L’insolito “leopardo” marsupiale dell’Era Glaciale
La storia (naturale) di un peculiare marsupiale carnivoro del Pleistocene
Il record fossile relativo ai mammiferi marsupiali dell’”Era Glaciale” è ricco di forme particolarmente bizzarre, come ad esempio il famoso vombato gigante Diprotodon, avente le ossa nasali molto sviluppate e a forma di “proboscide”, e il “marsupiale dal muso corto” Procoptodon. Oltre ad essi, altrettanto meritevole di considerazione è l’originale “canguro-leopardo” Thylacoleo carnifex, vissuto nel continente australiano tra il Pliocene Superiore e il Pleistocene Superiore, rispettivamente tra circa 2,5 milioni e 40.000 anni fa.
La prima descrizione della specie ci è pervenuta dall’illustre biologo e paleontologo britannico Richard Owen (1804-1892) nel 1859, che dal minuzioso studio di un cranio incompleto aveva definito questo strano mammifero marsupiale come “uno tra i predatori più feroci e distruttivi conosciuti”. Maggiori informazioni sulla morfologia di T. carnifex sono giunte in epoca più tarda, in particolare con il rinvenimento del primo scheletro completo della specie avvenuto nel 2002 nella grotta di Naracoorte nell’Australia meridionale per opera dell’equipe del ricercatore John Long del “Western Australian Museum di Perth”.
Le analisi condotte sul reperto confermarono che le dimensioni corporee di T. carnifex erano paragonabili nel complesso a quelle medie del leone attuale Panthera leo: la lunghezza totale era poco inferiore ai 2 metri, l’altezza al garrese ammontava a circa 75 cm e la massa non oltrepassava i 160 chilogrammi. Inoltre il cranio si presentava nel complesso corto e massiccio e dotato di mascelle con potenti muscoli, i denti incisivi erano particolarmente taglienti e mostravano grandi dimensioni analogamente a quanto si osserva nei roditori attuali, i canini apparivano abbastanza ridotti, i molari, di medie dimensioni, erano specializzati per triturare la carne, gli arti anteriori erano robusti e allungati e il pollice terminava con un artiglio incredibilmente affilato.
Queste caratteristiche morfologiche hanno avvalorato l’ipotesi che il curioso “leopardo” marsupiale fosse un abile predatore, probabilmente specializzato nella caccia dei mammiferi della megafauna australiana, come i colossali Zygomaturus e Simosthenurus, che poteva assalire da tergo attraverso un’imboscata e uccidere per soffocamento o dissanguamento azzannandoli al collo con i robusti incisivi. Inoltre la struttura dell’autopodio ha suggerito che T. carnifex fosse un ottimo arrampicatore e mettesse al sicuro i suoi ingenti “bottini” sugli alti rami degli alberi come è solito fare il leopardo attuale Panthera pardus.
La drastica scomparsa della specie è avvenuta circa 40.000 anni fa e, oltre al cambiamento climatico, è attribuibile anche al “fire-stick farming”, ossia una pratica introdotta da parte di Homo sapiens intorno a 50.000 anni fa, che consisteva nell’appiccare disastrosi incendi al fine di uccidere la fauna che le popolava a scopo alimentare.
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