Moscerini in settimana bianca
Tutti ormai conoscono il famoso moscerino della frutta dal nome scientifico Drosophila melanogaster. Ma sapete quali sono le sue origini? Questa specie era inizialmente endemica delle regioni sub-sahariane ed amava svolazzare sotto il caldo sole africano. Finchè, circa 10 000 anni fa decise di partire per un lungo viaggio e vedere il mondo. Così oggi, le popolazioni di moscerini sub-sahariane […]
Tutti ormai conoscono il famoso moscerino della frutta dal nome scientifico Drosophila melanogaster. Ma sapete quali sono le sue origini? Questa specie era inizialmente endemica delle regioni sub-sahariane ed amava svolazzare sotto il caldo sole africano. Finchè, circa 10 000 anni fa decise di partire per un lungo viaggio e vedere il mondo. Così oggi, le popolazioni di moscerini sub-sahariane ed europee sono molto diverse tra loro, soprattutto per ciò che portano con sé. Non è strano pensare, infatti, che i moscerini europei debbano essersi in qualche modo adattati alle rigide temperature: giunti in Europa avranno dovuto infilarsi in valigia cappotti e sciarpe per proteggersi dal freddo! Tradotto, ciò significa che le Drosophila europee presentano tratti sensibili alle temperature molto diversi rispetto alle cugine africane, come numero di ovarioli (tubuli ovarici), pigmentazione, dimensioni e resistenza al freddo.
Chi ha aiutato i poveri moscerini infreddoliti?
Ad accorrere in loro aiuto sembra essere stato il gene “rattrappito” (“cramped”, in inglese), che intervenendo dal cromosoma X ha evitato ai moscerini per l’appunto di “intirizzirsi”! Per confermare questa ipotesi che avevano essi stessi proposto, il trio Schlötterer-Karch-Gilbert delle Università di Vienna e Ginevra ha studiato dei moscerini mutanti. I ricercatori hanno così effettivamente identificato molte regioni regolate proprio dal nostro amico “rattrappito”. Una regione di DNA in particolare sembra importante, coinvolta nello sviluppo delle ali, detta “cubitus interruptus”: una boutique di gran moda con tante proposte ogni mese! La regolazione di questa sequenza da parte della temperatura consente una notevole plasticità fenotipica che viene canalizzata nei vari ambienti e climi grazie all’attività di “cramped”. “Rattrappito” funge così da “personal shopper” per i moscerini, consigliando loro cosa vestire nei climi freddi europei. Al contrario, la moda africana impone altre scelte. Le varianti presenti in Africa del nostro gene controllore fanno sì che gli effetti della temperatura su “cubitus interruptus” e altre regioni siano minori, in un processo chiamato “compensazione genica”. Ad esempio le moscerine africane sono, al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare, più bianche delle cugine europee. Probabilmente questo è dovuto al fatto che, come per gli uomini, indossare una maglietta nera al sole non è consigliabile… E’ sorprendente notare come le suddette varianti differiscano soprattutto in due posizioni, sufficienti per causare tutti questi effetti. Per questa ragione fattori di questo tipo, detti “pleiotropici” (dal greco: che causano “molteplici cambiamenti”) andando incontro a piccole variazioni possono essere evolutivamente molto rilevanti, non a caso sembrano essere sotto debole selezione positiva.
Fatto interessante, esistono anche dei moscerini mulatti. Neanche a dirlo, si trovano ai Caraibi e sembrano presentare caratteristiche diverse dai moscerini Europei ed Africani. Che amino i bermuda? Altri test scientifici sono in corso per scoprirlo… restate con noi!
Ilaria Panzeri
Riferimenti
Gilbert J.-M., Karch F. e Schlötterer C. Segregating Variation in the Polycomb Group Gene cramped Alters the Effect of Temperature on Multiple Traits. PLOS Genetics, 7: e1001280 (2011).