Quelle creste da comunicazione

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I paleontologi hanno discusso a lungo sulla funzione delle creste ossee presenti sul cranio dei lambeosauri, un gruppo di adrosauri o “dinosauri dal becco ad anatra”. Al convegno annuale della Society for Vertebrate Paleontology americana, che si è tenuto il 16 ottobre a Cleveland, in Ohio, un team di ricerca capitanato da David Evans dell’università di Toronto presenterà i risultati […]

I paleontologi hanno discusso a lungo sulla funzione delle creste ossee presenti sul cranio dei lambeosauri, un gruppo di adrosauri o “dinosauri dal becco ad anatra”. Al convegno annuale della Society for Vertebrate Paleontology americana, che si è tenuto il 16 ottobre a Cleveland, in Ohio, un team di ricerca capitanato da David Evans dell’università di Toronto presenterà i risultati della loro ultima ricerca sull’argomento.

Secondo Evans, “la forma del cervello degli adrosauri può dirci molto a proposito di quali fossero i sensi predominanti in questi animali, e quindi darci indicazioni sulla funzione delle creste”. In passato è stato suggerito che le creste migliorassero l’olfatto, aumentando l’area del tessuto sensorio. Altri avevano ipotizzato che avessero funzione di termoregolazione, o fossero casse di risonanza utilizzate per la comunicazione.

“È difficile capire la funzione di una struttura in un dinosauro estinto, perché non assomiglia a nessun animale vivente”, dice Jack Horner, membro del team di ricerca che ha utilizzato la tomografia computerizzata per ricostruire la forma interna delle creste, del cervello e delle cavità nasali di quattro specie di lambeosauri. La TC ha permesso di aggirare il problema della fossilizzazione, processo durante il quale si perdono i tessuti molli. “La forma delle ossa non viene persa”, dice Evans, “e partendo da questo diventa più facile ricostruire l’anatomia delle parti molli”.
 
La TC ha mostrato differenza tra la forma esterna e quella interna della cresta, oltre a mettere in evidenza la dimensione ridotta della parte del cervello preposta all’olfatto. La cresta non serviva dunque per migliorare questo senso, ma probabilmente era usata per comunicare: la sua forma permetteva di emettere richiami a bassa frequenza, usati per attirare il partner o per mettere in guardia contro i predatori. La TC ha rivelato la presenza di un orecchio interno particolarmente delicato, adatto a percepire suoni a bassa frequenza.

La ricerca è un esempio straordinario di come si possano integrare le tecniche di ricostruzione 3D agli studi paleontologici classici per dimostrare sperimentalmente la funzione di strutture anatomiche peculiari presenti in animali ormai estinti.

Gabriele Ferrari


Fonte dell’immagine: Wikimedia Commons