One gene, twenty years
Su Nature un articolo consultabile da tutti (“One gene, twenty years”) aiuta a vedere meglio, in prospettiva e su tempi lunghi, come le conoscenze che fornisce la ricerca scientifica hanno profondamente cambiato la nostra capacità di intervenire sull’ambiente, anche difendendoci meglio da meccanismi evolutivi (e in particolare dal caso, che crea guai che qualcuno preferisce invece attribuire a esseri superiori […]
Su Nature un articolo consultabile da tutti (“One gene, twenty years”) aiuta a vedere meglio, in prospettiva e su tempi lunghi, come le conoscenze che fornisce la ricerca scientifica hanno profondamente cambiato la nostra capacità di intervenire sull’ambiente, anche difendendoci meglio da meccanismi evolutivi (e in particolare dal caso, che crea guai che qualcuno preferisce invece attribuire a esseri superiori che ritiene molto intelligenti) che introducono dolorosi errori nel patrimonio genetico che sono presenti, non sempre manifestandosi, in tutti gli esseri viventi. Il gene di cui si parla è quello della fibrosi cistica; se i portatori di questa mutazione genica hanno tratto qualche vantaggio dall’indentificazione del gene e del suo meccanismo di azione (dieci anni in più di vita media), purtroppo sono ancora deluse le speranze di poter avere una “terapia genica” risolutiva.
Da notare che fra gli autori della scoperta di 20 anni fa c’era Francis Collins, che poi per alcuni anni ha diretto l’Human Genome Project. Proprio ieri il presidente Obama l’ha nominato nuovo direttore dell’NIH. Nel documento della Casa Bianca si ricorda anche il suo impegno come cristiano evangelico ovviamente favorevole allo sviluppo delle conoscenze in biologia evoluzionistica: “Dr. Collins has a longstanding interest in the interface between science and faith, and has written about this in The Language of God: A Scientist Presents Evidence for Belief (Free Press, 2006), which spent many weeks on the New York Times bestseller list”.
Da ricordare a questo proposito anche il modo piuttosto brusco con cui il predicatore del Papa, P.Cantalamessa, nella messa del 07/03/2008 l’ha messo in guardia dal continuare a mettere in difficoltà la chiesa sui temi dell’evoluzione biologica, usando proprio parole tratte da un libro di F.Collins (“Il linguaggio di Dio”) che stava leggendo: “Non c’è da meravigliarsi se molti di questi giovani voltano le spalle alla fede, concludendo di non potere credere in un Dio che chiede loro di rigettare ciò che la scienza insegna loro con tanta evidenza intorno all’universo naturale”.
Tratto da L’Antievoluzionismo in Italia, il blog di Daniele Formenti
Da notare che fra gli autori della scoperta di 20 anni fa c’era Francis Collins, che poi per alcuni anni ha diretto l’Human Genome Project. Proprio ieri il presidente Obama l’ha nominato nuovo direttore dell’NIH. Nel documento della Casa Bianca si ricorda anche il suo impegno come cristiano evangelico ovviamente favorevole allo sviluppo delle conoscenze in biologia evoluzionistica: “Dr. Collins has a longstanding interest in the interface between science and faith, and has written about this in The Language of God: A Scientist Presents Evidence for Belief (Free Press, 2006), which spent many weeks on the New York Times bestseller list”.
Da ricordare a questo proposito anche il modo piuttosto brusco con cui il predicatore del Papa, P.Cantalamessa, nella messa del 07/03/2008 l’ha messo in guardia dal continuare a mettere in difficoltà la chiesa sui temi dell’evoluzione biologica, usando proprio parole tratte da un libro di F.Collins (“Il linguaggio di Dio”) che stava leggendo: “Non c’è da meravigliarsi se molti di questi giovani voltano le spalle alla fede, concludendo di non potere credere in un Dio che chiede loro di rigettare ciò che la scienza insegna loro con tanta evidenza intorno all’universo naturale”.
Tratto da L’Antievoluzionismo in Italia, il blog di Daniele Formenti