La trappola mortale di Philcoxia

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La savana montana di Campos Rupestres, in Brasile, è un mosaico costituito da affioramenti rocciosi e chiazze di sabbia bianca. Il suolo, ben illuminato ma povero di nutrienti, ospita una flora caratterizzata da un numero elevato di endemismi, per lo più piante erbacee ed arbusti. E’ soltanto in questo luogo che crescono le erbacee del genere Philcoxia. Ad esso appartengono tre […]

La savana montana di Campos Rupestres, in Brasile, è un mosaico costituito da affioramenti rocciosi e chiazze di sabbia bianca. Il suolo, ben illuminato ma povero di nutrienti, ospita una flora caratterizzata da un numero elevato di endemismi, per lo più piante erbacee ed arbusti. 
E’ soltanto in questo luogo che crescono le erbacee del genere Philcoxia. Ad esso appartengono tre specie alquanto insolite: potrebbero sembrare innocue piantine dal fiore violaceo, ma non lasciatevi ingannare dalle apparenze… Le loro foglie minute crescono sotto terra, coperte dalla sabbia bianca di Campos Rupestres. E’ un fatto davvero singolare, al quale da tempo si cerca di dare una spiegazione. 
Soltanto oggi, a distanza di 12 anni da quando il genere Philcoxia fu descritto per la prima volta, un gruppo di ricercatori guidato da Rafael Oliveira dell’Università di Campinas (São Paulo, Brasile) ha scoperto la funzione delle foglie sotterranee: esse costituiscono in realtà una trappola per i piccoli vermi di cui la pianta si nutre. Si tratta dunque a tutti gli effetti di piante carnivore! Ma la vera particolarità di Philcoxia consiste proprio nel meccanismo di nutrizione, che fa uso di foglie sotterranee ricoperte da una sostanza appiccicosa. Questa strategia di cattura non era stata mai riscontrata prima d’ora nelle piante carnivore. 
Quando Oliveira e colleghi hanno osservato le foglie al microscopio elettronico, si sono accorti della presenza di piccoli nematodi sulla superficie fogliare. Cosa ci facevano lì? Per rispondere a questa domanda Oliveira e collaboratori hanno ricreato una “catena alimentare in miniatura”. In particolare hanno coltivato dei batteri su un terreno contenente azoto15 e successivamente li hanno dati in pasto a dei nematodi. In tal modo i nematodi hanno assorbito l’azoto15 nei loro tessuti. Infine, i ricercatori hanno posto questi ultimi vicino alle foglie di Philcoxia minensis (una delle tre specie che costituiscono il genere Philcoxia) e hanno atteso. 
I risultati sono stati riportati sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences: il giorno successivo, i vermi avevano raggiunto le foglie e i ricercatori hanno osservato la presenza dell’azoto15 a livello dei tessuti delle esili piantine. Dopo 48 ore, il 15% dell’azoto15 contenuto nei vermi era stato già assorbito dalle foglie. Questi risultati non solo ci confermano che le piantine si nutrono di vermi, ma ci suggeriscono anche che essi costituiscono una componente fondamentale della dieta di Philcoxia
La sorprendente scoperta di Oliveira e collaboratori ci ricorda che rimane ancora molto da fare per comprendere l’origine, la distribuzione e la frequenza delle piante carnivore e, più in generale, per conoscere i diversi meccanismi di acquisizione dei nutrienti che si sono evoluti nelle piante adattate alla vita in ambienti poveri, come la savana alpina di Campos Rupestres. Per quanto riguarda le ricerche su Philcoxia, aspettatevi altre sorprese: il primo passo sarà quello di capire in quale modo esse sono in grado di attirare i nematodi verso la loro trappola mortale. 
Chissà con quale entusiasmo avrebbe accolto la notizia Darwin, che nel suo scritto “Insectivorous Plants” pubblicato nel 1875, definì le piante carnivore come “le piante più meravigliose del mondo”. 
Simone Menna 
 
Riferimenti: 
Caio G. Pereira, Daniela P. Almenara, Carlos E. Winter, Peter W. Fritsch, Hans Lambers & Rafael S. Oliveira. Underground leaves of Philcoxia trap and digest nematodes. PNAS, January 24, 2012 DOI: 10.1073/pnas.1114199109 
Immagine dall’articolo originale: credit Caio G. Pereira, Rafael S. Oliveira et al.