delle uova. I risultati dell’esperimento, pubblicati su Ecology & Evolution, sono affascinanti: le preferenze alimentari degli insetti sono generalmente associate alla pianta che aumenta la loro sopravvivenza. Tuttavia, le risposte che si osservano ai diversi stadi della vita dell’insetto sono diverse: la sopravvivenza delle larve è generalmente superiore sulle piante native, rispetto ai nuovi ospiti, mentre gli adulti mostrano la tendenza opposta, con una migliore sopravvivenza sulle piante recentemente introdotte. Questa differenza potrebbe generare il conflitto fra genitore e prole previsto dall’ipotesi “optimal bad motherhood”, ma in realtà quello che gli autori hanno osservato è che le femmine, tendono a scegliere, per deporre delle uova, la pianta nativa, ovvero quella che aumenta la soppravvivenza delle larve, come predetto dal modello “mother knows best”. Un comportamento aperto da un lato, che favorisce l’esplorazione e la colonizzazione di nuovi ospiti, e conservativo dall’altro, con le femmine che tendono a scegliere la soluzione migliore per le loro larve: la mamma ha sempre ragione.

Silvia Demergazzi

 

Riferimenti:
Carlos García-Robledo, Carol C. Horvitz Parent–offspring conflicts, “optimal bad motherhood” and the “mother knows best” principles in insect herbivores colonizing novel host plants. Ecology & Evolution 2012 Volume 2, Issue 7, pages 1446–1457