Non tutti gli impatti vengono per nuocere: l’eccezionale caso del Biota Winneshiek
L’impatto di un piccolo asteroide ha favorito la proliferazione, e la successiva fossilizzazione, di una ricca comunità di organismi acquatici intorno a 465 milioni di anni fa
In un momento imprecisato del remoto passato, un corpo celeste orbitante intorno al Sole fu ridotto in frammenti, probabilmente come conseguenza dell’impatto con un altro corpo vagante nello spazio. Milioni di anni dopo, intorno a 470 milioni di anni fa, alcuni dei frammenti di quella deflagrazione entrarono in più occasioni in rotta di collisione con la Terra, generando una serie di crateri da impatto. Uno di questi crateri, chiamato Decorah, del diametro di circa 5 km, è localizzato nello stato dell’Iowa. Questo cratere testimonia un raro caso in cui astronomia, biologia e paleontologia convergono in un fenomeno tanto inatteso quanto affascinante.
L’impatto che provocò il cratere Decorah avvenne su un fondale marino relativamente basso, non lontano dalla costa. Alcuni milioni di anni dopo l’impatto, circa 465 milioni di anni fa, questo cratere era stato popolato da una ricca comunità di organismi acquatici. Le peculiari condizioni sul fondo di questo cratere sommerso si riveleranno ottimali per la fossilizzazione e preservazione di questi fossili, che oggi sono noti come il Biota Winneshiek, uno dei Lagerstatte Ordoviciani meglio conservati al mondo.
Le condizioni inusuali prodotte dall’impatto sul fondale marino hanno probabilmente favorito, alcuni milioni di anni dopo l’impatto, quei processi di deposizione di materiali molti fini, in acque molto calme e poco ossigenate, che costituiscono il mix perfetto per permettere la conservazione delle parti molli anche in delicati organismi marini.
Condizioni analoghe a quelle del cratere Decorah sono presenti anche in un altro cratere ordoviciano, presumibilmente il prodotto di un altro impatto generato dalla medesima famiglia di frammenti cosmici, e condizioni di fossilizzazione analoghe sono documentate anche in altri bacini formatisi sopra crateri da impatto di età più recente. Sembra quindi che, paradossalmente, gli impatti con corpi celesti, spesso citati in merito alle estinzioni di massa in paleontologia, possano anche essere la causa di condizioni ottimali per la preservazione di quelle faune che, milioni di anni dopo l’impatto, hanno ripopolato le zone devastate da questi eventi catastrofici.
Da Theropoda
Bibliografia:
Briggs DEG, et al. 2018. The Winneshiek biota: exceptionally well-preserved fossils in a Middle Ordovician impact crater. Journal of the Geological Society 175(6):jgs2018-101 DOI: 10.1144/jgs2018-101.
Immagine: da Briggs et al. 2018
Immagine: da Briggs et al. 2018