Novità dal mondo degli Hobbit (Homo floresiensis)
Gli anatomisti autori degli studi presentati a Portorico (Susan Larson, William L. Jungers et al. ) sostengono che LB1 (così catalogato in quanto primo reperto umano della grotta Liang Bua) sia dotato di una pelvi di tipo più moderno, simile a quella di un H. erectus, rispetto a quanto affermato precedentemente e hanno inoltre ipotizzato, sulla base delle dimensioni relative […]
Gli anatomisti autori degli studi presentati a Portorico (Susan Larson, William L. Jungers et al. ) sostengono che LB1 (così catalogato in quanto primo reperto umano della grotta Liang Bua) sia dotato di una pelvi di tipo più moderno, simile a quella di un H. erectus, rispetto a quanto affermato precedentemente e hanno inoltre ipotizzato, sulla base delle dimensioni relative rispetto agli altri reperti, che si tratti di un individuo maschio, cambiando quindi la diagnosi di sesso fatta in prima analisi. A livello degli arti superiori H.floresiensis presenta un angolo di rotazione della testa dell’omero minore rispetto a quello dell’uomo moderno e più simile a quello di H.erectus. Sebbene inizialmente questa caratteristica abbia sollevato dei dubbi su come con tale tipo di articolazione delle braccia questi individui potessero costruire utensili, in seguito è stata evidenziata un’altra leggera differenza rispetto all’uomo moderno anche nell’articolazione tra scapola e omero; ciò li rendeva capaci di articolare le braccia proprio come può fare H. Sapiens.
Oltre a questi nuovi elementi su parti dello scheletro non ancora esaminate finora, emerge, nei Technical comments pubblicati nello stesso numero di Science, anche un vivace scambio di idee a proposito di un commento ad un precedente studio sul calco endocranico dell’H. Floresiensis (D.Falk et al., Science 308, 242, 2005) e sulla sua importanza per determinare se si tratti di forme patologiche microcefale di uomini moderni oppure di una specie diversa e di piccole dimensioni. Gli autori del primo studio sul calco endocranico (D. Falk et al.) sostengono che H. Floresiensis sia una forma nana o pigmea, e rispondono a coloro i quali invece ritengono si tratti di un individuo microcefalo (R.D.Martin et al.).
Attendendo nuovi studi e soprattutto i nuovi ritrovamenti il dibattito dunque continua…
Daniele Formenti, Chiara Ceci
Oltre a questi nuovi elementi su parti dello scheletro non ancora esaminate finora, emerge, nei Technical comments pubblicati nello stesso numero di Science, anche un vivace scambio di idee a proposito di un commento ad un precedente studio sul calco endocranico dell’H. Floresiensis (D.Falk et al., Science 308, 242, 2005) e sulla sua importanza per determinare se si tratti di forme patologiche microcefale di uomini moderni oppure di una specie diversa e di piccole dimensioni. Gli autori del primo studio sul calco endocranico (D. Falk et al.) sostengono che H. Floresiensis sia una forma nana o pigmea, e rispondono a coloro i quali invece ritengono si tratti di un individuo microcefalo (R.D.Martin et al.).
Attendendo nuovi studi e soprattutto i nuovi ritrovamenti il dibattito dunque continua…
Daniele Formenti, Chiara Ceci
Chiara Ceci, naturalista, si occupa di comunicazione della scienza. Autrice di “Emma Wedgwood Darwin. Ritratto di una vita, evoluzione di un’epoca” (Sironi, 2013).