Lingue, migrazioni, genetica. Nuovi elementi sul popolamento umano del sud est asiatico
La storia delle migrazioni umane si arricchisce di un nuovo capitolo: unendo genetica, archeologia e linguistica si getta luce sulla storia (antica) delle popolazioni del sud est asiatico, fin dagli albori della colonizzazione della regione
Il mosaico di lingue ed etnie del sud-est asiatico, in particolare, dell’Indocina, sarebbe il frutto di almeno tre grandi ondate migratorie avvenute negli ultimi 50mila anni. E’ la conclusione di una imponente ricerca pubblicata su Science a cui hanno partecipato 27 istituti da tutto il mondo (anche la Soprintendenza alle Belle Arti di Cagliari), e che ha unito all’analisi genomica elementi linguistici e storico-archeologici.
Secondo quanto era già noto grazie a reperti come utensili e vasellame, l’agricoltura, e più precisamente la coltivazione del riso, è stata introdotta nella regione intorno ai 4000-4500 anni fa; probabilmente in seguito alle migrazioni di popolazioni cinesi. Queste popolazioni avrebbero anche dato origine alla famiglia delle lingue austroasiatiche (a esempio il Vietnamita), ancora oggi parlate in tutto il sud est asiatico fino ad alcune zone dell’India orientale, ma in aree spesso non collegate tra loro.
In quest’imponente lavoro il DNA recuperato dai resti fossili di 18 individui provenienti da Vietnam, Tailandia, Cambogia e Myanmar (ovvero quasi tutto l’arco indocinese, ad eccezione del Laos), è stato confrontato con quello di esseri umani contemporanei provenienti dalla stessa regione e da altre aree del mondo. L’età dei fossili è compresa tra 4100 e 1700 anni, e la loro esistenza sarebbe già di per sé degna di notizia, data la scarsità di reperti provenienti da quest’area a causa del clima caldo e umido, che poco si presta alla conservazione di materiale organico.
Il loro genoma porta i segni di una prima ondata migratoria, avvenuta intorno ai 45 mila anni fa, interessando gruppi di cacciatori raccoglitori. Un secondo flusso avrebbe avuto luogo in età neolitica, intorno ai 4500 anni fa. In questa occasione si sarebbe trattato di popolazioni cinesi, confermando quindi lo scenario descritto sopra. Infine, ci sono tracce evidenti di un ultimo grande flusso, avvenuto durante l’età del bronzo in un arco temporale molto più ampio. Più precisamente: intorno ai 3000 anni fa in Myanmar, 2000 in Vietnam e 1000 in Tailandia.
In una prospettiva storico-culturale, quindi, a questi flussi è legata l’introduzione di pratiche agricole e di nuove tecnologie. Guardando alla linguistica, invece, si può intuire il ruolo che questi movimenti hanno avuto nel modellare i linguaggi, attuali e passati. In particolare, l’affinità genetica tra le popolazioni oggi parlanti lingue austroasiatiche e il flusso neolitico (4700 anni fa) è tale da far dedurre siano state proprio queste popolazioni a dare origine alle lingue della famiglia, mentre la complessità e la diversità delle attuali lingue e dialetti oggi esistenti sarebbe il risultato della mescolanza tra popolazioni locali e migranti dell’età del bronzo, almeno fino alla comparsa, a sud, delle lingua austronesiane (Pikaia ne ha parlato qui).
Ad ogni modo, l’identificazione di schemi migratori precisi era avvenuta in passato anche per le popolazioni europee, che però, a differenza delle residenti nel sud est asiatico, hanno diluito i segni di queste migrazioni nei successivi millenni di storia. Nel sud est asiatico, invece, questi segni sono ancora ben visibili: sono presenti discendenti quasi diretti dei gruppi che hanno compiuto questi 3 grandi movimenti migratori, è addirittura possibile rintracciare parenti prossimi dei cacciatori raccoglitori in Tailandia, Filippine, Malesia e nella isole Andamane.
La conservazione così chiara delle tracce delle diverse migrazioni è sorprendente ed è difficile da spiegare a posteriori. Una domanda aperta lasciata dallo studio riguarda i risultati per le popolazioni Indonesiane, le quali, a differenza di quanto creduto fino ad ora, avrebbero anch’esse strette relazioni coi primi colonizzatori dalla Cina.
Riferimenti
Lipson et al., Ancient genomes document multiple waves of migration in Southeast Asian prehistory. Science, 2018; eaat3188