La Turchia cancella l’evoluzione

darwin

Un approfondimento sulla decisione del governo turco di bandire l’insegnamento della teoria dell’evoluzione

La notizia è del 23 giugno: Alpaslan Durmuş, funzionario del ministero dell’istruzione ha affermato in merito alla riforma dei programmi scolastici che la teoria dell’evoluzione non verrà più insegnata presso le scuole di grado inferiore. Ovvero prima di giungere all’università per gli studenti turchi la teoria dell’evoluzione resterà un tabù. Si è giustificando sostenendo che la teoria è controversa e troppo complicata per gli studenti: “Pensiamo che queste materie non possano essere comprese dagli studenti” ha detto esplicitamente in un video pubblicato sul sito del ministero dell’educazione [1]. Dunque è per preservare le giovani menti da confuse e spericolate speculazioni che si eviterà di parlare della discendenza con modificazioni nelle scuole pubbliche.

Già il primo ministro turco, Numan Kurtulmuş, si era esposto sostenendo che la teoria dell’evoluzione è “solo” una teoria, oltretutto deficiente di evidenze sufficienti [2]. Queste esternazioni non promettevano alcunché di buono, di fatto tutto si sta concretizzando nella modifica dei piani di studio, che dovrebbe essere ufficializzata la prossima settimana al termine del Ramadan. Il cambiamento, dicono, è stato pensato apposta per semplificare l’educazione dei giovani e sintonizzarla con i valori locali e nazionali. É dunque reputato morale evitare di contaminare un’educazione pia con idee sovversive e dalle potenziali conseguenze, ovviamente, immorali.

Ma non è tutto, perché la riforma include anche altri temi cardine per la società turca: nei programmi è prevista anche una diminuzione dello studio di Ataturk (fondatore negli anni venti del XX secolo dello stato turco, al quale diede una forte caratterizzazione laica), il tutto finalizzato a ridimensionare la storia della fondazione dello stato. Correlatamente è previsto un aumento delle ore di studio della religione. Questa svolta è la logica conseguenza della strategia portata avanti da qualche anno dal governo di Erdogan. Infatti, non tutti sono rimasti stupiti, viste le premesse, e non è da poco tempo che alcune voci portano avanti una campagna di denuncia del rischio di radicalizzazione in Turchia. Secondo Mustafa Akyol, opinionista del New York Times, la decisione del ministero dell’Istruzione è piuttosto coerente con la battaglia culturale di tendenze religioso-conservatrici che è in corso da molto tempo in Turchia secondo cui le giovani generazioni andrebbero protette da idee pericolose [3]. Negli ultimi anni sono aumentate le scuole di tipo religioso e proprio il presidente Erdogan ha parlato pubblicamente della necessità di favorire la crescita di una nuova generazione “devota” [4].

Questa svolta è dunque coerente con il programma di repressione culturale inaugurato dal presidente turco la scorsa estate non appena sventato il colpo di stato. Da allora sono state arrestate più di 50000 persone e 33000 insegnanti sono stati licenziati [5]. Lo scorso aprile il referendum ha visto passare la riforma costituzionale che favorirà la concentrazione dei poteri proprio in mano al presidente. Ogniqualvolta si miri a “purificare” l’ethos di una popolazione i programmi scolastici diventano il fulcro dell’attenzione riformatrice, essendo le scuole le fucine delle future generazioni di votanti.

Di questa riforma sarà sicuramente felice Harun Yahya, pseudo-scienziato e nazionalista non troppo noto fuori dalla Turchia, se non per aver regalato alle biblioteche di mezzo mondo un atlante della creazione ricco di meravigliose illustrazioni. Questo individuo ha influenzato nefastamente il dibattito turco attorno all’evoluzione negli ultimi anni, favorendo da prima l’istituzione di una comunità di creazionisti esaltati e successivamente lavorando al boicottaggio di fonti di informazione scientifica sul web, riuscendo a far oscurare vari siti in Turchia, tra i più famosi quello di Richard Dawkins [6].

Ancora una volta l’evoluzione è sotto attacco. Mai una volta che si lancino anatemi contro lord Kelvin e il secondo principio della termodinamica. Si potrebbero immaginare schiere di fisici gelosi che ogni mattina al proprio risveglio, leggendo sui giornali l’ennesimo attacco alla teoria dell’evoluzione, gettano stizziti il giornale per terra lamentandosi della poca attenzione critica loro dedicata.

Ma perché viene sempre attaccata la teoria dell’evoluzione ogniqualvolta si desideri riformare moralmente o purificare religiosamente una società? Perché la teoria dell’evoluzione è una teoria pericolosa per qualsivoglia ideologia religiosa o politica che sia fondata su assunzioni assolute circa la natura umana e che pretenda di derivare da essa una serie di prescrizioni etiche. Ora mai dovrebbe essere più che chiaro il conflitto. La fondazione di una natura assoluta dalla quale derivare un insieme di prescrizioni comportamentali, con l’intenzione connessa di trasformarle successivamente in leggi dello Stato, è una strategia d’azione assai consolidata presso molti gruppi sociali dislocati in vari stati del mondo.

Ancora una volta deve essere ripetuto che nonostante i volontari fraintendimenti e le storture imposte, la teoria dell’evoluzione è il risultato dell’applicazione meticolosa di una efficace metodologia scientifica allo studio della vita. Il risultato è la migliore spiegazione possibile, fino ad oggi, di come funzionano i processi di discendenza e diversificazione degli organismi viventi. Nonostante si possa scambiare ingenuamente l’evoluzionismo per una ideologia politica, visto l’-ismo finale, essa non è un’ideologia politica, men che meno religiosa. Bisogna ammettere che talvolta è stata trasformata in un’ideologia politica, ma in modo pateticamente opportunistico, tentando di derivare prescrizioni etiche non a partire dai risultati empirici della teoria, ma da quello che si sarebbe voluto che la teoria dicesse. Essa rimane comunque restia a qualsiasi forma di distorsione opportunistica tesa a confermare un certo tipo di idee su come dovrebbe andare il mondo. La quasi totalità degli scienziati concordano sull’estraneità della teoria scientifica da qualsiasi tipo di ideologia politica, ed hanno ragione, poiché da essa non si può estrapolare alcun dover essere, come sottolineava il vetusto Hume.

Ciò stabilito si dovrebbe notare più spesso che il rapporto tra la teoria dell’evoluzione e le ideologie politiche o religiose non è completamente neutro. La teoria dell’evoluzione ha effetti nefasti su molte ideologie che si radicano su presupposti ontologici riguardanti la natura del mondo, la natura umana e i rapporti tra di essi. Coloro che postulano l’esistenza di una natura (umana) dalle caratteristiche determinate, fisse, assolute vengono falsificati dai risultati di una ricerca scientifica meticolosa condotta proprio in quel dominio di fenomeni. Homo sapiens non è stato creato pochi millenni orsono. Né sono estrapolabili norme etiche dal valore assoluto a partire dall’osservazione di quella natura essenziale. Tutte le ideologie che vogliano costruire su quella presunta istituzione magica della natura umana (con tutti gli altri commi impliciti) un tipo di società specifico vedono messa in pericolo la loro impresa dal diffondersi delle idee evoluzioniste. La ricostruzione delle storie evolutive dei viventi, delle loro parentele, delle loro interazioni competitive o cooperative e i loro adattamenti all’ambiente sono frutto di processi naturali del tutto contingenti. L’interazione di catene causali indipendenti produce risultati contingenti, e questa constatazione a cui giunge la ricerca scientifica mal si concilia con le aspettative di scovare nature essenziali o fini prescritti nel grembo della natura. Ecco qui il disorientamento, le aspettative infrante, la responsabilizzazione morale che potrebbe condurre, secondo alcuni, un giovane adolescente a una crisi esistenziale.

Dopo queste constatazioni divengono comprensibili le esternazioni dei politici turchi secondo cui le giovani menti degli studenti sarebbero messe in pericolo se gli fosse somministrata una certa dose di evoluzionismo. Ne consegue la reazione violenta, il tentativo di esiliare le idee e le persone eversive, e il tentativo tipicamente postmodernista di reinterpretare i fatti attraverso delle lenti ad hoc per fornire una versione diversa della storia che possa conferire legittimità ai narratori. Ma non per questo diverrà un fatto che gli esseri viventi non si sono evoluti seguendo certi schemi. Neppure smetteranno di evolversi. Il DNA non si dissolverà nella storia degli imbrogli scientifici. E la natura non cambierà i propri comportamenti per compiacere le aspettative di un piccolo gruppo politico-religioso.

Quali giovamenti possiamo prevedere ne trarrà la società turca? Ritardo e deficienze nella formazione scientifica delle future generazioni che incontreranno enormi difficoltà a dialogare con la futura comunità scientifica internazionale. L’isolamento culturale non potrà che avere conseguenze nefaste sull’avanzamento della ricerca in Turchia e si può pensare a effetti correlati negativi, per fare un esempio, nell’ambito della conservazione degli habitat e dei viventi. Non sempre ci si ricorda quanto la teoria dell’evoluzione possa fornire un insieme di conoscenze utili per informare certe decisioni politiche e come il loro rifiuto possa compromettere la qualità della vita delle persone. Talvolta vengono obliati i legami che legano le conoscenze evolutive a certi settori problematici connessi al benessere sociale, come può essere la lotta contro certe malattie e una ponderata gestione delle risorse ambientali. Rifiutare la teoria dell’evoluzione è rifiutare la modernità scientifica che non può non condurre verso il degrado sociale. Il caso turco non dovrebbe essere liquidato con superficialità, ma dovrebbe far rizzare le orecchie ai cultori della laicità dello stato e della cultura scientifica, perché certe idee possono viaggiare veloci ed infettare sempre nuove menti.


Immagine: [Public domain or Public domain], via Wikimedia Commons


[1] http://www.eba.gov.tr/uzem/ttkb

[2] https://www.theguardian.com/world/2017/jun/23/turkish-schools-to-stop-teaching-evolution-official-says

[3] http://www.al-monitor.com/pulse/originals/2017/01/turkey-what-is-turks-problem-with-darwin.html

[4] https://www.nytimes.com/2017/06/23/world/europe/turkey-evolution-high-school-curriculum.html

[5] http://www.independent.co.uk/news/world/europe/turkey-evolution-secondary-school-education-national-curriculum-recep-tayyip-erdogan-regime-a7804016.html

[6] https://www.theguardian.com/world/2008/sep/18/turkey