Non solo conciliabilità ma armonia
La critica all’ID è inserita in un ragionamento che evidenzia l’eterogeneità (e quindi la confusione) del mondo cattolico di fronte all’evoluzione, con ragionamenti scientificamente inconsistenti e che non permettono che il confronto delle opinioni avvenga sotto il controllo della ragione, dato che “per affermare il principio della creazione, vengono contestate le vedute evoluzionistiche della scienza”. Da notare che la critica […]
La critica all’ID è inserita in un ragionamento che evidenzia l’eterogeneità (e quindi la confusione) del mondo cattolico di fronte all’evoluzione, con ragionamenti scientificamente inconsistenti e che non permettono che il confronto delle opinioni avvenga sotto il controllo della ragione, dato che “per affermare il principio della creazione, vengono contestate le vedute evoluzionistiche della scienza”. Da notare che la critica rivolta agli evoluzionisti potrebbe contribuire a risolvere il problema del Dio tappabuchi, che non piace ma di cui sembra non si voglia fare a meno (“Secondo alcuni il darwinismo emancipa la natura dall’ipotesi-Dio, di cui non c’è più bisogno”). In effetti si può fare a meno di questa ipotesi, come sosteneva (“As molecular biologists, we do not need the intervention of an intelligent designer as the cause of evolution to explain what we see“) anche Peter Schuster, l’esperto invitato al convegno papale di Castelgandolfo nel settembre 2006: anche per lui i meccanismi previsti (e dimostrati) dall’attuale teoria sintetica dell’evoluzione possono evitare l’uso e l’abuso di un Dio tappabuchi.
Tratto da L’Antievoluzionismo in Italia, blog di Daniele Formenti