Ricordo di Emanuele Vinassa de Regny

L’ultimo giorno di agosto ci ha lasciati Emanuele Vinassa de Regny, un caro amico di Pikaia, intellettuale raffinato, di straordinaria sensibilità, un pioniere nella comunicazione della scienza italiana, antesignano di ciò che oggi chiamiamo “umanesimo scientifico”. Laureato in storia della fisica e giornalista scientifico per decenni, Emanuele Vinassa ha profuso le sue migliori energie nell’editoria scientifica italiana – in libri,

L’ultimo giorno di agosto ci ha lasciati Emanuele Vinassa de Regny, un caro amico di Pikaia, intellettuale raffinato, di straordinaria sensibilità, un pioniere nella comunicazione della scienza italiana, antesignano di ciò che oggi chiamiamo “umanesimo scientifico”. Laureato in storia della fisica e giornalista scientifico per decenni, Emanuele Vinassa ha profuso le sue migliori energie nell’editoria scientifica italiana – in libri, riviste e trasmissioni televisive – fondando collane e avviando progetti che sono stati di esempio per le generazioni successive. Autore di numerosi articoli e saggi sulla storia della scienza e della tecnologia del Novecento, era un fine traduttore e gli dobbiamo curatele preziose di testi di Albert Einstein e di molti altri scienziati, spesso meno noti ma non meno interessanti (fra tutti, Leo Szilard, di cui curò il delizioso volumetto “La voce dei delfini” per i tipi de L’Ancora del Mediterraneo, nel 2004). Per CUEN (1997) e poi Lampi di Stampa (2004) scrisse un profilo di Galileo Galilei. Era un appassionato difensore della libertà di ricerca e del valore culturale dell’impresa scientifica, contro ogni forma di pregiudizio e di oscurantismo. Pensava che gli scienziati dovessero avere non soltanto più ascolto, ma anche un ruolo di indirizzo nell’aggiornamento culturale delle classi dirigenti. E quanto aveva ragione, in Italia. Come le persone più colte, amava riscoprire ironicamente testi marginali ma rivelatori, come gli ottocenteschi scritti umoristici e visionari del fisico e psico-fisico tedesco Gustav Theodor Fechner. Gentile, elegante e discreto, ma vibrante di amore intellettuale alle prime parole, partecipava spesso ai nostri Darwin Day ed era per noi una presenza autorevole e rinfrancante: significava che eravamo sulla strada giusta. Grazie Emanuele, maestro di umanesimo scientifico, c’è molto di tuo nel nostro lavoro, e il tuo testimone passerà di mano in mano per tanto tempo ancora. 

Telmo Pievani