L’Europa è infetta

Mentre Dawkins parla al grande pubblico inglese delle meraviglie dell’evoluzione e del suo status fattuale, The Guardian riferisce di un’altra Gran Bretagna, una versione che assomiglia da vicino ad un incubo: su 973 intervistati, il 54% sono d’accordo con l’insegnamento della teoria dell’evoluzione affiancata ad altre “teorie” quali il creazionismo e l’intelligent design. Temo che il 54% di loro non

Mentre Dawkins parla al grande pubblico inglese delle meraviglie dell’evoluzione e del suo status fattuale, The Guardian riferisce di un’altra Gran Bretagna, una versione che assomiglia da vicino ad un incubo: su 973 intervistati, il 54% sono d’accordo con l’insegnamento della teoria dell’evoluzione affiancata ad altre “teorie” quali il creazionismo e l’intelligent design. Temo che il 54% di loro non sia felicissimo di abitare la terra natia di Darwin. Ancora peggio, di tutti i 10 paesi parte della statistica, il 43% è d’accordo con questa posizione.

Mentre i telegiornali, un po’ in tutta Europa, sbandierano i vaccini antinfluenzali, nessuno si cura dell’epidemiologia delle idee. Da quando l’evoluzione è diventata un argomento qualsiasi del dibattito popolare è stata suo malgrado investita dei connotati ideologici della politica, evento più di tutti desiderato dai creazionisti stessi. Una volta politicizzata, storpiata e ridotta a spauracchio, è possibile creare un una “via di salvezza” (il creazionismo), et voilà, il contagio mentale è pronto per avvenire: i “negatori della storia”, come definiti nell’ultimo libro di Dawkins “The Greatest Show On Earth”, non sono più confinati agli Stati Uniti e alle degenerazioni del Creation Museum, bensì si trovano tra noi, nella “laica” Europa. A quando un franchise internazionale sul Creation Museum?

Mentre la Francia ha già da tempo assunto una posizione forte nei confronti del contagio (Pikaia ne ha parlato qui), parte di un più generale percorso di laicizzazione dello stato (tanto presente che i cattolici francesi si chiedono che si debba fare per riavere voce in capitolo). In Italia abbiamo alcuni focolai nelle nostre università e musei, che sebbene “intermittenti” (li fanno o non li fanno? Mah!) danno la dimensione dell’interesse che il contagio attecchisca anche da noi. Oltre al libro di Dawkins, che si spera sia in arrivo a breve in Italia, un altro buon vaccino uscito ultimamente è il libro di Mark Isaak di cui Pikaia parlato qui.

Nel frattempo, una speranza per l’Italia già c’è: esiste infatti un distributore ufficiale del vaccino anticreazionista. Il suo nome è Pikaia, ed i suoi lettori abituali possono già definirsi vaccinati.

Giorgio Tarditi Spagnoli