La pecorella smarrita
Interessante un post di Jerry Coyne, in cui si racconta (“The value of “stridency”: a creationist becomes a biologist”) la felice conclusione della storia di un giovane creazionista che il 23/10/2010 aveva manifestato in una mail i suoi dubbi, il suo interesse e la sua curiosità per i fatti della biologia e per le spiegazioni che venivano proposte dalla biologia […]
Interessante un post di Jerry Coyne, in cui si racconta (“The value of “stridency”: a creationist becomes a biologist”) la felice conclusione della storia di un giovane creazionista che il 23/10/2010 aveva manifestato in una mail i suoi dubbi, il suo interesse e la sua curiosità per i fatti della biologia e per le spiegazioni che venivano proposte dalla biologia evoluzionistica.
Raccontava come le sue conoscenze fino a quel momento fossero vaghe e confuse, soprattutto perché sapeva solo quello che raccoglieva o gli insegnavano nell’ambiente creazionista battista del sud degli USA, in cui era stato cresciuto e viveva; di biologia sapeva solo quello che serviva per collaborare con il Discovery Institute nella diffusione, presso ambienti altrettanto ignoranti di biologia evolutiva, dell’Intelligent Design.
Rendendosi conto della sua ignoranza, si rivolgeva allora a J.Coyne per fargli sapere che si era però alla fine accorto che “all the evidence pointed toward evolution instead of away, realizing that the answers that I was getting from the creationist side were either evasive, inconsistent, or deceitful. And the long, slow, painful process of shedding a belief I’ve had instilled in me since childhood… The whole point of this mini-autobiography is that if people like you weren’t out there making such a ruckus, then people like me wouldn’t have the chance to break out of the destructive, irrational belief system that serves as a mental and moral cage. I know you don’t need me to tell you to, but I hope you’ll keep on being a strident, arrogant, uncompromising bastard”.
Sconcerta come racconti che non era difficile convincere gli ascoltatori: “I was one of the True Believers who would tell someone straight to their face that they were going to hell if they didn’t kneel down that instant and accept Lord Jesus into their hearts. And I’d say it with a smile”
Nel post di Coyne si racconta di come, dopo aver lavorato in banca per raccogliere i dollari necessari, si era iscritto all’università per studiare biologia e dare riposte serie alle sue curiosità: “It took two years of work in the banking industry (blech!) in order to build up enough cash to see me through my education. The investment, however, has already paid off in spades. My first semester is not even fully complete, and I am already doing more with my life than I ever thought possible. I am currently working in my genetics professor’s lab as a research assistant for one of his grants, designing my own independent study project, and helping another professor write a textbook!”.
Racconta anche dell’importanza anche di fatti imprevisti come l’acquisto di un microscopio nel rafforzare e confermare le scelte che han portato un creazionista degli Appalachi a contrastare e superare la tradizionale ignoranza della sua gente, aprendo “his eyes to a world wider, deeper, and more beautiful than anything suggested by the ancient scratchings of superstitious goatherds and Greek cultists”. Evidente e onesto il riconoscimento di un 27enne che il problema fosse l’ignoranza, che ha riconosciuto e per il quale ha quindi trovato una (ovviamente) impegnativa (siamo in una delle aree oggi più povere degli USA) soluzione.
Da L’Antievoluzionismo in Italia, blog di Daniele Formenti
Immagine da Wikimedia Commons