Quando i pesci impararono a camminare

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Il passaggio dalla vita acquatica a quella terrestre è sicuramente un nodo cruciale nella storia evolutiva degli organismi viventi, eppure la documentazione relativa a quel periodo è molto lacunosa. Esistono diversi esemplari fossili dei primi tetrapodi risalenti al tardo Devoniano, la maggior parte dei quali possono essere ricondotti ai generi meglio conosciuti: Acanthostega e Ichtyostega, gli unici due di cui […]

Il passaggio dalla vita acquatica a quella terrestre è sicuramente un nodo cruciale nella storia evolutiva degli organismi viventi, eppure la documentazione relativa a quel periodo è molto lacunosa. Esistono diversi esemplari fossili dei primi tetrapodi risalenti al tardo Devoniano, la maggior parte dei quali possono essere ricondotti ai generi meglio conosciuti: Acanthostega e Ichtyostega, gli unici due di cui si siano ritrovati scheletri quasi completi.

Da uno scavo in Lettonia sono emersi nuovi resti di Ventastega curonica, precisamente il teschio completo, il cingolo scapolare e parte della pelvi; sono i resti più completi che siano mai stati ritrovati e hanno permesso nuove analisi e nuove comparazioni più dettagliate con gli altri generi, appartenenti ai tetrapodi ed alle forme precedenti, i tetrapodomorfi come Panderichthys e Titktaalik.

Queste analisi, condotte da Ahlberg e colleghi e pubblicate su Nature, mostrano come il genere Ventastega si possa collocare fra Acanthostega e Titktaalik: una vera forma intermedia con il teschio che presenta le medesime caratteristiche morfologiche dei generi preesistenti, modificate unicamente nelle proporzioni, mentre lo scheletro post-craniale porta già tutte quelle caratteristiche tipiche dei tetrapodi. 

La presenza di forme molto eterogenee di tetrapodi nel tardo Devoniano complica un po’ il semplice quadro ipotizzato con la sequenza TitktaalikVentastegaAcanthostega, senza per questo sminuire il significato di questo studio, che mostra come sia realmente possibile ritrovare delle forme intermedie che possano aggiungere tasselli alla nostra conoscenza del grande e complicato puzzle della storia naturale.

Silvia Demergazzi

Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons