La nascita della Teologia Naturale e il Progetto Intelligente
Il corso di Storia delle Scienze per i corsi di laurea in Scienza Naturali e Biologia dell’Università degli Studi di Milano, ieri ha ospitato una lezione speciale. A parlare di Teologia Naturale agli studenti era il prof. Giulio Lanzavecchia, emerito di biologia degli invertebrati all’Università dell’Insubria Varese, già professore all’Università Statale di Milano. Professore per molti di quelli che sono […]
Il corso di Storia delle Scienze per i corsi di laurea in Scienza Naturali e Biologia dell’Università degli Studi di Milano, ieri ha ospitato una lezione speciale. A parlare di Teologia Naturale agli studenti era il prof. Giulio Lanzavecchia, emerito di biologia degli invertebrati all’Università dell’Insubria Varese, già professore all’Università Statale di Milano. Professore per molti di quelli che sono oggi professori delle materie biologiche a Milano, Lanzavecchia è stato un Maestro per molti di loro. Nella sua bellissima lezione ha raccontato le radici storico-filosofiche della Teologia Naturale per arrivare a parlare del più recente Progetto Intelligente. “Si vuole farla passare come una nuova idea ma, in realtà è sempre la stessa solfa da millenni”.
Ha raccontato che quando nel 1948 si iscrisse all’università “se parlavi di evoluzione quasi ti guardavano male. Nei libri veniva presentata la teoria dell’evoluzione, ma, insieme a lei, anche le spiegazioni proposte dalla chiesa. Per fortuna oggi non è più così”. Tuttavia il movimento dell’Intelligent Design esiste. “La gente, in generale, sa poche cose sull’evoluzione, e anche quelle poche che sa di solito sono sbagliate. La teoria dell’evoluzione è sottoposta a un bombardamento mediatico dove alcuni oscuri personaggi diffondono idee sbagliate principalmente per averne una ricaduta politica”. Lanzavecchia sottolinea come l’ID non sia affatto una teoria scientifica, ma che come tale vuole essere fatta passare. “Chi fa scienza oggi deve difendersi da chi cerca di diffondere queste lucubrazioni ascientifiche”.
Quando si parla di qualcosa, ha ricordato ancora Lanzavecchia, è necessario sapere di cosa si va a parlare. “Michele Lessona, riferendosi a Charles Darwin, scriveva: “Molti che ne dicono male, ed anche alcuni che ne dicono bene, non lo hanno mai letto”. Questo è il grande problema, non conoscono nemmeno la teoria che vanno a criticare. Come è possibile prendere sul serio questa gente?”.
Il filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein ha scritto: “Tutto ciò che si può dire lo si può dire chiaramente. Su ciò di cui non si può parlare si deve tacere”. Quanto aveva ragione.
Chiara Ceci
Chiara Ceci, naturalista, si occupa di comunicazione della scienza. Autrice di “Emma Wedgwood Darwin. Ritratto di una vita, evoluzione di un’epoca” (Sironi, 2013).