Pollosauri, giovani dinosauri e uccelli adulti

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In questi giorni, è stato pubblicato uno studio che, affronta il tema di quanto e come gli uccelli siano modificati dai loro antenati non-aviani, e quanto di ciò che fu “condizione adulta dinosauriana” è andato perduto o mantenuto negli uccelli di oggi.Bhullar et al. (2012) hanno analizzato le differenze di forma e proporzione tra il cranio adulto e giovanile negli […]


In questi giorni, è stato pubblicato uno studio che, affronta il tema di quanto e come gli uccelli siano modificati dai loro antenati non-aviani, e quanto di ciò che fu “condizione adulta dinosauriana” è andato perduto o mantenuto negli uccelli di oggi.

Bhullar et al. (2012) hanno analizzato le differenze di forma e proporzione tra il cranio adulto e giovanile negli arcosauri, focalizzandosi sulla serie evolutiva che dalla base di Archosauria porta agli uccelli, passando per tutti i gradi di Theropoda.

Bhullar et al. (2012) mostrano che il cranio adulto di quasi tutti i Paraves (ovvero, il gruppo comprendente uccelli e dromaeosauridi) ad eccezione degli Eudromaeosauria (le forme di dromaeosauride più famose, come Deinonychus e Velociraptor) tenda ad essere pedomorfico, ovvero, somigliare alla condizione giovanile degli arcosauri non-paraviani invece che al cranio adulto di questi ultimi. In altri termini, i paraviani adulti hanno crani molto simili ai loro stadi giovanili, mentre nella maggioranza degli altri archosauri il cranio adulto è molto modificato rispetto alla condizione giovanile (al punto che sovente una forma giovanile di una specie fossile fu considerata come genere o specie distinta dalla forma adulta).

Questo risultato implica che durante l’evoluzione dei paraviani, forse concomitante con la loro riduzione di dimensioni adulte, questi theropodi hanno “perso” molte caratteristiche craniche adulte tipiche degli altri theropodi, mantenendo un cranio “giovanile” (con muso corto e poco profondo, grandi orbite ed ossa delicate). Risultato tangenziale al tema primario dello studio, ma che trovo interessante perlomeno come esempio delle categorie semplicistiche con cui sovente si guarda all’evoluzione, secondo il risultato di Bhullar et al. (2012), mentre lungo la serie paraviana che porterà agli uccelli moderni sono avvenuti almeno 3-4 eventi di trasformazione pedomorfica, che hanno, di fatto, obliterato le vecchie caratteristiche craniche adulte, almeno in un caso il processo pare essersi “invertito” (almeno parzialmente): negli Eudromaeosauria. Ciò non deve stupire: l’evoluzione non è una serie progressiva unidirezionale, in questo caso, un progressivo cammino “dal rettile all’uccello”, bensì un sistema ramificato di divergenze dalla condizione ancestrale comune. Perciò, se ammettiamo senza problemi che l’antenato comune di uccelli e dromaeosauridi era “simile ad un uccello”, l’evoluzione dei dromaeosauridi fu un progressivo allontanamento da questa condizione, e quindi, vedendola sotto un’ottica semplicistica e dicotomica che contrappone artificiosamente gli uccelli ai rettili, se gli uccelli si “ornitizzarono” ulteriormente, i dromaeosauridi si “de-ornitizzarono”. Ma, ripeto, tali considerazioni sono più una visione eccessivamente semplicistica e lineare del divenire evolutivo piuttosto che reali descrizioni del ramificato cespuglio dei paraviani.

Andrea Cau


Bibliografia:
Bhart-Anjan S. Bhullar, Jesús Marugán-Lobón, Fernando Racimo,Gabe S. Bever, Timothy B. Rowe, Mark A. Norell & Arhat Abzhanov (2012) Birds have paedomorphic dinosaur skulls. Nature (advance online publication) doi:10.1038/nature11146

Immagine:
Dall’alto in basso, crani di 3 archosauri: a sinistra, esemplari giovanili; a destra, crani adulti. Notare la marcata somiglianza tra giovane e adulto di Archaeopteryx comparata con la vistosa modificazione negli altri due generi.