L’evoluzione nell’orto

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Science Daily riporta di un articolo di Historical Biology, nel quale il geologo dell’Università di New York Michael Rampino mette in luce la figura di Patrick Matthews (1790-1874), orticoltore scozzese che formulò una teoria di evoluzione per selezione naturale: “Vi è una legge universale in natura, che tende a rendere ogni essere riproduttivo nel miglior modo concesso alla sua condizione. […]


Science Daily riporta di un articolo di Historical Biology, nel quale il geologo dell’Università di New York Michael Rampino mette in luce la figura di Patrick Matthews (1790-1874), orticoltore scozzese che formulò una teoria di evoluzione per selezione naturale: “Vi è una legge universale in natura, che tende a rendere ogni essere riproduttivo nel miglior modo concesso alla sua condizione. È solo il più duro, il più robusto, il più adatto alle circostanze individuali che è capace di lottare avanti fino alla maturità.” La sua idea di selezione naturale fu pubblicata nel 1831, nel libro Naval Timber and Aboriculture, noto a Darwin e Wallace che ne riconobbero l’importanza, presentando la loro idea solo ventisette anni dopo, nel 1858.

E non solo, comprese anche meccanismi catastrofici quali le estinzioni di massa “Tutti gli esseri viventi devono aver ridotto la propria esistenza a tal punto che un campo non occupato potrebbe essere formato da nuove e divergenti ramificazioni della vita. Questi resti nel corso del tempo si modificarono e accomodarono al cambiamento delle circostanze”.

Rampino si spinge oltre, affermando che “Alla luce della recente accettazione dell’importanza delle estinzioni di massa nella storia della vita, potrebbe essere tempo per riconsiderare le visioni di Patrick Matthews più in linea con le presenti idee riguardanti l’evoluzione biologica rispetto a quelle di Darwin.”

Ma la storia si sa, è scritta dai vincitori. Tutto il resto è menzione.

Giorgio Tarditi Spagnoli

Riferimenti:
Michael R. Rampino, Darwin’s error? Patrick Matthew and the catastrophic nature of the geologic record, Historical Biology, DOI: 10.1080/08912963.2010.523948